

luglio 1969. enrico, billo, valerio e gianni, amici come lo si puo` essere solo a undici anni, attendono con entusiasmo lo sbarco dell`apollo 11 sulla luna. nessuno di loro puo` immaginare che proprio a lancimago, il paese di poche centinaia di anime sperduto nella pianura dove vivono, sta per avere inizio una serie di avvenimenti terribili che, nei nove giorni della missione apollo, faranno scoprire agli abitanti che cos`e` l`orrore. solo enrico, superando il silenzio e l`ottusita` degli adulti armato unicamente di fantasia, riuscira` a penetrare nei suoi abissi, a capirlo e a fermarlo. ma perche` ora, trent`anni esatti dopo, da adulto, enrico vuole che il figlio lo accompagni proprio a lancimago e che ascolti la storia dei misteriosi eventi di quando era ragazzino? in bilico tra atmosfere rurali e lunari, questo romanzo conduce il lettore in una cupa realta` parallela, dove il quotidiano assume contorni inquietanti, per raccontare l`eterno rapporto tra uomo e natura e le emozioni che abitano l`infanzia nel momento in cui si avvia alla sua conclusione.

dieci racconti sulla dimensione privata dell`esistenza, il gioco dei sentimenti e il precario equilibrio dei rapporti.

mehring e` un afrikaner di mezza eta`, che ha acquistato una fattoria nei pressi di johannesburg per trascorrervi il tempo libero dagli affari. qui si verificano episodi di violenza, omicidi e aggressioni, disastri quali incendi o inondazioni, qui si tocca con mano la miseria dei poveri, ma per lui la sola cosa che conti e` continuare indisturbato la vita del gentiluomo di campagna. la vita che reputa adatta a un autentico farmer, a un bianco soddisfatto di se` e della propria ricchezza, anche se in fondo si comporta da colonialista, che per senso di superiorita` razziale e sociale non si preoccupa di chi stia peggio. da buon conservatore ama le sicurezze derivanti dalla natura e dalla terra, come dal sistema dell`apartheid. e un individuo solitario, isolato fisicamente nel veld e chiuso mentalmente a ogni preoccupazione pubblica, un divorziato che si e` alienato il figlio idealista, con un`amante sfuggente e con lavoratori su cui fa affidamento ma che restano per lui distanti, come il capomandriano jacobus.


la corrispondenza tra vittorio sereni e alessandro parronchi inizia nel 1939, quando i due poeti si incontrano per la prima volta a firenze, e continua fino al 1983, anno della morte di sereni. il rapporto epistolare e` particolarmente intenso nella prima parte della loro lunga conoscenza, dai contatti iniziali fino a tutti gli anni cinquanta, mentre successivamente si riduce. i loro colloqui definiscono uno spaccato molto ampio della vita culturale del novecento, sia per quanto riguarda la vastita` degli argomenti trattati, sia in relazione alla finezza e all`originalita` del giudizio critico che entrambi formulano sul loro lavoro come sulle piu` generali questioni di poetica.

un assassino sconvolge la vita di una tranquilla citta` finlandese con una serie di inspiegabili omicidi legati dall`esile filo della sottrazione: dalle case scompare infatti sempre un oggetto appartenuto alla vittima. la morte piu` sorprendente di tutte e` pero` quella di sanna, moglie del poliziotto incaricato di seguire il caso: appena venticinquenne, e` portata via da una malattia anch`essa inspiegabile. kimmo joentaa si ritrova cosi` doppiamente coinvolto nel mistero della morte: al dolore per la perdita della giovane moglie si aggiunge il vortice degli omicidi che lo colpiscono con la forza di una rivelazione; perche` con ogni nuova vittima torna a morire anche sanna e trovare il colpevole diventa l`unico modo per non farsi travolgere dal dolore.

una fiaba-reportage, un sogno ricostruito con la macchina fotografica. l`autore torna a kabul, riemersa alla vita civile dopo l`era dei talebani. ritrova una vecchia macchina fotografica appartenuta a suo nonno e decide di fotografare i luoghi della sua memoria con quell`oggetto anacronistico e un po` magico. ne viene fuori qualcosa di davvero strano: da un lato e` il reportage di un viaggio di oggi attraverso immagini che sembrano dell`altroieri. dall`altro, rahimi segue il filo del sogno in cui la madre gli diceva di cercare un albero vicino al cimitero: lo ritrova, incontra persone che fanno discorsi incomprensibili, gli svelano un itinerario di saggezza. cosi` il reportage sulla kabul di oggi si intreccia con una favola sapienziale.







pur attratto dalle "corti del mondo", l`aretino in tutte le sue opere non tralascia mai la satira, l`invettiva piu` rovente contro la stessa vita di corte, rivelandone gli inganni, la servitu`, le miserie, le umiliazioni, le delusioni. in questo ragionamento sono introdotti come interlocutori pietro piccardo e giovanni giustiniano. pietro piccardo e` un vecchio prelato, conoscitore della corte romana, giustiniano un valente cultore di studi umanistici. essi si propongono di distogliere un giovane, francesco coccio, noto per le sue traduzioni dal greco e come poeta lirico, dalla risoluzione di abbandonare gli studi e andare a fare il cortigiano (e ci riescono).










un mattino, al risveglio da sogni inquieti, un uomo di nome giuso si trova trascinato da un tutore in una scuola, in mezzo ad altri adulti che si comportano da bambini. qui dovra` rimparare a comportarsi come un infante, visto che nel mondo dei grandi ha fallito. inizia cosi` una regressione infantile durante la quale giuso scopre che ritornare bambini significa liberarsi da ogni responsabilita` e pensiero. "ferdydurke" e` una feroce satira sociale, una caustica rappresentazione di una societa` che infantilizza l`essere umano, rendendolo stupido e inerme. ma e` anche uno sberleffo ai canoni letterari e al mondo intellettuale e artistico, bigotto e conformista: insieme a giuso, e` infatti l`autore stesso a tornare all`ingenuita`, al disprezzo delle consuetudini e a creare, come un bambino, le regole del proprio gioco.
le ventiquattro prose che compongono le "operette morali" nascono durante il lungo periodo di "silenzio poetico" di leopardi e costituiscono un unicum nella storia della letteratura italiana. composte in massima parte in forma di dialogo sull`esempio illustre della trattatistica antica, le "operette" danno sistemazione letteraria e intimamente lirica al sistema filosofico leopardiano. abbandonando gli elementi personali e polemici per assumere un respiro universale e intensamente umano, leopardi oppone ai