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tra saggezza perduta e incertezze crescenti: piccole lezioni morali per grandi problemi. ma non sono solo questioni tragicamente dilemmatiche come la violenza, la pena di morte, la menzogna o il potere quelle affrontate da questo "breviario minimo", che prende in considerazione anche temi apparentemente futili, pur se egualmente densi di implicazioni. che cosa si nasconde dietro il mito della giovinezza? siamo certi che il "far niente" sia proprio "dolce"? e perche` ci piace tanto viaggiare? per ognuna di queste e altre domande l`autore propone alcuni elementi di riflessione che, in un immaginario dialogo con il lettore, guidano verso risposte possibili.

quale concezione della letteratura anima le prodigiose storie di singer? quale visione estetica e spirituale ha disegnato i suoi personaggi? per quanto sorprendente possa risultare, i numerosi saggi cui singer ha affidato le sue idee in fatto di arte, letteratura e cultura ebraica sono rimasti relegati in pubblicazioni poco accessibili (per lo piu il quotidiano yiddish "forverts") e schermati da pseudonimi. eppure, come documentano le traduzioni in inglese riaffiorate dai suoi archivi, non v?e dubbio che singer meditasse di ricavarne una raccolta: questo libro rappresenta dunque la realizzazione postuma di un progetto d?autore - e un?inattesa via d?accesso alla sua filosofia personale. di piu: a mano a mano che ci addentriamo nella lettura, scopriamo che questi interventi - dove lo scrittore e raffigurato come un "intrattenitore", un narratore di destini individuali, ancorato a "un gruppo specifico e a una specifica cultura", refrattario alla psicologia e alla sociologia, perennemente in lotta con "i sommi poteri", cioe con dio - sono anche l?eco meditativa dei suoi romanzi, e che li illuminano di una luce nuova. cosi, allorche singer schizza con disarmante affabilita un quadro della sua qabbalah, rivelandoci che le tenebre e il male sono necessari perche le azioni e i pensieri umani "siano in perenne bilico tra cio che e giusto e cio che e sbagliato", il destino dei personaggi che abbiamo amato - da hertz grein in ombre sull?hudson a yasha mazur nel mago di lublino a hertz minsker nel ciarlatano - ci appare d?improvviso inevitabile. e di un?abbagliante evidenza.

"adio, adio, ciasarsa, i vai via pal mond, mari e pari, iu lassi, vai cun napoleon. adio, veciu pais, e cunpains zovinus, napoleon al clama la miej zoventut." la nuova gioventu e l?ultimo libro pubblicato in vita da pier paolo pasolini. la prima edizione del 1975 raccoglie in un unico volume le poesie friulanela meglio gioventu (1941-53), il loro rifacimento la seconda forma de "la meglio gioventu" (1974) - titolo ormai entrato a far parte dell?immaginario collettivo - e una terza sezione chiamata, citando dostoevskij, "tetro entusiasmo" (1973-1974). scritti in quel friulano che pasolini, parlando di se in terza persona, aveva gia definito "una lingua non sua, ma materna, non sua, ma parlata da coloro che egli amava con dolcezza e violenza", i testi sono sempre seguiti da una traduzione dell?autore. come scrive franco marcoaldi nella prefazione che accompagna questa nuova edizione dell?opera, "di fronte al trionfo di disumanita che ci circonda, avvertiamo la stessa, irriferibile nostalgia per un mondo magari piu modesto, piu povero, piu semplice, ma anche piu serio, severo, compassionevole. capace ancora di gesti di umanita, autenticita, innocenza".

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