
"sono attratto dal mistero. non ch`io mi abbandoni con compiacimento alla seduzione della magia o alla poesia del meraviglioso. la verita` e` un`altra: non mi piace non capire, la qual cosa e` molto diversa dall`aver caro cio` che non si capisce, ma che tuttavia vi si avvicina in un punto molto preciso che e` quello di trovarsi come calamitato dall`indecifrato. la somiglianza non va oltre. infatti, invece di considerar subito l`indecifrato indecifrabile e rimanere dinanzi a lui affascinato e appagato, io lo considero, al contrario, come qualcosa "da decifrare", con il fermo proposito di giungere in qualche modo, se possibile, a capo dell`enigma." (roger caillois)




come nasce un libro; come si forgia un linguaggio che sembra cosi` personale da non essere comunicativo ma che si rivela un mezzo di coinvolgimento irresistibile; come persuadere il lettore a guardare il mondo con gli occhi di un personaggio. questo libro e` un`inchiesta in forma di dialogo su un caso letterario straordinario come quello di andrea camilleri. l`intervista che parte dall`analisi del segreto di un successo si articola e si dirama via via nell`universo creativo di camilleri, senza trascurare aneddoti e ricordi personali.

la realta` del sud e` sicuramente dolorosa, ma per fortuna non e` fatta solo di criminalita` mafiosa, lavoro nero e disoccupazione: accanto a queste piaghe su cui insiste unicamente un sistema d`informazione pigro e interessato, nel sud e` dato rinvenire consuetudini, modi di sentire e valori in cui rivive la grande tradizione culturale del mediterraneo. in questo libro se ne segnalano alcuni: la cultura del dono, il senso di ospitalita` e l`attaccamento alle "appartenenze" comunitarie; l`intenso rapporto con la natura che trova una espressione esemplare in alcuni esponenti della tradizione filosofica meridionale; la dominanza nella mentalita` del sud dell`"archetipo materno" (e delle sue "umane" manifestazioni) che potrebbe valere come antidoto ai modelli esasperatamente competitivi oggi dominanti; la complessa ideologia della morte, il culto della memoria e il permanente bisogno di un dialogo con i defunti. queste le tematiche con cui l`autore rivolge un esplicito invito alle comunita` meridionali: riconsiderare e ritrovare la propria identita` collocando la riscoperta delle proprie tradizioni nell`orizzonte culturale della postmodernita`.




"maupassant ha scritto un centinaio di racconti brevi e solo quattro veri romanzi; ma se i racconti meritano il primo posto in qualsiasi valutazione imparziale del suo talento, questo non e` semplicemente perche` sono tanto piu` numerosi: essi sono anche piu` caratteristici; lo rappresentano meglio nella sua originalita` e la loro concisione, estrema in alcuni casi, non impedisce loro di essere una raccolta di capolavori". dall`introduzione di henry james.




nonostante le temperature gelide e i paesaggi spettrali, l`inverno ha ispirato alcune delle fiabe piu` magiche e commoventi della storia. in tutto il mondo questa stagione di feste, gelate, neve, tradizioni, religione e avventure ha prodotto classici del calibro di "la notte della vigilia di natale" di clement moore e coloratissimi racconti come il resoconto di una "posada" prenatalizia a citta` del messico. "fiabe d`inverno" vuole omaggiare questa ricca narrativa "invernale" con 15 fiabe scritte tra il 1823 e il 1963. spaziando tra autori e illustratori americani, scandinavi, giapponesi, polacchi, lettoni e tedeschi, include narrazioni di eventi quali il capodanno cinese, la gioia per una nevicata, la prima sciata, la preparazione all`arrivo di babbo natale e la perdita dei guanti. ogni fiaba e` stata selezionata per le meravigliose illustrazioni e la trama piena di sentimento, andando a comporre una curatissima raccolta di avventure e storie collettive da tutto il mondo.

