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protagonista di questo romanzo e` un professore universitario che intraprende un viaggio nel salento, la terra delle "tarantate", incuriosito da una tradizione che conosce attraverso le pagine di ernesto de martino, il maggiore antropologo italiano del novecento che al salento ha dedicato la fondamentale opera "la terra del rimorso". ma chi sono le tarantate? sono le contadine che, morse da un ragno (la "taranta") durante la raccolta del grano, colte da lancinanti dolori e smanie, sarebbero curabili solo con la musica ritmata di tamburelli e violini che le fa danzare senza sosta. la narrazione corre pero` anche su un secondo binario: siamo nel 1959 e questa volta protagonista e` proprio ernesto de martino, ritratto, insieme alla sua e`quipe, negli stessi luoghi e nelle stesse circostanze. nell`alternanza fra la prima e la seconda narrazione, molti sono i confronti impliciti: il salento come luogo di transito dei disperati del mondo e il salento come pezzo del sud chiuso e immobile, il disturbo psichico senza tutele efficaci e quello gestito nel nucleo parentale, un certo disfacimento della struttura universitaria e una diversa concezione del sapere accademico, una sessualita` all`insegna dell`omoerotismo che dirompe e un`altra sessualita` all`insegna del ritegno.

arrivano alla polizia di una cittadina del sud dell`inghilterra due informazioni molto riservate: che un sergente ormai alla soglia della pensione e` nel libro paga di un boss locale, e che il figlio ritardato di questo boss e` stato rapito per vendetta da una banda rivale. il sergente corrotto, hubert scott, disperato congegna un ricatto ai danni dei colleghi; mentre il boss, detto "tenerezza", muove tutte le sue pedine, in un misto di ferocia e pieta`, per riavere il figlio amatissimo. lo sforzo della polizia sara` quello di minimizzare il danno dei due corsi di eventi, giocandoli in qualche modo l`uno contro l`altro, infischiandosene delle conseguenze umane. gestori del disordine (o registi della cospirazione) sono il soprintendente harpur e il suo superiore assistente commissario capo iles, i due personaggi che si ritrovano in tutta la serie poliziesca cui appartiene questo romanzo. opposti in tutto: harpur, il "buono", e` velenoso e insieme adulatore verso il suo superiore le cui azioni punta a moderare; iles, "desiderava con tutto il cuore di essere una persona buona e responsabile", ma l`egocentrismo distrugge le intenzioni; "sono l`angelo gabriele e il satana dei ragazzi in blu". "protezione" fa parte di una serie poliziesca ambientata nell`inghilterra sud occidentale. il tema della serie e` la zona grigia tra legge e crimine: informatori, infiltrati, poliziotti disposti a farsi corrompere, delitti insabbiati e inchieste "aggiustate".

turi vasile e` lo scrittore del distacco. il suo raccontare muove sempre da uno strappo avvenuto o al quale si anela. come se dietro ad ogni episodio fosse sempre a portata di mano la valigia di fibra dei siciliani inquieti che il novecento conobbe sempre pronti a partire e a separarsi da ogni presenza, tranne quella dei fantasmi benevoli di ieri. e` una scelta, con l`aggiunta di inediti, dei racconti con cui vasile ha dipanato il filo della memoria, che inizia, agli inizi del novecento, in un faro a picco sul mare.

nel 1973 il professore cantarella, direttore presso la biblioteca nazionale di napoli, nel cercare un manoscritto greco finito fuori posto, mise le mani su un quaderno che portava il titolo "i neoplatonici, per aristeo di megara, traduzione dal greco". ma di aristeo di megara la letteratura greca e` sprovvista, quindi non era una traduzione. si trattava di un falso, ma di chi? il mentito traduttore di un libro inesistente era l. settembrini, ma una cortina di silenzio avvolse subito il manoscritto che venne censurato dai suoi allievi e dagli studiosi che pensavano che l`immagine di uno dei padri della patria, potesse rimanere offuscata da un libro che affrontava in maniera palese il tema dell`omosessualita`.

un poemetto che, in tono malinconico, ironico, apparentemente svagato e minimalista, intende toccare invece i grandi temi dell`uomo contemporaneo. fra intimismo e riflessione filosofica.

max tivoli nasce nel 1871, a settant`anni. sa dunque che morira` nel 1941. chi e`, o meglio, cos`e` max tivoli? non c`e` nome per chi, come lui, viene "dall`altro capo della vita". e che maledizione e` diventare giovani col passare degli anni? scoprire il sesso con il fisico di un cinquantatreenne e l`esperienza di un castissimo diciassettenne? la presunta simmetria della vita e l`ordine stesso delle cose risultano invertiti. e max e` destinato a quella cosa stupida e stupenda che e` dissipare la vita per amore. per ben tre volte e in tre modulazioni diverse avra` modo di amare, sempre invano, la donna della sua vita, che non lo riconosce mai, ne` riconosce in lui la persona da amare. max tivoli e` un "mostro", che rispecchia quel mostro segreto che e` in noi.

topino va a trovare i suoi tanti amici del bosco. lungo il cammino scopre il mutare delle stagioni, dai germogli della primavera ai dolci frutti dell`estate, dalle foglie ramate dell`autunno alle scintille di un bel falo` invernale. un mese dopo l`altro, il bambino esplora con lui il villaggio di lontra, di riccio e di scoiattolo rosso, e aprendo le finestrelle sbircia nelle loro incantevoli casette. eta` di lettura: da 4 anni.

re clodoveo ritorna dalla guerra ed e` ansioso di rivedere la figlia verbena, ma intorno alla sua citta` e` cresciuta un`inestricabile foresta, e il re si ritrova a vagare in un labirinto di radici che sembrano rami, di rami che si confondono con le radici. e come lui si perdono la bella verbena e il giovane mirtillo, l`infedele matrigna e il ministro traditore, tanto che tornare a palazzo sembra impossibile, e bisogna cercarsi e inseguirsi alla luce delle torce, finche` il mistero della foresta-radice-labirinto non verra` risolto... torna, dopo vent`anni, la fiaba "dimenticata" di uno dei piu` grandi scrittori italiani: una storia singolare, complessa e affascinante che grandi e piccoli potranno leggere insieme. eta` di lettura: da 6 anni.

il romanzo narra le vicende di una famiglia triestina tra il 1915 e il 1918. i tre figli, marco, sandro e alberto vidali, hanno passato il confine prima della dichiarazione di guerra dall`italia all`austria e si sono arruolati volontari nell`esercito italiano; il padre, domenico, beche` di sentimenti italiani, e` soldato austriaco e combatte al fronte russo. nella casa vuota e triste, restano la madre carolina e la figlia angela, in ansiosa attesa dei loro cari lontani. marco e alberto morranno nel conflitto; come anche guido, fidanzato di angela. sandro invece tornera` cieco, colpito mentre cercava di soccorrere il fratello morente in un`azione di guerra. anche domenico fara` ritorno a casa e nel commosso ricordo dei due caduti, la famiglia trovera` la forza morale di reagire e ricostruire una nuova vita.

Electa, 1979, IT. Con un'introduzione di Alberto Arbasino, il libro prende in esame il cinema italiano del periodo dal 1929 al 1944 contemplando l'opera di registi come Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Mario Mattoli, Goffredo Alessandrini e molti altri.

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