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il nuovo romanzo di silvana grasso racconta in toni comici e grotteschi le ossessioni di una virilita` che si rovescia in un dramma di solitudine e destino. l`albero di giuda e` la storia di sasa` azzarello, un vecchio siciliano di cui si ripercorre la vita.

"i racconti di tre sentieri per il lago... sono una delle grandi raccolte narrative del nostro secolo. senza saperlo e volerlo, la bachmann si allontano` un poco da se stessa: cancello` o sfumo` l`ossessione in cui aveva vissuto; e l`ultimo racconto, che da` il titolo alla raccolta italiana, e` in qualche modo una riconciliazione con la figura paterna e con l`austria materna, sebbene l`incontro e l`addio siano cosi` dolorosi" (pietro citati).

"dopo aver creato il cane, dio si fermo` un istante a contemplarlo nelle sue incertezze e nei suoi slanci, annui` e seppe che era cosa buona, che non aveva tralasciato nulla, che non avrebbe potuto farlo meglio": scritta da rilke a un`amica, e` la frase che troviamo sulla soglia di questo romanzo - una nuova incursione di rosa matteucci nell`universo aggrovigliato e dolente dei rapporti familiari. nella famiglia della narratrice sono proprio i cani ad assumere un ruolo determinante: quello di una "risicata passerella di corde gettata fra due impervie ripe sentimentali". da un lato del baratro c`e` una madre di "leggendaria bellezza", refrattaria a qualunque "smanceria", sorda a ogni "desolato richiamo d`amore", e del tutto disinteressata a fornire alla prole piu` che un incorporeo nutrimento spirituale; dall`altro, una figlia convinta da sempre della propria inadeguatezza, che non nasconde "una malsana predilezione per quello sfaticato" di suo padre, e votata all`accudimento di una lunga serie di cani, tanto deliziosi quanto pestiferi (e nutriti, loro si`, parecchie volte al giorno). finche` non si trovera`, la figlia, a dover accompagnare la madre, amata sempre di un amore tacito e geloso, nel drammatico percorso della malattia che la portera` alla morte. ancora una volta, con il consueto, lucido puntiglio e con quella lingua ardita e immaginosa che e` soltanto sua, rosa matteucci mette in piedi un teatrino degli affetti al tempo stesso struggente e grottesco...

"zanna bianca, il protagonista del romanzo, e` l`unico di quattro cuccioli che riesce a sopravvivere in una grotta dello yukon, sopra un torrente, lontano da ovunque. dentro la tana inaccessibile, il piccolo lupo viene al mondo generato da colei che viene semplicemente presentata come `la lupa` e la prima parte del libro lascia in questa sospensione il lettore per condurlo sulla pista dei valori `primordiali`, senza nomi e cognomi. e come se london volesse sfruttare un archetipo e i suoi simboli; solo in seguito scopriamo che `la lupa` e` kiche, figlia di un lupo e di un cane, una femmina agguerrita e astuta, gia` di proprieta` del capotribu` castoro grigio. [...] zanna bianca nasce nel wild e nasce lupo con dentro il codice genetico del cane: quest`altro archetipo alla fine prevarra` dopo una lunga storia formativa fatta di durezza e amore, rinuncia e crudelta`. anche il padre di zanna bianca e` un archetipo, ma il vecchio lupo grigio occhio solo, sopravvissuto a mille battaglie e alla furia della natura selvaggia, diventa il simbolo della vita che sopravvive a se stessa, del wild che scorre dalle generazioni che lo hanno preceduto a quelle future." (dalla postfazione di davide sapienza). con un testo di mario maffi.

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