
Musiche di Trevor Jones





opicino de canistris: artista, cartografo e anche un po` teologo e filosofo. per alcuni, semplicemente uno schizofrenico ossessivo. di se` diceva: "sono uno scoiattolo curioso". certamente opicino, vissuto nel trecento, e` una figura straordinaria di scrittore e disegnatore autodidatta. la sua fama e` conservata in due codici vaticani: 87 fogli cartacei e 27 grandi pergamene ricoperte da un fitto intreccio di disegni, mappe geografiche antropomorfe, simboli, figure geometriche, immagini di mostri e di belve, giochi di parole, brani autobiografici, racconti. dopo una vita vagabonda, opicino approda alla corte pontifi`cia di avignone e all`ombra del suo modesto incarico di copista vive nelle sue pergamene un`altra esistenza. in quelle carte ogni cosa si trasfigura: l`europa e` una donna dagli occhi sottili, la spagna e` il suo volto, il golfo di biscaglia un mostro che spalanca le fauci, le fasi lunari un affascinante gioco visivo. anche il corpo di opicino diventa una mappa che orienta e spiega la mappa del mondo. la sua autobiografia e` una sorta di elegante calligramma, composto in forma di canestro a ricordare, con un facile gioco etimologico, il suo nome di famiglia. mariateresa fumagalli beonio brocchieri e roberto limonta ci accompagnano nel mondo di opicino, dove grandi eventi e fatti personali vengono riscritti dalla forza simbolica del suo pensiero visivo. oltre a due saggi degli autori, alla biografia e alla descrizione del contesto storico e culturale, "volando sul mondo" contiene la traduzione dell`autobiografi`a di opicino e la ricostruzione completa di un disegno tratto dal codice vaticano latino 6435. sara` cosi` possibile ammirare le immagini del chierico pavese entrando nell`immaginario di un uomo geniale e inquieto vissuto al tempo del "nome della rosa".





"io son de dieci il primo, e vecchio fatto di quarantaquattro anni, e il capo calvo da un tempo in qua sotto il cuffiotto appiatto. la vita che mi avanza me la salvo meglio ch`io so: ma tu che diciotto anni dopo me t`indugiasti a uscir de l`alvo, gli ongari a veder torna e gli alemanni, per freddo e caldo segui il signor nostro, servi per amendua, rifa` i miei danni. il qual se vuol di calamo et inchiostro di me servirsi, e non mi to`r da bomba, digli: - signore, il mio fratello e` vostro -". le satire dell`ariosto, di forte influenza oraziana, sono un testo originale sia per l`inusitato utilizzo della terzina dantesca in una serie di componimenti epistolari, sia per l`abbandono del tono predicatorio e moralistico tipico della tradizione della satira dai tempi di giovenale, a vantaggio di un andamento piu` affabile e cordiale. i travagli personali, mescolati a divertenti quadretti narrativi, sfociano in profonde riflessioni sulla vita senza mai alcun momento di enfasi o toni troppo gravi. questo ne fa una delle opere piu` piacevoli fra i classici della letteratura italiana. cesare segre comincio` ad occuparsi di un`edizione delle satire dell`ariosto per einaudi alla morte di suo zio santorre debenedetti (1948), che aveva impostato il lavoro con l`assistenza del nipote. l`edizione usci`, dopo infinite vicissitudini, nel 1987 ed e` stata molte volte ristampata. ora ne proponiamo una versione aggiornata sulla base delle ultimissime correzioni d`autore e della nuova introduzione fatta uscire da segre per l`edizione francese delle belles lettres nel 2014, l`anno stesso della morte dello studioso. una sola la variante testuale, ma molti cambiamenti nelle note, nella nota al testo e nella bibliografia.