"a leggere la vastissima bibliografia critica - e spesso agiografica - su aby warburg, si ha l`impressione che la sua opera, edita e inedita, cosi spesso citata, ricordata e utilizzata. sia tuttora avvolta da una luce crepuscolare, da quella che nietzsche avrebbe chiamato . l`intento di questa silloge, che raccoglie saggi, frammenti, conferenze, e` delineare un orizzonte piu nitido della sua ricerca, spesso cosi frammentaria, muovendo dagli interrogativi fondamentali che l`autore si e` posto, e dalle funzioni che egli ha di volta in volta assegnato ai suoi scritti. e un tentativo - pur sempre parziale - di cogliere il senso e lo sviluppo del suo pensiero attraverso l`esercizio tipico e "violento" dell`interprete e del traduttore, che si fonda su un lavoro storico e filologico, e che si prefigge di contribuire a corrodere immagini scontate o ricorrenti mitologie. detto altrimenti: si tratta di far emergere quella capacita` di vedere in grande che un autore come warburg richiede e pretende, visto che la sua riflessione e` come una ragnatela che egli ha tessuto e tenacemente sviluppato e infittito nel corso della sua intera vita. una ragnatela che si prefiggeva di indagare le modalita` espressive che stanno a fondamento dell`orientamento umano e che sono oggettivate nei linguaggi, nei simboli, nei segni e nelle immagini. percio` warburg si era proposto di ampliare e amplificare la vita psicologica dell`uomo attraverso quel metodo che ha definito come psicostorico. ma forse e` destino dei grandi pensieri non comprendere fino in fondo se stessi. e warburg e` andato appunto spesso ben oltre le intenzioni che si era prefisso. cio` spiega - almeno in parte - perche` la sua opera sia stata modificata da tutti i presenti che si sono accavallati, e che non hanno esitato a interpretare e a disancorare il suo lascito dal contesto in cui era maturato. certo e` che senza decodificare il suo particolarissimo linguaggio e` arduo cogliere come la sua produz