
"si puo` vivere facendo quello che si ama e nel modo in cui si ama farlo". questo il tema di fondo del romanzo. tema che si screzia nei suoi innumerevoli universi di senso. fare il passo successivo, ed avventurarsi alla conquista del lavoro che si ama, tacitando un coro di riserve, zavorre di razionalita`, condizionamenti, pudori. tutto questo, per chi se lo puo` permettere, verrebbe da dire, ma guarini estende il discorso dell`indubbia voglia/necessita`, che e` di tutti, di puntare tutto sui propri obiettivi professionali al tema dell`avventura della vita come navigazione esplorativa dell`essere, dove il lavoro diventa metafora di un traguardo di liberazione. "respirare la luna e` un diario" che sgretola resistenze di vissuti ai quali non e` stato permesso di contemplare la vita dai balconi privilegiati della sintesi poetica, che appartenenze sociali, politiche e strade sbarrate troppo presto dalle necessita` della vita hanno impedito. ma guarini ce la fa, "rompe gli indugi" perche` parla il linguaggio giusto, quello lirico del pathos, quello che riesce a trasfigurare il reale.

cercare il compimento della persona nella liberta` interiore, attraverso il raggiungimento delle tre fondamentali "liberta` esteriori": liberta` dalla miseria, liberta` nel lavoro, liberta` di cultura; questo il progetto di riforma dello stato al quale massimo olivetti attende, dal forzato esilio in svizzera, nel 1945 e che offrira` ai deputati della costituente tra il 1946 e il 1947. una proposta in sintonia con le idee di ernesto rossi (abolizione della leva militare a favore di una "leva del lavoro" di quattro anni), e che attirera` l`attenzione di uomini politici e protagonisti della cultura, da concetto marchesi a umberto saba, da enrico cuccia a vittorio foa, da giovanni battista montini a arturo carlo jemolo, da umberto terracini a palmiro togliatti.





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