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rispetto al testo pubblicato da nievo nel 1857, il manoscritto autografo del 1855 qui stampato per la prima volta conserva una versione del conte pecoraro profondamente differente e molto suggestiva, che consente di seguire da vicino il lavoro dello scrittore e di comprenderne la riflessione. la versione manoscritta infatti documenta una fase anteriore a quella "caricatura" espressiva che caratterizza, com`e` noto, l`edizione del 1857. in questo senso sembra essere piu` vicina al progetto originario, formulato da nievo nella primavera del 1855, di scrivere un romanzo "semplice semplice", in ideale corrispondenza col suo tema rurale e contadino. si tratta di un testo ancora "in movimento", ancora non licenziato dallo scrittore, che manifesta un modello di romanzo e di scrittura profondamente diverso e addirittura alternativo a quello poi adottato e seguito, e non solo a livello linguistico. rispetto agli esiti finali, questa stesura iniziale ci permette oggi di leggere le prime pagine del nievo romanziere: pagine che hanno tutto il fascino dell`immediatezza, e che ci presentano scene del tutto abbandonate nella versione definitiva. per esempio, il narratore che focalizza progressivamente la povera cucina di torlano in cui, sul far della sera, vengono presentati i personaggi, si perde si nella versione a stampa del conte pecoraro, ma tornera` alla mente dello scrittore quando introdurra` nella cucina di fratta i personaggi delle "confessioni d`un italiano".

. e plinio il giovane a documentare nelle epistole l`eruzione del vesuvio del 79 d.c., ma la voce narrante e` qui, inconfondibilmente, quella di citati. nessuno come lui ha saputo riverberare e dilatare nella sua scrittura il fascino dei libri che leggeva e amava - e trasmetterci il desiderio irresistibile di leggerli e amarli a nostra volta. ne` c`e` da meravigliarsi: piu` che critica letteraria, la sua e` interpretazione narrata, racconto che tramuta ogni libro e il suo autore in indimenticabili personaggi: . letteratura sulla letteratura, in definitiva, o anche letteratura scaturita dall`arte, ma non alla maniera dell`amico manganelli, attento come ogni buon re`tore a frapporre tra se` e cio` che scriveva ; nelle pagine di citati la letteratura circola libera e impetuosa, ci avvolge e ci contagia, lasciando intravedere dietro di essa la sua vera e piu` antica vocazione, leggere: .

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