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florindo flores deve precipitosamente tornare a torino per scoprire chi sta ordendo delle truffe con al centro delle copie "originali" del manoscritto dei nibelunghi. una e` gia` stata venduta a milano per due milioni di euro; e uno studioso di letteratura tedesca fallito, herr null, viene ucciso mentre cerca di piazzarne un`altra, momentaneamente nelle mani della sprovveduta contessa roxilda. a capo dell`organizzazione c`e` un criminale che vive in una villa fuori milano, circondato da una squadra di stupidi gorilla dal grilletto facile.

come nasce un eroe? i greci raccontavano che eracle aveva rischiato addirittura di non venire al mondo. un eroe infatti non nasce quando capita, ma quando il volere di un dio, o una certa congiunzione astrale, decidono che la sua eccezionalita` deve manifestarsi. questo libro attraversa i cieli stellati della mitologia e dell`astrologia antica, e prosegue il proprio cammino soffermandosi a tebe: qui la futura madre di eracle, alcmena, soffre doglie mortali finche` una fanciulla non riesce a ingannare le nemiche della partoriente e permettere la nascita dell`eroe. solo che la liberatrice di alcmena viene trasformata in donnola. bettini compie un viaggio attraverso la mitologia per spiegare il perche` della scelta di questo animale.

nell`energia di queste densissime pagine, franco buffoni realizza un importante capitolo di vitale apertura e novita`: nella sua opera, naturalmente, ma in genere nei percorsi della poesia d`oggi e non solo italiana. in "betelgeuse e altre poesie scientifiche" l`autore procede infatti articolando una fitta serie di esplorazioni intellettuali e poetiche, muovendosi puntuale nel campo della scienza, nell`onda di una sua avventura del pensiero, lucidissima tanto da apparire visionaria. eccoci passare, per esempio, dall`umano antenato piu` antico alla creazione dell`intelligenza artificiale. eccoci co`lti a vivere . buffoni esplora questi nuovi territori del linguaggio con fermezza razionale di accenti e con una nitida asciuttezza di parola, che pure custodisce in se` l`emozione inesauribile della scoperta. lo fa, appunto, muovendosi tra i due estremi dell`astrofisica e della microbiologia, e attingendo a un vasto repertorio di conoscenze scientifiche, i cui termini hanno spesso gia` in se` una vera e propria autonoma pregnanza poetica. ma nel suo cantare - con voce che evoca lucrezio e leopardi - la fine dell`antropocene, l`autore chiama in causa anche il mito e la storia: da qui le sorprendenti catene di legami evocativi per cui erbio e disprosio - da nudi elementi della tavola periodica - trasfigurano nei santi cosma e damiano, in dialogo con il domatore di cavalli castore e il pugile polluce. decisivo e` anche l`implicito invito che il poeta rivolge al lettore di questo libro-poema: uscire dalle angustie di un io troppo volto a se stesso e di un antropomorfismo ormai incapace di far volare l`esserci. perche` si possa meglio orientare la mente verso il variabile cuore dell`universo, nelle vertigini e nel perenne incanto del suo immenso pulsare di spazio e tempo.

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