

pillole iconografiche si propone di mettere a suo agio il visitatore di una mostra, di un museo. la prima parte del volume e` dedicata ai gesti in codice: come attraverso le dita, la posizione delle braccia e delle gambe si possano comunicare situazioni ed emozioni; alle convenzioni iconografiche riguardanti gli edifici e le loro relazioni con i personaggi: come veniva resa la tridimensionalita`, la prospettiva, il dentro e il fuori, il dietro e il davanti. un capitolo e` dedicato alla rappresentazione del diverso, a tutti i modi con cui si declinava l`antisemitismo e l`avversione per le persone di colore. due capitoli sono consacrati a maria e a cristo (alla vita di maria, al suo rapporto con il figlio bambino; a cristo nella sua vita terrena con una particolare attenzione al ciclo della passione, fino al ritorno nei cicli dove sale anche la madre, regina della corte celeste); in essi e` spiegato anche il significato di frutta, fiori e fauna (dal leone al pettirosso), associati alle loro rappresentazioni. l`ultimo capitolo e` dedicato ad alcuni tratti simbolici, come ad esempio alla differenza fra nimbo a raggi e nimbo tondo intorno al capo, al significato del nimbo esagonale, al signum viventis. completa il volume un indice analitico particolarmente minuzioso e un dizionarietto delle parole tecniche.

in ordine cronologico, le principali raccolte di hughes, quasi tutte tradotte per la prima volta in italiano. le traduzioni si devono ad anna ravano e a nicola gardini: l`una traduttrice di fama, curatrice del meridiano di sylvia plath e autrice anche dell`appassionante cronologia, l`altro condirettore di "poesia", saggista, poeta egli stesso e pioneristico interprete di hughes. gardini firma anche l`ampio commento e il saggio introduttivo, che offre un`efficace "idea del poeta" : della lingua di hughes - variegata e mobilissima, che passa dalla ritmicita` spumeggiante delle prime raccolte alla secchezza formulare di "crow" alla narrativita` scabra dei versi lunghi delle "lettere di compleanno"; dei suoi temi privilegiati - il recupero di un rapporto vitale con la natura, gli animali (anzitutto pesci, e poi uccelli d`ogni sorta, belve feroci ma anche mucche, capre, agnelli, animali domestici), gli elementi e le loro forze primordiali (l`acqua celebrata in tutte le sue declinazioni, dai fiumi ai ghiacciai), le sole capaci di portare una rigenerazione delle forze psichiche dell`uomo -; della tradizione in cui affonda la sua ispirazione, il cui termine di riferimento essenziale e` rappresentato da shakespeare, oggetto di un continuo dialogo sotto forma di riprese, allusioni e riformulazioni dei suoi miti; del suo rapporto con la scrittura e la poesia, veicolo privilegiato per attingere al proprio se` piu` profondo.












"vicolo del mortaio" e` la descrizione, lievemente ironica e distaccata, della vita quotidiana che si svolge in un vicolo del cairo, durante la seconda guerra mondiale. mahfuz ci offre il vivido ritratto di un`umanita` dolente, spesso molto misera: lo sfruttatore di mendicanti che procura mutilazioni definitive dietro compenso; il proprietario del caffe`, esacerbato da un`inclinazione omosessuale e dall`assuefazione alla droga; il giovane barbiere che vuole santificare il suo amore per il vicolo attraverso quello per una ragazza, hamida; e poi hamida stessa, nella cui volonta` di fuga dallo squallore del suo quartiere natio e` adombrata la ribellione radicale, l`impronta di un eterno e universale "esser-giovani", in opposizione a ogni forma di immobilita`. mahfuz rappresenta tutto cio` con semplicita` e insieme con esotica raffinatezza, dosando i dialoghi e i momenti di riflessione in modo da lasciare sempre un varco tra un episodio e l`altro. in ultimo, e` la vita, nella sua nudita` essenziale e drammatica, a imporsi a tutti come una sorta di riequilibratore deus ex machina.

la vita di andrea scotto e` tutto fuorche` perfetta, specie quando c`e` di mezzo la famiglia. quarantenne single e ancora ostinatamente immaturo, andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre libero scotto, ex comandante di navi, procidano, trasferitosi a napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella marina, sposata, con due figlie e con un chiaro problema di ansia da controllo. quando pero` marina e` costretta a partire lasciando il padre gravemente malato, tocca ad andrea prendere il timone. e l`inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di fumare imposto da marina e` solo una delle tante regole che vengono infrante. tallonato da cane pazzo tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre ottantenne che non ha affatto intenzione di farsi trattare da infermo, andrea sbarca a procida e torna dopo anni sui luoghi dell`infanzia, sulla spiaggia nera vulcanica che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d`amore e tra le case colorate della corricella scrostate dalla salsedine. e in quei contrasti, in quell`imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni, capperi e ginestre o dal brontolio familiare della vecchia diane gialla della madre, andrea trovera` il suo equilibrio.

aprirsi, raccontarsi gioie e dolori, rabbie e rancori, paesaggi stupendi, storie tristi, ricordi tremendi, si`, aprirsi, come in una canzone. aprirsi. posare il proprio dolore dentro al cuore di un altro. forse e` proprio questa la sostanza di cui e` fatta l`amicizia, senza dubbio lo e` del legame unico e speciale che unisce sara e marta, migliori amiche fin da quando le loro esistenze si sono intrecciate quasi per caso nei bagni delle scuole elementari. da allora non esiste una gioia ne` un dolore che non affrontino insieme, il cuore dell`una estensione di quello dell`altra. e insieme, anno dopo anno, sara e marta crescono, si innamorano, si arrabbiano, cadono, si disperano, fanno l`amore, sognano, cadono ancora e ancora si rialzano, ma soprattutto non smettono mai di ascoltarsi davvero e di dirsi sempre, sempre la verita`. se infatti esiste una certezza nelle loro vite fragili e scomposte e` che l`una per l`altra sono e saranno sempre piu` di una confidente, piu` di una sorella, piu` di una spalla su cui piangere, piu` di qualcuno che ti difende anche quando hai torto, anche quando sbagli, piu` di una mano da stringere quando non resta niente, piu` di qualcuno che rimane anche quando non resta niente. e se, soprattutto, sei cosi` fortunata da avere accanto una persona che conosce i tuoi pensieri prima ancora che li pensi e che, qualunque cosa accada - ne sei certa -, non ti abbandonera` mai, piano piano la paura smette di paralizzarti e allora trovi anche il coraggio di provare a spiccarlo, il tuo volo. tanto lo sai che a terra, a osservarti con uno sguardo pieno d`amore, ci sara` sempre lei, la tua migliore amica, e che, se anche le vostre strade vi porteranno lontano l`una dall`altra, il vostro cuore andra` sempre nella stessa direzione.