
chet baker - musicista, eroinomane, pioniere del cool jazz della west coast e` sempre stato una figura tanto venerata e affascinante quanto misteriosa. fino all`uscita di queste memorie, scoperte a dieci anni dalla morte, grazie alle quali possiamo ascoltare una volta per tutte la sua vera voce. baker domino` la scena del jazz negli anni cinquanta, lavorando a stretto contatto con musicisti del calibro di charlie parker e stan getz. tuttavia nel decennio successivo si trovo` risucchiato in una spirale sempre crescente di eroina, cocaina e droghe chimiche. dentro e fuori dal carcere, passando di relazione in relazione, da una parte all`altra dell`atlantico, in cerca di una sorta di riscatto: questo e` il suo memoriale. qui, alle reminiscenze della sua infanzia si susseguono le storie di donne, i ricordi da galeotto, la dipendenza raccontata con il gergo del tossico e - naturalmente - le mille esperienze nel mondo del jazz: in tutto l`arco della sua vita, infatti, baker e` sempre tornato a rifugiarsi nel conforto che la musica portava con se`, sotto l`ala accogliente delle placide note della sua tromba e dei sussurri sommessi della sua voce. fino a questa preziosissima testimonianza autobiografica, le sue registrazioni erano tutto quello che avevamo.

a distanza di dieci anni dalla sua morte, la singolarita`, l`unicita` della fisionomia di sciascia spicca, se possibile, ancor piu` di prima. ne avranno conferma i lettori percorrendo questa raccolta di testi sinora difficilmente reperibili e mai raccolti in volume. benche` i temi siano disparati, si passa dall`uno all`altro quasi lungo il filo di una sola indagine, che e` poi quella cui sciascia si dedico` tutta la vita, limitandosi a "dormire con un occhio solo" (come recita il titolo di uno di questi saggi) - immagine che indica il continuo scrupolo di verificare e mettere alla prova anche i moti piu` segreti, anche i piu` entusiastici.






la figura di alexander langer (1946-1995) e` piu` attuale che mai. per certi aspetti, anzi, nel dibattito sociale e politico langer e` oggi piu` conosciuto, e "riconosciuto", di quando era in vita e doveva subire anche amarezze e misconoscimenti. marco boato, che ha condiviso tante iniziative di langer, ci presenta il ritratto di un autentico e coerente testimone del nostro tempo: le radici sudtirolesi, il rapporto con la chiesa, la formazione, il sessantotto, l`impegno politico e la "conversione ecologica", la nonviolenza, l`impegno per il dialogo interetnico. come ricorda il cardinale loris capovilla nella presentazione, "anche alex ha perseguito ostinatamente la pace, e, insieme, la custodia del creato. ha inseguito con tenacia questi ideali. ne ha fatto la sua passione e la sua vita". completano il volume le testimonianze di peter kammerer, adriano sofri, leonardo zega, edi rabini.




furono in molti, negli ultimi mesi della rsi, a varcare apertamente o di soppiatto il portone dell`arcivescovado di milano per conferire con il "grande mediatore", il cardinale ildefonso schuster. erano alti gradi delle forze armate, esponenti fascisti di primo piano, ufficiali della wehrmacht germanica e addirittura delle ss tedesche. tutti muniti di richieste e di proposte, tutti interessati e, anche segretamente impegnati, alla ricerca di uno spiraglio d`intesa allo scopo di evitare la resa dei conti e la conclusione traumatica del conflitto che da diciotto mesi insanguinava il centro-nord.





"stro`legh" usci` nel 1975 in questa collana, con un`introduzione di franco fortini. era il terzo libro di loi, ma fu quello che lo proietto` immediatamente, nonostante il suo dialetto milanese spurio, inventivo e non semplice, nella ristretta cerchia dei poeti italiani piu` importanti. tre anni dopo usci` "teater", sempre nella

un vocabolario che comincia con un "abbraccio" e prosegue con "cuore", "dedica", "incontro", "notte", e "piangere" in cui barthes interviene con il suo sottile ingegno di linguista a collezionare tutti questi discorsi spuri in un unico soliloquio. per il grande pensatore francese l`amore e` un discorso sconvolgente ed egli lo ripercorre attraverso un glossario dove recupera i momenti della "sentimentalita`", opposta alla "sessualita`", traendoli dalla letteratura occidentale, da platone a goethe, dai mistici a stendhal. si realizza cosi` un repertorio suffragato da calzanti riferimenti letterari e da obbligati riferimenti psicanalitici sul lessico in uso nell`iniziazione amorosa.

