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quando, dopo la morte di cioran, furono ritrovati i trentaquattro taccuini che per quindici anni aveva riempito con le annotazioni piu` disparate, si rimase sbalorditi di fronte a quell`imponente giacimento, raccolto poi in un libro, quaderni, che leggiamo oggi come uno dei vertici della sua opera. a quel libro possiamo ora affiancare - e sara` come integrare in un mosaico numerose tessere mancanti - questa raccolta di frammenti rinvenuti nella bibliothe`que doucet di parigi. risalgono alla meta` degli anni quaranta, e sono le ultime pagine che cioran scrisse in romeno, quando gia` da sette anni si trovava a . e anche qui, tra schegge sulfuree, sentenze fulminanti, spietate dissezioni del proprio intimo, ci aggireremo nelle stanze piu` segrete di un pensiero in perpetua ebollizione - capace come sempre di trafiggere, con un colpo secco e preciso, tutto cio` che lo circonda: .

non ci sono che montagne a perdita d`occhio intorno al remoto villaggio dove la vecchia orin vive con il figlio tatsuhei e i quattro nipoti. un villaggio primordiale, soggetto alla legge implacabile della sopravvivenza, e insieme immobilizzato nel tempo inafferrabile di favole e leggende, dove riecheggiano ballate dai versi poetici e crudeli. e quando in famiglia si aggiungono due bocche da sfamare - la nuova moglie di tatsuhei e quella di kesakichi, il piu` grande dei nipoti -, e si approssima il traguardo dei settant`anni, un solo, gioioso pensiero occupa la mente di orin, da sempre abituata a pensare agli altri prima che a se stessa: prepararsi degnamente per il pellegrinaggio al narayama, la lontana montagna dove abita un dio. li` il figlio, dopo averla portata sulle spalle sino in cima, la abbandonera` al suo destino, come vogliono norme ancestrali, atroci ai nostri occhi eppure serenamente accettate. e mentre seguiremo la silenziosa ascesa di orin e tatsuhei, fra valli che paiono abissi senza fondo e vette dove i corvi volteggiano sul candore delle ossa, non potremo fare a meno di chiederci se questo romanzo aspro e lacerante, caduto come un meteorite nella letteratura giapponese degli anni cinquanta, sia davvero il frutto dell`invenzione di un outsider - o non scaturisca piuttosto dagli strati piu` profondi del nostro inconscio.

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