

una perlustrazione di uno dei periodi piu` oscuri, grevi e avari di capolavori dell`arte tedesca ed europea. le caratteristiche stesse di quella polverosa produzione drammatica sono pero` altrettanti elementi che rispondono idealmente allo sguardo indagatore di benjamin: infatti, il vero oggetto del libro e` la stessa ideologia e principio ispiratore dell`arte contemporanea dei primi decenni del secolo, che proprio dall`impulso di contestazione dell`armonia classicista e della compostezza formale dell`opera d`arte traeva la propria fonte di ispirazione.

questo volume e` dedicato a un capitolo fondamentale della grammatica del greco antico: il verbo. il testo illustra nei dettagli gli elementi basilari della morfologia, della fonetica e della sintassi verbale. la trattazione - concisa, semplice ma non semplicistica - e` affiancata da tabelle, prospetti riassuntivi e da numerosissimi esempi d`autore che favoriscono la consultazione, l`apprendimento e il ripasso degli argomenti affrontati. la conoscenza delle coniugazioni, dei paradigmi, delle valenze verbali non sara` piu` un problema, ma diventera` un`interessante avventura per la comprensione dei meccanismi linguistici fondamentali.




wittgenstein e` stato un ammiratore di freud, ma questo non deve sorprendere, se si pensa che freud possedeva piu` di ogni altro una qualita` che wittgenstein riteneva fondamentale in filosofia, la capacita` di proporre analogie nuove e illuminanti per la comprensione di fatti che sono nello stesso tempo familiari ed enigmatici. il lavoro di freud, per lui, consiste anzitutto nel proporre eccellenti analogie, come per esempio quella tra un sogno e un rebus. egli ci fornisce una "rappresentazione di fatti" a cui nessuno aveva pensato prima di lui. freud ha torto nell`esprimersi "come se avesse scoperto che nella mente umana vi sono desideri e atti inconsci"; il che e` del tutto errato, secondo wittgenstein.