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la parte piu` ricca e splendente della mitologia greca riguarda figure di semide`i. la natura eterna si mescola in loro alla fragilita` del corpo umano e, per quanto possenti e gloriosi, partecipano al destino comune di sofferenza e di morte. sono gli eroi e le eroine: guerrieri come achille, ma anche inventori come dedalo, fondatori di citta` come cadmo, figure profetiche come tiresia e cassandra. figure sacre, oggetto di culto, con le quali il tempo del mito confluisce in quello della storia, la natura diventa cultura, inizia la civilta` umana. le origini di queste vicende risalgono alle narrazioni orali dell`epoca arcaica, ma le imprese degli eroi percorrono tutta la letteratura greca e oltre: gli aristocratici guerrieri omerici, sempre proiettati nell`azione e animati da uno smisurato senso dell`onore e desiderio di fama, diventano, nella tragedia, creature d`inquietante e abissale profondita`, capaci di rappresentare in modo esemplare i dilemmi della societa` e i recessi piu` oscuri della mente; infine, nelle raffinate riscritture degli autori ellenistici e latini, l`eroe assume connotati squisitamente letterari. raccontando le vicende di odisseo, edipo, medea e tanti altri, questo libro - che, come gia` "il racconto degli de`i", prende le mosse dai
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l`opera del filosofo e sociologo tedesco jurgen habermas (n. 1929) e` assai conosciuta: e` stata, infatti, tradotta in molte lingue e su di essa e` disponibile una vasta letteratura secondaria. il volume intende offrire al pubblico italiano un`introduzione breve, ma relativamente completa e aggiornata, del suo pensiero. sono oggetto di attenzione la sua teoria dell`agire comunicativo; la valutazione che habermas ha fornito di autori classici e contemporanei; la sua tesi della razionalizzazione e colonizzazione del mondo vitale e le conseguenze di questi processi per l`agire comunicativo; la sfera pubblica come fonte di legittimazione; la ricezione, infine, della sua opera. diversamente da altre introduzioni, si e` preferito evidenziare la continuita` tematica del suo pensiero, piuttosto che suggerire la presenza di fasi di sviluppo. si sono inoltre privilegiati gli aspetti sociologici della sua riflessione, piuttosto che quelli filosofici.