

e il 23 marzo 1890 a san pietroburgo e, nell`ampio corridoio del teatro mariinskij, e` in corso una delle sfilate piu` emozionanti che sia dato vedere nella splendida citta` affacciata sul golfo di finlandia. la famiglia reale e` accorsa al gran completo per il saggio finale delle giovani allieve del corpo di ballo. gli zar romanov sono i finanziatori di buona parte dei teatri imperiali e non mancano mai alle occasioni in cui e` possibile scorgere le prime esibizioni delle future e`toiles. lungo il corridoio, l`imperatore alessandro iii avanza a grandi passi, seguito dall`imperatrice gracile e minuta. piu` indietro ancora lo zarevic nicola, detto niki, un fauno, piccolo, esile nella sua uniforme, le guance morbide e graziose, i lineamenti fini. raggiunta la tavola allestita per la sobria cena della scuola, l`imperatore fa sedere alla sua sinistra nicola e, accanto a lui, la ragazza che piu` di tutte promette di essere una stella del mariinskij: mathilde kschessinska, la figlia piu` giovane del grande felix kschessinsky, che ha danzato per i romanov per quasi quarant`anni. l`intento di alessandro iii e` palese: fare in modo che il figlio renda onore a una lunga tradizione che vuole imperatori, granduchi, conti e ufficiali scegliere le loro amanti tra le ballerine di danza classica. per mathilde kschessinska e` l`occasione di puntare dritta al cielo, un premio inaspettato al suo talento.







il volume raccoglie undici storie, vere e documentate, che tentano di dar voce al non detto e all`immaginazione. nella roma papale fra quattro e seicento, la roma della costruzione dello stato della chiesa e poi della controriforma, queste storie rappresentano il rapporto fra il potere e la repressione: censure, processi, difese e accuse, esecuzioni, pentimenti. ma sono anche spaccati della politica e della cultura del tempo: dalle scelte della compagnia di gesu`, a quelle della chiesa sui rapporti con la minoranza ebraica, riflesse nel racconto di marcello ii e alessandro farnese.

il saggio di bobbio presenta una galleria di personaggi, grandi e minori, da gobetti a ginzburg, da cajumi a monti, da salvatorelli a pavese, e una storia di iniziative culturali, brevi e folgoranti come la `biblioteca europea` di franco antonicelli, o durature come la casa editrice di giulio einaudi, che bobbio evoca con la pazienza del cronista, oltre che con la partecipazione di chi parte di questo mondo ha conosciuto di persona. il saggio presenta una affilata tesi, che ha fatto e fa molto discutere: l`equazione `fascismo uguale incultura, la` dove mostra come gli intellettuali che rompono gli schemi convenzionali e battono nuove strade diventino, di fatto, espressioni di antifascismo.`












tra il 20 e il 29 maggio 1937 ebbe luogo, in etiopia, il piu` grave eccidio di cristiani mai avvenuto nel continente africano: nel villaggio monastico di debre libanos, il piu` celebre e popolare santuario del cristianesimo etiopico, furono uccisi circa 2000 tra monaci e pellegrini, ritenuti `conniventi` con l`attentato subito, il 19 febbraio, dal vicere` rodolfo graziani. fu un massacro pianificato e attuato con un`accurata strategia per causare il massimo numero di vittime, oltrepassando di gran lunga le logiche di un`operazione strettamente militare. esso rappresento` l`apice di un`azione repressiva ad ampio raggio, tesa a stroncare la resistenza etiopica e a colpire, in particolare, il cuore della tradizione cristiana per il suo storico legame con il potere imperiale del negus. all`eccidio, attuato in luoghi isolati e lontani dalla vista, seguirono i danni collaterali, come il trafugamento di beni sacri, mai ritrovati, e le deportazioni di centinaia di `sopravvissuti` in campi di concentramento o in localita` italiane, mentre la chiesa etiopica subiva il totale asservimento al regime coloniale. l`accanimento con cui fu condotta l`esecuzione trovo` terreno in una propaganda (sia politica che `religiosa`) che ando` oltre l`esaltazione della conquista, fino al disprezzo che comincio` a circolare negli ambienti coloniali fascisti ed ecclesiastici nei confronti dei cristiani e del clero etiopici, con pesanti giudizi sulla loro fama di `eretici`, scismatici. venne a mancare, insomma, un argine ad azioni che andarono oltre l`obiettivo della sottomissione, legittimate da una politica sempre piu` orientata in senso razzista. i responsabili di quel tragico evento non furono mai processati e non ne e` rimasta traccia nella memoria storica italiana. a distanza di ottant`anni, la vicenda riappare con contorni precisi e inequivocabili che esigono di essere conosciuti in tutte le loro implicazioni storiche. prefazione di andrea riccardi.