
una raccolta di 28 brevi riflessioni su testi della bibbia frutto delle meditazioni quotidiane dello scrittore. da un verso biblico analizzato, sviscerato, ascoltato e letto nella lingua originale, erri de luca trae spunto per considerazioni profonde e originali sui grandi temi che riguardano l`uomo e l`umanita` intera. dalle sue pagine emerge soprattutto lo stupore per l`immensita` del senso che si nasconde anche solo restando alla superficie delle


gli ebrei europei sanno che la shoa`h fu frutto della cultura di destra, razzista e nazionalista. le cose si sono pero` modificate e complicate col tempo. continua a esistere, drammatico, un antisemitismo di destra, ma e` tornato in superficie anche un antisemitismo di sinistra, sul quale si sono innestati nuovi temi germogliati da vecchie radici, mai del tutto estirpate. per capire quale linguaggio si carica di elementi di antisemitismo bisogna conoscere un po` di storia. cosi come bisogna saper leggere il passato per capire le ragioni che ne hanno diffuso l`ombra anche tra chi e` al di sopra di ogni sospetto. in cento pagine, luzzatto voghera affronta un tema di altissima complessita` con un linguaggio limpido e appassionato.

per molto tempo, dopo la fine della seconda guerra mondiale, lo sterminio ebraico non e` stato raccontato. al massimo trovava posto nelle storie di famiglia, come una sorta di vicenda privata. poi, alcuni anni fa, mentre la generazione dei testimoni oculari iniziava a morire, il problema si e` imposto all`attenzione pubblica. dieci anni dopo la sua istituzione ufficiale, il giorno della memoria ha un futuro oppure il suo contenuto si e` gia` esaurito? che efficacia puo` avere, oggi, il racconto degli ultimi testimoni? e avere ascoltato tante volte il racconto di quell`orrore ci ha reso davvero piu` consapevoli e attrezzati dinanzi al rischio di una sua ripetizione? david bidussa indaga la retorica della memoria pubblica, senza fare sconti ai suoi meccanismi rituali e alle sue debolezze. lo fa guardando al momento in cui, tra pochi anni, non ci sara` piu` nessuno a raccontarci di aver visto con i propri occhi l`orrore dei massacri. quando resteremo solo noi a raccontare le vittime e i carnefici con gli strumenti della storia.

la riflessione di kassir sulla condizione araba muove dalla necessita` che siano gli stessi arabi ad assumere consapevolezza del proprio declino: un declino prima di tutto civile e culturale, risultato di una reazione sbagliata all`irruzione della modernita` in quel mondo. occorre reagire all`immobilismo dello spirito civile, guardando senza nostalgia ai momenti piu` vitali della storia araba e assumendo pienamente la sfida della modernizzazione e della democrazia. kassir e` stato assassinato il 2 giugno 2005 da un commando terrorista a beirut, dove viveva e lavorava come giornalista del quotidiano






l`isola si scorge da lontano. il mare ha il colore del verderame, la macchia tutt`intorno emana un profumo speziato, i raggi del sole, anche ora che l`estate e` finita, scaldano i pochi passeggeri arrivati con la motonave .tra loro ci sono luisa, gambe da contadina e sguardo tenace, e paolo, ex professore di filosofia con un peso nel cuore. salgono su un furgone, senza smettere di fissare le onde. quella bellezza pero` non li culla, li stordisce. non sono in vacanza. sono diretti al carcere di massima sicurezza dell`isola: lei, oltre il vetro del parlatorio, vedra` un marito assassino, lui un figlio terrorista. ogni volta le visite acuiscono il senso di lutto che li avvolge. e sono soli nel dolore: siamo alla fine degli anni settanta e per loro non ci puo` essere pieta` pubblica. il maestrale li blocca sull`isola dove li scorta nitti, un agente carcerario che cela un`inaspettata verita`. dopo il loro incontro, le esistenze di paolo e luisa non saranno piu` le stesse. con questo romanzo francesca melandri continua la sua ricerca tra gli interstizi della storia, raccontandoci anni che pesano anche se li vogliamo lontani, inattuali. il suo sguardo recupera le vite dei parenti dei colpevoli, vittime a loro volta ma condannate a non essere degne di compassione. e le accompagna fino a una notte in cui i destini che sembravano scritti si prendono la loro rivincita.

il capitano di un vecchio battello e` al suo ultimo viaggio. sottocoperta un carico di uomini, donne, bambini aspetta di arrivare alle coste italiane. fra echi biblici e leggende di mare erri de luca narra una storia senza tempo calandola nelle vicende di oggi. un testo scritto per il teatro che ha l`andamento di un racconto.



