
e difficile immaginare qualcosa di altrettanto distante dall`oggi quanto cio` che apparve piu` di tremila anni fa nell`india del nord sotto il segno del veda, quel "sapere" che dichiarava di comprendere in se` tutto, dai granelli di sabbia sino ai confini dell`universo. ancor piu` che nel tempo, quella distanza si avverte nel modo di vivere ogni gesto, ogni parola, ogni impresa. gli uomini vedici prestavano una attenzione adamantina alla mente che li reggeva, per loro mai disgiungibile da quell`"ardore" da cui ritenevano si fosse sviluppato il mondo. e, qualsiasi cosa accadesse, acquistava senso solo in rapporto a un invisibile traboccante di presenze divine. fu un esperimento del pensiero cosi` estremo che sarebbe potuto scomparire senza lasciare traccia, cosi` come gli uomini vedici lasciarono ben poche tracce tangibili del loro passaggio attraverso "la terra dove vaga in liberta` l`antilope nera". eppure quel pensiero - groviglio composto da inni enigmatici, atti rituali, storie di de`i e folgorazioni metafisiche - ha l`indubitabile capacita` di illuminare, con una luce radente e diversa da ogni altra, alcuni eventi elementari che appartengono all`esperienza di chiunque, oggi e dappertutto, a cominciare dal puro fatto di essere coscienti.


questo volume, il secondo dei quattro dedicati all`ininterrotta corrispondenza tra benedetto croce e giovanni laterza, copre il decennio 1911-1920, nel corso del quale prosegue e si consolida il rapporto di intensa collaborazione e amicizia tra il filosofo e l`editore.


una riflessione intensa su alcuni snodi dolorosi della storia dell`italia unita e` quanto presenta l`autore nel suo nuovo libro. la storia nazionale appare qui marcata da una serie di "tragedie necessarie", di fratture traumatiche che hanno diviso lo stato dalla societa` e gli italiani dagli italiani. la rotta di caporetto nel 1917 e lo sfascio dell`8 settembre 1943 sono i punti di massima crisi, i simboli maggiori di una storia lacerata che occorre oramai riconoscere per tale, prendendo coscienza della sua intima tragicita`.






cristianesimo come religione dell`amore. l`identificazione e` immediata, ma spesso rischia di trasmettere un`immagine edulcorata della fede cristiana, che invece ha a che fare, in modo speciale, anche con la violenza e il male. il priore di bose affronta a viso aperto questo tema leggendo i ?salmi imprecatori`, testi biblici di solito poco frequentati proprio perche` ricchi di immagini di violenza che disturbano la nostra sensibilita` e ci mettono a disagio. una violenza che viene portata davanti a dio come grido di dolore, invocazione di una liberazione, ma anche invettiva. perfino nella preghiera, il grido delle vittime innocenti di fronte al male dilagante e impunito arriva a mettere in questione la stessa bonta` di dio, la sua vicinanza, la sua capacita` di giustizia. l`esperienza del male appartiene ineludibilmente alla vita. la bibbia lo sa bene, e ne parla senza filtri o eufemismi, senza paura di dar voce a tutto l`uomo. e di dargli un senso e una speranza.




spinto dall`urgenza di affrontare i fenomeni attuali dell`immigrazione e dell`integrazione, enzo bianchi cerca nella bibbia risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi. e etico, infatti, accogliere senza poter fornire casa, pane, vestiti e, soprattutto, una soggettivita` e una dignita` nel nostro corpo sociale? partendo dal presupposto che l`accoglienza non e` solo soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia "stranieri e pellegrini" che hanno dovuto subire l`ostilita` e addirittura la persecuzione, analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell`ospitalita` e dell`apertura, che sono al centro dell`etica cristiana. "vedere gli stranieri" non e` solo il centro tematico dell`intervento pronunciato da enzo bianchi al senato, contenuto in questa nuova edizione, ma un invito all`ospitalita` come dono inatteso. non solo una condivisione degli spazi, ma una qualita` aggiunta ad essi, in una logica di concittadinanza dove l`esigenza principale e` imparare a riconoscere il prossimo come valore umano inestimabile.






pochi altri posti della terra sono ammantati di leggenda come l`himalaya, con le sue storie di scalatori che affrontano l`everest e di viaggiatori alla ricerca di esperienze spirituali nei monasteri buddhisti. ma cosa sappiamo davvero dei popoli che vivono lassu`? dopo aver raccontato le repubbliche ex sovietiche dell`asia centrale e gli sterminati confini della russia, erika fatland ci porta sulla catena montuosa piu` alta del pianeta facendoci scoprire la sua gente, le mille culture, lo splendore dei paesaggi, ma anche la storia poco nota che e` all`origine di alcuni tra i conflitti piu` sanguinosi di oggi e di ieri. partendo dalla cina e attraversando pakistan, india, bhutan, nepal e tibet, la scrittrice norvegese, uno dei piu` apprezzati talenti della letteratura di viaggio, percorre un nuovo itinerario, affascinante e pieno di sorprese, dove a dominare la scena non sono solo vette maestose e orizzonti infiniti, ma uomini e donne in carne e ossa, di cui raccoglie le testimonianze e descrive le piccole vite che brulicano tra quelle montagne alte come giganti.

la nascita delle stelle, i big data, la comunicazione fra gli alberi, le lingue fischiate, il guscio di una chiocciola... questo volume esplora 124 intriganti fenomeni per stimolare una profonda riflessione sul nostro rapporto con il mondo. le tavole riccamente illustrate avviano un dialogo tra discipline spesso distanti tra loro e creano corrispondenze visive e poetiche in un affascinante intreccio di saperi. un libro al contempo chiaro e sorprendente, capace di rendere accessibili concetti, sistemi e idee a prima vista molto complessi, permettendo cosi di comprendere piu a fondo la realta che ci circonda.