



un racconto e due saggi. il racconto "una ragione per cui" e` la storia della nascita, dello sviluppo e del declino di una cultura esistita in un`epoca assai remota, ma che per molti versi richiama alla mente le civilta` moderne. come pure nelle opere "shikasta" e "memorie di una sopravvisuta" e` il tema della memoria a dominare il racconto e i saggi contenuti nel volume, in una commistione di generi che ha come filo conduttore quello del ricordo di epoche passate riviste nell`ottica della modernita`.











dieci parole chiave dell`esperienza cristiana, connesse con i fatti fondamentali che si vivono in quanto cristiani. sono parole portanti, attorno a cui ne ruotano tante altre, ma essendo spesso ripetute rischiano, purtroppo, di perdere il loro valore, di sfocarsi. sono state scelte dal vangelo secondo marco seguendo l`ordine mediante il quale sono organicamente collegate e devono essere vissute: vangelo, conversione, fede, battesimo, perdono, guarigione, croce, dio, figlio dell`uomo e risurrezione. non e` stata citata una parola importantissima sia per un cristiano sia per ogni credente: preghiera. tutto non avrebbe grande valore se non fosse accompagnato dalla preghiera, alla fine di ciascuna delle dieci parole chiave, viene riportato un brano da quella antichissima raccolta di preghiere del popolo ebraico e cristiano, che va sotto il nome di salmi.





agosto 1938. un momento tragico della storia d`europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. chi raccoglie la testimonianza di pereira, redatta con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: sostiene pereira? questo non e` detto, ma pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe. introduzione di andrea bajani.


mancava un po` a tutti, l`intrattabile miss shepherd. ai moltissimi lettori della "signora nel furgone", naturalmente. ma soprattutto al suo riluttante e devoto biografo, alan bennett, che come si poteva immaginare ha colto al volo la proposta del regista nicholas hytner: scrivere un film che avrebbe visto maggie smith nel ruolo della protagonista. dal lavoro sul film e` nato poi questo libro, che oltre al testo originale e alla sceneggiatura contiene uno scritto introduttivo di pungente sincerita` dove per la prima volta bennett, anche grazie a nuove pagine di diario, racconta fino in fondo la singolare relazione che per quindici anni lo ha legato al piu` eccentrico dei suoi personaggi, svelando a uno a uno, con nostro irrefrenabile divertimento, i lati piu` curiosi dello strano mestiere che, senza quasi volerlo, ha finito per fare - piu` o meno meglio di chiunque altro.

"il mare stava arretrando. anziche` sommergere la costa, onde alte come falesie si ritraevano impetuose verso il largo. un deserto di basalto si estendeva fino all`orizzonte. coni vulcanici scintillanti di nero affioravano dall`acqua, simili a immensi tumuli. decine di migliaia di pesci che non erano stati risucchiati dalla marea si dibattevano sul fondale asciutto in un luccichio di squame. su quella distesa di roccia nera giacevano sparpagliati scheletri bianchi che sembravano di squali o balene, relitti di navi, barre di ferro lucenti, tavole di legno avvolte in vele a brandelli. il mare era scomparso alla vista. non e` piu` un`isola, pensavo contemplando l`orizzonte ". un vasto cimitero sul mare. migliaia di tronchi d`albero, neri e spogli come lapidi, su cui si posa una neve rada. e intanto la marea che sale, minacciando di inghiottire le tombe e spazzare via le ossa. da anni questo sogno perseguita la protagonista gyeongha che, dopo una serie di dolorose separazioni, si e` rinchiusa in un volontario isolamento. sara` il messaggio inatteso di un`amica a strapparla alla sua vita solitaria e alle immagini di quell`incubo: quando inseon, bloccata in un letto di ospedale, la prega di recarsi sull`isola di jeju per dare da bere al suo pappagallino che rischia di morire, gyeong-ha si affretta a prendere il primo aereo per andare a salvarlo. a jeju, pero`, la accoglie una terribile tempesta di neve e poi un sentiero nell`oscurita` dove si perde, cade e si ferisce. e` l`inizio di una discesa agli inferi, nel baratro di uno dei piu` atroci massacri che la corea abbia conosciuto: trentamila civili uccisi, e molti altri imprigionati e torturati, tra la fine del 1948 e l`inizio del 1949. una ferita mai sanata che continua a tormentare le due amiche, proprio come aveva tormentato la madre di in-seon, vittima diretta di quel crimine. tre donne, unite dal filo invisibile della memoria, che con determinazione si rifiutano di dimenticare, di dire addio e troncare il legame con