il narcisismo abita i nostri amori e tutte le relazioni. puo` essere fragile o contundente. finche` cerchiamo di rinchiuderlo in una definizione, non lo capiremo. occorre una bussola psichica per navigare nei mari insidiosi della stima di se`, tra isole che si chiamano insicurezza, egocentrismo, rabbia, invidia, vergogna. narciso era un giovane di grande bellezza, nella quale annego` dando vita a un fiore. ovidio lo raccolse e ne fece un mito, freud una realta` psichica: il narcisismo. abita i nostri amori, attraversa i nostri discorsi, seduce politici e artisti, ma anche criminali. funambolo dell`autostima, narciso cammina sul filo teso tra un sano amore di se` e la sua patologica celebrazione, che puo` diventare una diagnosi: il disturbo narcisistico di personalita`. finche` cerchiamo di rinchiuderlo nella gabbia di una sola definizione, non lo conosceremo: ci serve un sestante per navigare tra gli scogli della stima di se`. ci sono narcisisti arroganti oppure timidi, con la pelle spessa o sottile. tutti nuotano in un arcipelago di possibilita`: saziati dalla prepotenza, circonfusi dal carisma, baciati dal successo, afflitti dalla depressione, tormentati dall`insoddisfazione, abitati dal vuoto, suicidi per frustrazione. possono avvelenare una relazione fino al sadismo e manipolare gli altri fino alla psicopatia. sono braccati da cinque fiere: l`egocentrismo, l`insicurezza, la rabbia, l`invidia e la vergogna.
i musei sono spesso percepiti come entita` statiche, nascoste nei magazzini o intrappolate all`interno di vetrine chiuse. in realta` generano nel tempo una complessa rete di relazioni e una forte influenza sulla societa` civile. speranza e ricordo sono alla base del concetto stesso di museo. l`interazione fra i visitatori, gli oggetti e le istituzioni che li hanno acquistati, collezionati, studiati ed esibiti ha generato nel tempo una complessa rete di relazioni e una forte influenza sulla societa` civile. la cultura lega quindi l`uomo al suo prossimo creando uno spazio comune di esperienze, di attese e di azioni, ma connette anche il passato al presente, modellando e mantenendo attuali i ricordi fondanti, oltre a includere le immagini e le storie di un altro tempo entro l`orizzonte del presente. si generano cosi` speranza e ricordo: questo aspetto della cultura e` alla base del concetto stesso di museo.


la complessita` del mondo genera ansia. spesso dobbiamo prendere posizione su questioni che non conosciamo; o incontriamo culture o religioni con valori lontani dai nostri. nel primo caso puo` accadere che, privi degli strumenti per orientarci, fatichiamo a formarci un parere. nel secondo caso possiamo piu` facilmente avere un`opinione, ma rischiando di ricadere senza accorgercene in pregiudizi che alimentano diffidenza o intolleranza. qualche esempio: i vaccini sono davvero pericolosi? e meglio il sistema di votazione proporzionale o maggioritario? dobbiamo lasciare i crocefissi nelle aule? forse e` ora di imparare ad applicare lo scetticismo. sesto, detto empirico, fu il primo, nella cultura occidentale gia` nel ii secolo d.c., a dirsi scettico. il suo suggerimento era quello di esercitare la skepsis - parola che in greco, la lingua in cui scriveva, significa semplicemente indagine, ricerca - e dopo di che comportarci in base a come le cose ci appaiono, sapendo bene che ad altri potrebbero apparire diverse. in sette brevi lezioni, questo libro ci aiuta a saperne di piu`.

questo libro non e` una storia organica e filologicamente corretta dell`ebraico e nemmeno una grammatica o un manuale. e invece il racconto appassionato e innamorato di questa lingua nel suo sviluppo storico e nelle sue particolarita`. una lingua antica e nuova, bella e aspra ma talora dolcissima, scarna ed eloquente. con caratteri diversi da quelli latini, senza vocali, si legge da destra a sinistra, e` la lingua della torah. l`ebraico e` antichissimo e non e` mai morto. e sempre stato accanto alla vita degli ebrei, conosciuto, amato, letto, scritto. la gran maggioranza della letteratura degli ebrei, nei secoli dei secoli, e` stata scritta in ebraico. milioni di parole in ebraico sono state pronunciate ogni giorno nelle sinagoghe, nelle scuole. e risuonano ancora nelle lingue che parliamo.