"i fascisti spuntarono pochi minuti prima delle due, protetti dal botto dei petardi nelle vie e nei cortili, mentre i balli erano ripresi dopo il brindisi. da dentro giungevano le note morbide e i versi innocenti di abat-jour, ma un colpo di pistola nella strada fermo` la musica. `aprite, o sara` peggio.` con centocinquantun bossoli per terra finiva la prima notte di gennaio e cominciava il 1922 italiano, l`anno del fascismo." nei mesi bui che conducono alla dissoluzione dello stato liberale mussolini, con la sua concezione tragica e spettacolare della vita, incrocia lo spirito del tempo: la politica viene ridotta alla sua dimensione fisica, la ritualita` soppianta la cultura. attorno, un cielo vuoto di stelle spente, in un mondo politico in disfacimento incapace di leggere la societa` in trasformazione, frastornato dall`eco mondiale della rivoluzione bolscevica e dalla suggestione contagiosa che il mito della russia irradiava da san pietroburgo. lo stato liberale italiano sembrava esausto e non lo sapeva, incapace di fronteggiare i nuovi fenomeni sociali e politici, come se non rientrassero piu` dentro le sue categorie antiche. il re e` solo. tocca a lui riempire la scena istituzionale, capo per grazia di dio e volonta` della nazione di uno stato che si frantuma venendo meno ai suoi impegni costituzionali, e giorno dopo giorno si arrende alla furia fascista che lo incalza per soppiantarlo. ezio mauro racconta l`anno decisivo della frattura tra due epoche: dopo la guerra, davanti al potere declinante delle dinastie, c`e` in italia l`impeto crescente, violento, del nuovo movimento fascista. e gia` un potere?