
dove pote` mai fuggire la donna di nome wang, rea di adulterio, prima di venire assassinata dal marito? sicuramente lungo strade infestate da briganti, battute da nercanti di te`, monaci taoisti, cantastorie itineranti. e sopratttutto lontano dalla legislazione labirintica e spietata che, nella cina del seicento, stringeva la donna in una morsa. ripercorrendo vicende rimaste impigliate in opache complilazioni di storia locale o convenzionali trattati destinati alla formazione dei burocrati, e servendosi del contrappunto di uno dei maggiori scrittori del tempo, p`u sung-ling, spence resuscita una societa` devastata da cataclismi e carestie, in cui un sistema feudale fondato su un complesso apparato vessatorio deve far fronte a razzie e ribellioni.

ottocento. su un passo appenninico sorge un`antica locanda, chiamata il palazzo del papa, perche` le eminenze che attraversano il valico vi fanno sosta. durante il soggiorno di un influente cardinale, si consuma un delitto, un fatto, evidentemente, passionale. ma cio` che si occulta e` un disegno diverso, che diventa - come sempre nelle opere di micheli simbolismo del congegno della storia: nel caso il tramonto del papa re.



"il telaio" e` il terzo e ultimo volume della trilogia di dib dedicata all`algeria prerivoluzionaria. omar ora ha tredici anni ed e` giunto per lui il momento di aiutare la famiglia nella dura lotta per la sopravvivenza lavorando. la madre lo accompagna percio` da un tessitore della citta` di tlemcen presso il quale svolgera` un apprendistato professionale e umano. i tessitori, che lavorano quattordici ore al giorno in cantine buie, umide e malsane, discutono all`infinito, sognano e imprecano, cercando di capire la causa di tanta fatica e di tanto dolore. sono uomini vinti, stanchi, fiaccati da fatica e fame, che finiscono per sfogare la propria frustrazione sul giovane omar, che diventa il loro zimbello. dai discorsi e dalle chiacchiere dei personaggi emergono le fisionomie dei diversi caratteri, mentre per omar si fa strada una lenta presa di coscienza della propria condizione, foriera di una nuova possibilita` di riscatto per il popolo algerino. fuori della cantina intanto poveracci e mendicanti riempiono le strade.

questo libro vuole dimostrare che la filosofia non e` una disciplina astratta, lontana dalla vita, incomprensibile, soprattutto inutile. si tratta solo di presentare i problemi nel modo giusto, partendo dalle esperienze quotidiane e dalle domande che tutti ci poniamo. l`autore cerca di farci capire che cos`e` la filosofia, partendo da esempi pratici, invitando a interrogarci, a esprimere le nostre concezioni spontanee su un determinato problema e mostrandoci come lo stesso problema possa essere affrontato con procedure diverse e secondo differenti punti di vista.


Due LP in un CD.


quando jane eyre usci` nel 1847 sotto lo pseudonimo maschile di currer bell, un critico che lo recensi` molto favorevolmente non si lascio` ingannare: . in parte autobiografico, questo romanzo ricco di colpi di scena da feuilleton fece scalpore nella societa` vittoriana per il coraggio e la franchezza della sua protagonista: una giovane donna senza dote ne` avvenenza, ma intelligente e tenace, forte e generosa, che dopo un`infanzia segnata da solitudine e privazioni trova la via del riscatto nel suo lavoro di istitutrice. nella casa di edward rochesterjane scopre anche l`amore, un sentimento che per trionfare dovra` fare i conti con i fantasmi del passato e la volonta` di questa antieroina di difendere prima di tutto la propria dignita`. a piu` di sessant`anni dalla pubblicazione, la storia di jane eyre conquisto` anche una lettrice sofisticata come virginia woolf:

dopo aver trascorso un periodo in carcere, il giovane elias rientra nella sua isola d`origine, la sardegna. la barbagia e i suoi orizzonti bucolici hanno profondamente segnato il carattere del ragazzo. e il suo destino: lavorare nell`ovile di casa, assieme ai genitori e ai fratelli, ritrovando la serenita` di altri tempi. i giorni scorrono ed elias si innamora perdutamente della moglie di suo fratello pietro, maddalena, che sembra ricambiare il sentimento. la donna rimane incinta di elias e il giovane, sconvolto dal senso di colpa, decide di diventare sacerdote. la famiglia e`, pero`, scossa da un terribile lutto. elias e` a un passo dai voti, maddalena lo prega di restarle accanto e di crescere il neonato insieme a lei. gli esiti, come sempre accade nei romanzi di deledda, sono imprevedibili.

il termine "decostruzione", solitamente associato all`opera di jacques derrida, e` forse uno dei piu` equivocati della filosofia del novecento, e sembra ancora lontano il tempo in cui si giungera` a una piena comprensione di quanto abbia prodotto e produca ben al di la` delle semplificanti formule a cui lo si e` spesso ridotto. in questo secondo volume di "psyche`. invenzioni dell`altro" e` possibile verificare in che senso la decostruzione non e` ne` un`analisi ne` una critica tecnicamente intese come scomposizioni padroneggiabili, ma un esercizio del pensiero che si produce come lettura esigente e rigorosa, capace di svelare le domande e le genealogie insospettate o nascoste che hanno strutturato e legittimato la tradizione filosofica occidentale. i saggi qui radunati - inaugurati dall`ormai famosa (ma non per questo conosciuta) "lettera a un amico giapponese" - interrogano heidegger, kant, michel de certeau e attraversano campi del sapere quali l`architettura, la storia, la teologia, il diritto e la politica, imponendo a ciascuno la radicale presa in carico dei non sempre dichiarati o consapevoli moventi epistemologici, politici, culturali che innervano i loro gesti e le loro procedure.