
che cosa caratterizza il governo liberale? cosa lo differenzia dai dispositivi di sovranita` e dalle forme della statualita` assoluta? in che modo esso puo` gestire l`ingestibile, controllare cio` che non puo` essere posto sotto controllo, e cioe` la liberta` degli agenti dai quali dipende la riproduzione dello scambio sociale complessivo? in quale dispositivo si ricompongono l`imperativo liberale "vivi pericolosamente!" - ossia investi sulla tua capacita` di autovalorizzazione, rischia il tuo capitale, sfrutta la liberta` d`azione che ti e` assegnata, afferra le occasioni che ti si offrono, sii opportunista e cinico, agisci insomma da uomo libero - e i meccanismi multilaterali di sicurezza necessari a esorcizzare i "rischi" che questo stesso imperativo comporta? e attorno a questi interrogativi che lavorano i corsi di michel foucault al colle`ge de france della seconda meta` degli anni settanta: sicurezza, territorio e popolazione e nascita della biopolitica. in essi viene respinta l`equazione tra "governamentalita`" liberale e totalitarismo, ricostruita la genealogia del neoliberismo e analizzato quanto di nuovo si annuncia nell`esteriorizzazione normativa del mercato e nell`economizzazione complessiva dello scambio sociale. i testi che compongono questo volume si confrontano con queste lezioni di foucault, cercando di svilupparne non solo le implicazioni teoriche ma anche le poste in gioco politiche.

il primato dell`intersoggettivita` e` il tema che collega tutti i saggi di questa raccolta. la memoria e l`utopia connotano due diversi atteggiamenti del soggetto, l`uno volto al passato e l`altro al futuro, entrambi convergenti su un forte ancoraggio al presente. le due posizioni condividono il carattere critico del rapporto con la situazione attuale, che rende questo ancoraggio mobile grazie agli stimoli che provengono dal passato e dal futuro. cio` e` possibile sulla base di una concezione del soggetto non unitario ma autoriflessivo, capace di riflettere e ironizzare su se stesso a partire dalla propria costitutiva intersoggettivita`, dall`essere in relazione con l`altro.

da dove vengono le barzellette? a chi dobbiamo il dono di quest`eccitante conflagrazione del pensiero? perche` c`e` chi non ride alle barzellette e chi disprezza il genere? la barzelletta e` un ibrido, un racconto umoristico parente della conversazione, squisitamente orale e fortemente interattivo (cosa ne e` senza una risata finale?), ma vicino al discorso perche` non sopporta interruzioni e commenti; affine alla narrazione perche` ha un tempo e una durata, ma e` obbligatoriamente conchiusa e concisa, perche` non puo` essere ripresa. come tutti i racconti si basa su un evento particolare, ma si appoggia sulle generalizzazioni e sul senso comune, ma diversamente da tutti i racconti si costruisce su una collisione tra due universi di discorso.


hildegard von bingen, una delle figure femminili piu` note del medioevo, non fu solo badessa, compositrice e autrice di una delle opere teologiche piu` significative del suo tempo, ma si occupo` anche di medicina naturale, tema oggi di grande attualita`, descrivendo le proprieta` curative naturali degli alimenti. si presentano qui oltre 60 ricette inedite, che, basandosi sull`opera di hildegard, ne mantengono intatto lo spirito unendo il numero piu` alto possibile degli ingredienti che era solita consigliare ai sani. l`autrice ci offre anche una panoramica sulle consuetudini culinarie dei conventi medievali, sia nel periodo di digiuno che in quello di festa.



