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in questo saggio atipico, le architetture della mezquita-catedral di cordoba, del ryoanji di kyoto, del potala di lhasa, della moschea di djenne`, del padiglione tedesco a barcellona, del megisti lavra di monte athos, delle torres de la ciudad sate`lite di citta` del messico, del campidoglio di chandigarh, si presentano come interpreti di un dialogo a distanza che si rinnova nel corso della storia alle diverse latitudini. e insieme ai relativi apparati figurativi - pittura, scultura, design e grafica - si confrontano nei diversi contesti urbani e naturali, nei diversi sistemi culturali di riferimento. qui sono riconosciute come

: da
, riflettono l`attitudine a realizzare artefatti formulati per la rappresentazione, l`immaginazione e persino l`allusione; da , riportano lo statuto artistico alla traduzione dei vincoli di uso-funzione in opportunita`. la selezione e` orientata dalla rilevanza artistica degli impianti iconografici, dalla convergenza tra culture, che pur declinandosi in modo specifico, si influenzano reciprocamente, e dall`attualita` delle tematiche coinvolte. il confronto si produce nel cortocircuito tra studio e viaggio, tra ricerca teorica ed esperienza diretta. allora architetti, artisti, autori, storici e studiosi vengono invitati ad esprimersi con le loro stesse parole; inoltre, a promuovere, come suggerisce vittorio gregotti, le emozioni della , o, come ludwig mies van der rohe, a pretendere l`intensita` degli , ovvero, come bruce chatwin, a frequentare la specificita` dei luoghi durante . di qui dovrebbe - e` l`ipotesi di ricerca - muovere la simpatia, o almeno l`empatia, non solo nei confronti di un singolo apparato figurativo, ma piuttosto nel riconoscimento di e/o che si ritrovano nelle pieghe della comune umanita` alle diverse latitudini. un ritrovarsi che attraverso la curiosita` potrebbe

una donna in dialogo perpetuo con se` stessa e con il mondo disegna una mappa delle sue ossessioni, del suo rapporto con l`amore e con il corpo, serbatoio di ipocondrie e nevrosi: il nuovo romanzo di daniela ranieri e` un diario lucido e iperrealistico, in cui ogni dettaglio, ogni sussulto di vita interiore e` trattato allo stesso tempo come dato scientifico e ferita dell`anima. dalla pandemia di covid-19 alla vita quotidiana di roma, tutto viene fatto oggetto di narrazione ironica e burrascosa, ma in special modo le relazioni d`amore: le tante sfaccettature di eros - l`incontro, il flirt, il piacere, le convivenze sbagliate, la violenza, l`idealizzazione, la dipendenza, l`amore puro - vengono sviscerate nello stile impareggiabile dell`autrice, un misto di strazio, risentimento, ironia impastati con la grande letteratura europea (e non solo). e forse e` proprio la lingua di daniela ranieri il vero protagonista di questo "stradario aggiornato di tutti i miei baci", una lingua ricchissima di echi gaddiani, di irritazioni a` la thomas bernhard, di citazioni, e allo stesso tempo inquietantemente diretta e inaudita, una lingua la cui capacita` di nominare e avvicinare le cose e` pari soltanto alla sua potenza nel distruggerle. lo stradario di daniela ranieri non e` solo un romanzo: ha la sostanza di un corpo vivente che abita nel mondo, di una voce che avvince e persuade con la forza della grande letteratura.

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