



uno scritto polemico sulla riforma moratti, colpevole, secondo l`autore, di aver diminuito i fondi per la ricerca, aumentato il precariato e gettato la didattica nel caos, senza mai pestare i piedi alle baronie dell`universita` piu` gerontocratica dell`occidente. un libro che, oltre ad avanzare proposte alternative, intende lanciare una discussione ampia e articolata e non soltanto interna al mondo universitario.



il volume raccoglie due testi autobiografici di goldoni: i me`moires, ricordi scritti in francese e dedicati al re luigi xvi e le cosiddette memorie italiane, cioe` le prefazioni autografe alle edizioni delle sue commedie. la vita dell`autore, avventurosissima, si staglia sullo sfondo del settecento, epoca di cui goldoni delinea un quadro nettissimo: modi di vivere, abitudini, rapporti sociali, mezzi di trasporto, divertimenti. le vicende della sua vita si intrecciano strettamente con quelle del suo teatro: la genesi delle commedie, il successo che riscossero, i litigi e le gelosie fra le attrici, le difficolta` economiche degli impresari.




sarajevo, 28 giugno 1914: l`arciduca francesco ferdinando, erede al trono dell`impero austro-ungarico, viene assassinato. quell`attentato scateno` la prima guerra mondiale. ma la grande guerra, a sua volta, innesco` una tragica "guerra civile europea", che si concluse nel 1945 o, secondo alcuni, addirittura nel 1990. da sarajevo parti` insomma una ondata distruttiva che costo` almeno 70-80 milioni di morti e segno` la fine dell`europa come centro indiscusso della politica e dell`economia mondiale.


l`enigma della malattia, la sua genesi sorda, le sue avvisaglie, il suo erompere lacerante, le alterazioni che produce nella famiglia, il propagarsi delle sue onde sismiche oltre le generazioni: e` cio` che sondano i racconti di giovanni fontana scritti con stile teso, lirico, a tratti incandescente come la materia trattata. eccoci dentro il rituale di un pranzo familiare, un incontro d`amore piu` o meno casuale, la tensione palpabile tra fratelli, la relazione ansiosa tra una madre e un figlio, i silenzi sospesi in un interno domestico o in una camera d`ospedale. sono storie di infelicita`, paure e insonnie, con slanci imprevisti di tenerezza e amore.




la societa` in cui viviamo e` dominata dai modelli del successo e della realizzazione personale. il valore di ciascuno viene misurato in termini di "competenze" e "risultati", in una sovrapposizione di vita professionale e privata, e sempre piu` spesso si assiste all`estensione dei concetti peculiari del management aziendale alla dimensione piu` intima dell`esistenza. sul lavoro vengono richiesti, al tempo stesso, autonomia e conformismo, spirito d`iniziativa e adesione totale alla mission. ma quale autonomia puo` avere chi e` libero nel modo di realizzare un obiettivo ma non ha alcuna voce in capitolo nella sua definizione? inoltre, nel momento in cui gli obiettivi prefissati non sono raggiunti, vengono messe in discussione competenze e autonomia. proprio dall`incoerenza di questi messaggi nasce il disagio della contemporaneita`. l`autrice, filosofa e ricercatrice presso il cnrs a parigi, attacca l`idea diffusa secondo cui l`individuo acquisisce dignita` e valore soltanto attraverso il lavoro. si tratta, in realta`, di un tranello concettuale che consente ai manager di chiedere ai loro impiegati una cosa e il suo contrario: ambiziosi risultati lavorativi e realizzazione personale, impegno e flessibilita`, autonomia e conformita` alla cultura aziendale. questa sottile manipolazione spinge le persone a considerare se stesse come gli "imprenditori" di una piccola "azienda" che coincide con la propria vita, sempre in bilico tra un obbligatorio successo e il rischio del fallimento.







le abbiamo dato nel corso dei secoli i nomi piu` diversi: malinconia, depressione, angoscia, pena, tristezza... abbiamo tentato di esorcizzarla, di conviverci, di narcotizzarla, di addomesticarla o di farne una malattia da curare. alcuni sono riusciti a farne la compagna di una vita, altri sono usciti sconfitti nel tentativo di negarla, altri ancora sono in cerca di consolazione. l`infelicita` abita da sempre nel cuore dell`essere umano. la sua cura e` stata affidata nei secoli alla religione, alla famiglia, ai manicomi, all`arte. mai pero` come in questi anni la farmacologia e` stata cosi invadente nel tentativo di appropriarsene per neutralizzarla. e il concetto di infelicita` si e` allargato a dismisura al punto da farci sentire come patologica ogni lacuna nelle nostre prestazioni. ma siamo certi che l`infelicita` sia una malattia? in questo libro non ci sono ne` ricette ne` rimedi. ma un tentativo di rimettere la parola e l`ascolto al centro del discorso. e di restituire dignita` a una condizione umana.

Biennale di Venezia, 1982, IT. Volume edito da La Biennale settore cinema e spettacolo televisivo che contiene gli atti del convegno di Venezia 25/29 marzo 1981 e Manoscritti Veneziani n. 7, in cui si affrontano questioni come il film è un bene culturale? Cosa, come e perchè conservare, Rpapporto sul cinema: storici e critici a confronto, Il futuro del film è nella sua memoria e Dalla cineteca alla mediatica.
