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"tre anelli" e` il racconto di tre vite geniali e randagie, quelle di tre uomini che hanno scelto o subito l`esilio in momenti diversi della storia. ed e` allo stesso tempo il racconto di una tecnica letteraria, la narrazione ad anello che, almeno dall` odissea, e` il ritmo con cui l`occidente plasma le storie. ma "tre anelli" e` anche il racconto di un modo di vedere il mondo, il racconto della vita di tutti, perche` le vite di tutti sono fatte di luce e oscurita`, di curve e deviazioni, di incontri e abbandoni, di anelli che ci fanno scoprire noi stessi. . < tre anelli e` stupendo. mendelsohn fa qualcosa che di solito associamo ai migliori scrittori di finzione - penso a sterne, proust, eco o calvino>. helen dewitt . chi e` lo straniero errante, l`esule, il viaggiatore sperso? oggi potrebbero essere i tanti popoli che lasciano le loro terre e attraversano il mediterraneo, nel novecento sono stati gli ebrei - i piu` fortunati almeno - che hanno lasciato la germania e l`europa. in passato i tanti che hanno abbandonato la loro terra a causa di una guerra, di un rovescio, di un accidente. questa frase torna ciclicamente in "tre anelli" di daniel mendelsohn, via via che l`autore la vita di tre esuli, diversi ma in qualche modo uniti: erich auerbach, il piu` grande critico del novecento, ebreo che fuggi` dalla germania di hitler e scrisse il suo grande classico sulla letteratura occidentale, mimesis, in esilio a istanbul; francois fe`nelon, l`arcivescovo francese del diciassettesimo secolo il cui

ci sono cose che non si raccontano perche` le parole sono scogli nel mare. ci sono cose che non si raccontano per vergogna, rabbia, troppo dolore, e perche` se non le racconti, in fondo puoi sempre credere che non siano successe. antonella e andrea vogliono un figlio: adesso lo vogliono proprio, lo vogliono assolutamente. ma e` come se non ci fosse niente di semplice, nel desiderio piu` naturale del mondo: tutto cio` che puo` andare storto andra` storto, anche l`inimmaginabile. antonella lattanzi ha trovato parole esatte per questa storia, che e` sua e di tutte le donne - ambiziose, indecise, testarde, libere di scegliere. un libro emozionante, che non si riesce a smettere di leggere, straordinariamente contemporaneo. (nicola lagioia). non e` mai il momento giusto per fare un figlio. prima vogliamo vivere, viaggiare, lavorare. antonella vuole diventare una scrittrice: la sua e` un`ambizione assoluta, senza scampo. per questo a vent`anni, per due volte, interrompe volontariamente la gravidanza. quando anni dopo si sente invece pronta, con un compagno a fianco, e` il suo fisico a non esserlo. e cosi` inizia l`iter brutale dell`ostinazione, dell`ossessione, della medicalizzazione. certi supplizi, le aspirazioni inconfessate, la felicita` effimera e spavalda, la sofferenza e la collera. si direbbe una storia gia` scritta, ma qui non c`e` nulla di consueto: e` come raccontare da dentro una valanga, con la capacita` incredibile, rotolando, di guardarsi e non crederci, e sfidarsi, condannarsi, sorridersi per farsi coraggio. in un crescendo di indicibile potenza narrativa, antonella lattanzi descrive (sulla sua pelle) la forza inesorabile di un desiderio che non si ferma davanti a niente, ma anche i sensi di colpa, l`insensibilita` di alcuni medici, l`amicizia che sa sostenere i silenzi e le confidenze p

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