benche` costretto, nel 1932, ad accettare una nuova "sfacchinata" ingegneresca, gadda non ha la minima intenzione di dissipare la notorieta` che "la madonna dei filosofi", uscito l`anno prima, gli ha procurato nell`ambiente dei letterati. la scrittura e` per lui "un prepotente bisogno", e un ripiegamento sarebbe inconcepibile: "la realta` deve essere, il resto non importa". con i proventi della corvee presso i servizi tecnici del vaticano finanziera` dunque nel 1934 "il castello di udine": libro variegato, riluttante a ogni definizione di genere, stilisticamente tracotante. i ricordi di guerra ci consegnano la bruciante delusione di chi ha visto il sogno di "una vivente patria, come nei libri di livio e di cesare" annientato dall`incapacita` degli alti comandi di raffigurarsi le "correlazioni complesse" che legano l`esercito "al resto del mondo"; dal mito, "ignobile e turpe", della furberia; da una prigionia che lo ha travolto "verso la riva dell`inutilita`". ma subito dopo la cronaca di una crociera nel mediterraneo proietta l`immagine di un mondano, ironico reporter; l`invettiva contro i musici di strada, molesti perturbatori delle notti milanesi, quella di un bizzoso moralista; il racconto "la fidanzata di elio" - dove le virtu` di luisa lasciano presagire una vita "drappeggiata di linoleum, risfolgorata di nichelio" - quella di un incendiario robespierre della borghesia milanese. a ben vedere, tuttavia, un filo rosso, tenace e segreto, unisce queste prose in apparenza disparate, screziandole di dolore e di sangue, come se la prima sezione gettasse fiotti d`ombra su tutta la raccolta: il lutto insanabile per chi e` caduto in guerra - come il fratello enrico, "la parte migliore e piu` cara di me stesso".

bologna, tardo giugno dell`anno domini uno nove nove due: il vecchio alex e` l`ombra di se stesso. a ridurlo in ruina, la partenza per l`america di una ragazza diversa da tutte le altre: la soave adelaide e` ormai approdata in una remota contea della pennsylvania, e restera` laggiu` per l`intero anno scolastico. come sopravvivere alla sua mancanza per dodici lune? per fortuna ci sono gli amici. e` l`anno dell`europa unita e dei confini che cadono, l`estate perfetta per raggranellare denari e partire in interrail, incontro alla liberta`. frattanto, dall`altra parte dell`oceano, aidi prende le misure al nuovo mondo e fronteggia un`inattesa solitudine. l`estate trascolora in autunno, arrivano il natale e un anno nuovo dallo sghembo finale dispari. nessuno dei due sa dimenticare l`altro, ma la nostalgia rischia di mandarli a fondo entrambi. la distanza e` una condanna senza appello? si puo` crescere restando fedeli a se stessi? cosa si puo` raccontare e cosa invece va taciuto? sono domande che tanto lui quanto lei si pongono, consegnando la propria voce all`archivio magnetico, alle pagine del diario e a lettere struggenti che impiegano tre settimane per arrivare a destinazione. un giorno, forse, non serviranno piu` le parole; bastera` tornare a guardarsi negli occhi e all`istante sara` tutto chiaro. a trent`anni dalla pubblicazione di "jack frusciante e` uscito dal gruppo", uno dei piu` grandi bestseller della letteratura italiana, enrico brizzi ci regala un nuovo viaggio nel mondo di alex e aidi, i protagonisti che hanno emozionato tre generazioni di lettori. cos`e` successo dopo la loro separazione? la risposta e` questo sorprendente romanzo a due voci, tenero e feroce come la stagione elettrica dei diciott`anni, con tutti i dolori, le domande e le sorprese che porta con se`.