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gli anni turbinosi di un`italia ove i nodi di una modernizzazione non risolta vengono al pettine. anni settanta: il decennio piu lungo del secolo breve inizia nel 1966 con gli che accorrono a firenze invasa dall`arno e finisce nel 1982 con il trionfo ai mondiali di calcio. tra questi due poli corre una storia piena di speranze e di ferocia, di sogni e di violenza in cui l`italia, condizionata con forza dal contesto internazionale, vive trasformazioni profonde all`inseguimento di una sempre difficile modernizzazione. questo libro racconta quegli anni generosi e terribili in cui tutto e` sembrato possibile con uno sguardo generazionale non del testimone ma dello storico. un segnale tangibile della presenza di un risveglio giovanile non legato esclusivamente alla nuova classe operaia, bensi riguardante anche la piccola e media borghesia, coinvolta nel processo di scolarizzazione di massa allora in corso, si registro` in occasione dell`alluvione di firenze nel novembre 1966. tantissimi giovani, mossi da una volonta` d`impegno collettivo, accorsero in modo spontaneo nella citta` da ogni parte d`italia per rispondere anche al bisogno di un nuovo protagonismo generazionale. nell`immaginario comune quei ragazzi divennero i cosiddetti , che s`impegnarono volontari per salvare almeno una parte del patrimonio artistico e librario custodito nei musei e nelle biblioteche fiorentine sommerse dalle acque dell`arno. la voglia di contare si mescolava con un`ansia pungente di ribellione, che contestava i valori perbenisti e i modelli di vita borghesi. quell`irrequietezza esistenziale poteva trasformarsi in una rabbia sorda e impotente. e da qui che miguel gotor inizia a raccontare i momenti chiave del arrivando fino al 1982, data del trionfo dell`italia nei mondiali di calcio. un decennio turbinoso, ove le contraddizioni della modernizzazione sono il basso continuo su cui si muovono la contestazione giovanile

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se avete in mano questo libro vuol dire che siete tra coloro che gadda lo hanno solo sentito nominare ("l`ingegnere della letteratura", "il joyce italiano"), ma finora non lo hanno mai letto ("gadda e` troppo difficile", "gadda bisogna tradurlo"). oppure fate parte, come gli autori di questa impresa, della categoria degli "adepti", ovvero di coloro che in un certo momento della vita hanno incontrato un libro di gadda e, dopo lo smarrimento iniziale, hanno deciso che non lo avrebbero posato finche` non ne avessero capito almeno una pagina. perche` leggere gadda e` un`avventura: un esercizio di conoscenza, un viaggio nella lingua italiana, un corso pratico di ironia. a volte si ride irrefrenabilmente, fino alle lacrime, altre volte e` un riso amaro, sarcastico. questo gaddabolario, scritto dagli "adepti" per chi non lo e` ancora, raccoglie e spiega duecentodiciannove parole gaddiane - un numero da cabala "ingravallesca": via merulana 219 e` il centro in cui convergono tutti i delitti del pasticciaccio - da abracadabrante a zoluzzo. uno strumento indispensabile per addentrarsi, di parola in parola, nei labirinti dell`ingegnere e perdersi nel piacere della sua incomparabile prosa.

"di tanto in tanto, per offese reali o presunte, mia madre e mio padre smettono di parlarmi. in inghilterra c`e` una curiosa espressione per indicare la cosa: si dice "essere mandati a coventry"". raccolta di scritti letterari, culturali e in parte memoir, "coventry" affronta temi diversissimi come le dinamiche familiari, le questioni di genere, l`opera di autori quali natalia ginzburg, d. h. lawrence e kazuo ishiguro. ne emerge un libro coraggioso, colto e di esemplare bellezza formale, che offre il meglio del pensiero di rachel cusk. lo sguardo analitico, ma anche pieno di echi e sfumature, di una delle scrittrici piu` importanti dei nostri anni. al centro delle sue riflessioni, il nesso tra la produzione artistica e lo splendido groviglio che sono le nostre esistenze.

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