

cuma e ischia, siracusa, megara iblea e selinunte, gela e agrigento, taranto e locri, metaponto e turi, paestum, cirene, marsiglia e velia: un viaggio lungo le coste del mediterraneo, nella grecia fuori della grecia, alla scoperta di quei luoghi d`arte e di bellezza dove hanno abitato eroi, de`i e poeti. con un approccio scientifico e narrativo insieme, donatella puliga e silvia panichi guidano il lettore in un altro viaggio attraverso il mondo antico, unendo alla descrizione dei siti archeologici la ricostruzione di miti, leggende e vicende storiche, che restituiscono la straordinaria forza di significato che le terre del mediterraneo possiedono.


il "padre nostro", breve e perfetta preghiera di segreta profondita`, ha avuto una fortuna straordinaria. grazie alla scoperta dei manoscritti del mar morto e all`edizione degli "scritti intertestamentari" s`impone una nuova esegesi che philonenko compie secondo un`ipotesi inedita: le prime tre domande del "padre nostro" sarebbero la preghiera di gesu` e le successive la preghiera insegnata da gesu` ai discepoli. il volume presenta la nuova edizione dell`opera, rivista e corretta dall`autore.

maria angela bedini ha realizzato un denso poemetto in cui la parola viene tesa, accelerata e stritolata in direzione di una spiritualita` quasi fisica, "muscolare", alla maniera delle grandi mistiche. ne scaturisce un profondo senso di esaltazione e di annullamento. nella furiosa estasi della parola, desiderio, corpo, dolore, lacerazione si fanno tutt`uno. la costante invocazione alla notte, al buio dell`essere, e` al tempo stesso ricerca di autodistruzione e volonta` di adesione a un respiro totalizzante.






lei e` hirut, figlia di fasil e getey, una ragazzina spaurita in balia di un sistema patriarcale che la vuole schiava. ma quando i venti di guerra contro gli invasori italiani cominciano a infuriare sulle alture, hirut, figlia di fasil e getey, diventa la temuta guardiana del re ombra: come le sue sorelle d`etiopia ora e` un soldato, che non ha piu` alcun timore di cio` che gli uomini possono fare a donne come lei. <1974, addis abeba: "e venuta a piedi e in corriera, attraversando luoghi che per quasi quarant`anni aveva scelto di dimenticare. e in anticipo di due giorni ma lo aspettera`..." inizia cosi`, con la paziente attesa di hirut nella stazione ferroviaria della capitale etiope sull`orlo di una nuova rivolta, il lungo flashback con cui maaza mengiste ci conduce ai giorni dell`occupazione voluta da mussolini nel 1935 e portata avanti con inaudita violenza malgrado i richiami della societa` delle nazioni. quando, il primo marzo 1936, l`imperatore haile` selassie`, al comando del suo esercito, viene sconfitto a mai ceu e costretto all`esilio, sugli altopiani e nei villaggi dell`intero paese le donne e gli uomini etiopi organizzano una resistenza vittoriosa, combattendo battaglie il cui clamore rimanda agli epici scontri dell`iliade. tutto avviene secondo le regole talora cruente di una societa` feudale che vanta pero` un`antica indipendenza e una solida tradizione militare. il re e` salito su un treno che lo sta portando fuori dal suo paese, ma sui crinali dei colli appare il profilo conosciuto e amato del sovrano. e un inganno? un miraggio? forse e` il potere dell`ombra, che restituisce ai sudditi fiducia e coraggio. maaza mengiste allestisce un doppio palcoscenico: sulle alture, agli ordini del nobile kidane, si organizzano gli irriducibili combattenti etiopi, aklilu, seifu, aster, hirut, fifi, la cuoca e innumerevoli altri; mentre sul terrazzamento a strapiombo sulla valle il colonnello fucelli fa costruire la base italiana dove si fronteggiano opposte concezi
