
"gli scritti critici di robert schumann costituiscono una testimonianza della vita musicale romantica d`insostituibile valore. in essi e` la rivelazione di chopin, presentita con indescrivibile acume sin da un`opera della piu` acerba giovinezza; di berlioz, imposto all`attenzione del pubblico europeo con una memorabile analisi della sinfonia fantastica; di brahms, annunciato solennemente come l`iniziatore di nuove vie in un ultimo scritto che e` al tempo stesso una sorta di testamento spirituale e la consacrazione di una novella forza creatrice. come sempre avviene quando si tratta di uno scrittore ben vivo e originale, la critica schumanniana ha un timbro inconfondibile e tanto piu` raro in quanto dal musicista si e` soliti attendere disquisizioni tecniche aride e secche, mentre in essa il tono poetico supera di gran lunga quello minuziosamente esegetico, delizia del mediocre e del pedante. l`acutezza del giudizio si accompagna non soltanto alla raffinatezza del gusto, ma a un`assoluta probita` morale che e` veramente da pregiare quando si mostra cosi` costante in tutte le manifestazioni di una lunga, quotidiana attivita` inevitabilmente esposta, per sua natura, a tentazioni non buone." (dallo scritto di luigi ronga)

man ray (1890-1976), pittore, fotografo, scrittore, cineasta, ha preso parte a molte delle piu` significative esperienze artistiche di questo secolo. questa sua autobiografia, scritta con semplicita` e umorismo, ne e` la testimonianza piu` viva. nei ricordi del settantenne artista prendono figura i "grandi" di questo secolo: kiki di montparnasse, gertrude stein, picasso, duchamp, bali, max ernst, picabia, eluard, breton, ezra pound, james joyce e molti altri. come in un gioco di specchi, man ray parlando degli altri parla di se`. rivendica la propria originalita`, denuncia i torti subiti e saluta gli amici fedeli. come egli stesso scrive, "in questo libro tutti i personaggi sono sfuocati, solo la mia immagine e` netta". eppure e` un`immagine che sfugge, perdendosi in una miriade di sfaccettature. e cosi`, di volta in volta, il lettore scoprira` una prospettiva diversa che illuminera` la figura sotto un`altra luce. si avra` un man ray fotografo, un man ray pittore, e poi di seguito e senza fiato, amante, inventore, automobilista, fuggiasco, esule, incompreso, megalomane. ma chi era, in definitiva, man ray? la risposta piu` convincente sembra essere ancora quella che marcel duchamp, suo amico di sempre, diede nel 1959: "man ray, n. m. synonime de joie, jouer, jouir".




Nel Dvd cinque tra gli episodi più belli della serie del Professor Balthazar: "Il tranviere volante" Ernest, l'uccellino, insegna al tranviere Fabian a volare. Ma il tram incustodito provoca un grande ingorgo. A far felici tutti penserà il Professor Balthazar...; "Il maestro Koko" L'elefante suona splendidamente la sua proboscide. Ma un giorno mangia troppi gelati e allora... dovrà intervenire il Professor Balthazar; "Il topolino Ivor" L'orologio del Professor Balthazar si guasta. L'orologiaio Oscar scopre che negli ingranaggi vive un topo appassionato di pendole e cucù... Una storia ventosa In città cominciano a piovere cappelli. E ombrelli, lettere, persino il postino. Eppure non c'è più vento. Il Professor Balthazar salta allora sulla sua vento-mobile e...; "L'uovomat di Victor" II piccolo alieno Zizi ruba un ingranaggio e il fantastico uovomat si guasta. Sarà il Professor Balthazar a trovare la soluzione per i guai sia di Zizi che di Victor... Età di lettura: da 4 anni.



il libro ripercorre la storia della street art, l`arte di strada, una delle forme piu` indefinibili dell`arte contemporanea: dai graffiti rupestri alle grottesche, dai murales messicani alla controcultura anni sessanta e settanta, fino a haring, ai writers, agli stencil murali, a banksy, blu, ericailcane, jr e tutti gli altri. in continua evoluzione, un po` dentro il mercato e un po` fuori, un po` gradita iniezione di creativita` per le nostre periferie e un po` ritenuta ai limiti dell`atto vandalico, certamente e` uno dei fenomeni piu` nuovi e vistosi della scena urbana del nostro tempo. questo libro ci aiuta a capire il fenomeno nelle sue sfaccettature ormai globali, ricostruendone la storia ma anche andando a scavare per trovare i precedenti.






lombroso e` stato uno degli italiani piu` celebri al mondo nella sua epoca, una figura di grande spicco nel panorama del positivismo europeo di fine e inizio secolo. ma dopo la sua morte il suo pensiero e` stato perlopiu` ridotto alle teorie sull`atavismo, liquidato in toto o irriso (e in quanto ebreo, il fascismo ha cancellato ogni sua traccia dalla toponomastica e ogni scultura commemorativa dai luoghi pubblici). con questo volume si vuole proporre un`immagine piu` sfaccettata di lombroso a partire da testi meno noti. alberto cavaglion ci propone il lombroso divulgatore, giornalista, poligrafo che si occupa di medicina sociale, ma anche di architettura, di politica, di questioni giuridiche, di storia, linguistica e letteratura. un ritratto intellettuale molto diverso e, dal punto di vista della scrittura, molto piu` piacevole rispetto a quello conosciuto attraverso i suoi controversi saggi accademici. il volume, che ripercorre un ampio arco temporale (dal 1851 al 1909, poco prima della morte) inizia con le pagine piu` intime: quelle dal diario giovanile, le lettere alla fidanzata che poi diventera` moglie, le pagine autobiografiche. poi si ripercorre la vasta gamma dei suoi interessi intellettuali, dalla passione per la filologia e la letteratura alla musica, dalla politica (socialista moderato) agli interventi sull`antisemitismo. non mancano pagine sulla medicina sociale e quelle tratte dal giornale che lombroso aveva organizzato nel manicomio di pesaro, facendo collaborare i pazienti. e naturalmente i suoi studi sulla follia in rapporto alla criminalita` e alla genialita`, ma sintetizzati in pubblicazioni divulgative mai riprese prima d`ora. il volume comprende anche un saggio di silvano montaldo sulla storia della collezione di reperti anatomici, antropologici e criminologici avviata in vita da lombroso e diventata poi il museo torinese a lui dedicato.