"per raccontare un`epoca chiara frugoni e alessandro barbero hanno privilegiato sculture, affreschi, mosaici e miniature del tempo, attribuendo loro lo statuto di fonte e insegnandoci il gusto per il dettaglio rivelatore." (carlo grande, "la stampa")









florent-claude labrouste e` un quarantaseienne funzionario del ministero dell`agricoltura, vive una relazione oramai al tramonto con una torbida donna giapponese, piu` giovane di lui, con la quale condivide un appartamento in un anonimo grattacielo alla periferia di parigi. l`incalzante depressione induce florent-claude all`assunzione in dosi sempre piu` intense di captorix, grazie al quale affronta la vita, un amore perduto che vorrebbe ritrovare, la crisi della industria agricola francese che non resiste alla globalizzazione, la deriva della classe media. una vitalita` rinnovata ogni volta grazie al captorix, che chiede tuttavia un sacrificio, uno solo, che pochi uomini sarebbero disposti ad accettare.


due uomini condividono lo stesso nome, asle. uno e` un uomo di successo, l`altro alza il gomito troppo spesso. viene da pensare che siano la stessa persona, eppure a volte si incontrano e si parlano. il tempo e lo spazio li seguono come due rette che a volte sembrano intersecarsi, su quella che potrebbe essere la costa sudoccidentale della norvegia, tra i ghiacci, il mare scuro e i fiordi. tra amori fugaci, alcool, gruppi rock e sigarette, i due asle si incontrano per la prima volta. si assomigliano, si vestono allo stesso modo ed entrambi vogliono fare i pittori. e sara` proprio grazie all`arte, frequentando l`accademia, che asle conoscera` per la prima volta sua moglie, e se ne innamorera` all`istante. con una prosa seducente, quasi magica, "io e` un altro" racconta cosa significa essere vivi: il calore di un cane sulle ginocchia, un abbraccio, il piacere di guidare in silenzio, svegliarsi con una buona colazione. la scrittura di jon fosse incanta con la sua poesia mentre da` vita alla voce indimenticabile di asle, una riflessione a tutto campo sull`amore, sull`arte e sull`amicizia.

messico, cambogia, marocco, bangkok: i veri protagonisti di osborne sono i luoghi dei suoi romanzi. i personaggi sanno sempre dove sono; meno chiaro, ai loro stessi occhi, e` chi sono: questa la scintilla che innesca il racconto. java road ci porta a hong kong, nel torbido clima di una societa` in crisi, di un regime in bilico: le proteste studentesche infiammano le strade, i ricchi si accingono a riparare all`estero e gli stranieri non sono piu` visti di buon occhio. adrian gyle e` un oscuro giornalista inglese di mezza eta` che vive li` da oltre vent`anni, ma che per la gente del posto continua a essere un gwai lo, un

vittorio sgarbi chiude la sua trilogia del rinascimento, dopo leonardo e raffaello, con il racconto impetuoso della vita e delle opere di michelangelo buonarroti. la parabola di un artista predestinato - narrata da vasari nelle vite con l`ammirazione che gia` suscitava nei contemporanei - capace di realizzare tra firenze, bologna e roma una sequenza di capolavori che lo affermano come un maestro assoluto, venerato, copiato, rispettato per tutti i secoli a venire, fino ai giorni nostri. le parole di sgarbi guidano lo sguardo alla ricerca delle fonti e delle consonanze che le opere, opportunamente interrogate, ci suggeriscono: cosi` sentiamo nostro il dolore muto e senza tempo della madonna della pieta` vaticana, la forza interiore del david, proviamo la stessa vertigine provata da raffaello nella cappella sistina, di fronte al gesto assoluto che unisce e allontana dio e l`uomo. ancora vibriamo dell`energia che la pietra trasmette ai prigioni, al mose`, all`estremo abbraccio tra la madre e il figlio nella pieta` rondanini. e in questo viaggio michelangelo non ci appare mai solo: egli studia e rivoluziona la lezione dei maestri del passato - masaccio, donatello, antonello da messina -, si confronta con gli artisti coevi - niccolo` dell`arca, bellini, mantegna -, e dialoga con i pittori e scultori successivi su cui esercitera` la sua influenza, dai manieristi che ne subiranno il mito a tiziano, caravaggio, picasso, pollock, fino all`arte contemporanea. vittorio sgarbi insegue michelangelo nello stupore della bellezza, indaga le ombre della sua personalita` inquieta, e pagina dopo pagina la storia del piu` grande di tutti diventa una storia che ci riguarda, il racconto del genio che ha mostrato al mondo l`anima dell`uomo. "michelangelo evoca fantasmi. nelle sue opere non c`e` soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d`animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. questa e` la sua grandezza, la sintesi for