"willie era senza dubbio il piu` celebre autore vivente. con ogni probabilita` era anche il piu` triste". nonostante l`attacco, il libro che robin maugham nipote di somerset e romanziere in proprio - ha dedicato allo zio e` uno dei ritratti di scrittori piu` convincenti, utili e anche spassosi che siano mai stati pubblicati. e lo e` per una ragione molto semplice: nella forma della conversazione - qui restituita con impressionante fluidita` - maugham dava il meglio di se`, alternando momenti di candore ("sono bisessuale, ma per un fatto di reputazione non e` che lo vado a strombazzare in giro") a pillole di saggezza ("ho sempre sognato di scrivere una grande commedia, cioe` un dramma che avesse un inizio, una parte centrale e una fine"), giudizi taglienti ("noel coward aveva poco talento, ma l`ha sfruttato fino all`osso") a grandi storie, cui maugham ricorre ogni volta che sul viso del nipote vede affacciarsi un`ombra di scetticismo. puo` trattarsi di un pettegolezzo mondano, di un aneddoto su aleister crowley o di un episodio inedito, come l`ambasceria affidata a maugham da kerenskij dopo la rivoluzione di febbraio, e destinata a lloyd george: non importa, cosi` come non importa che i fatti siano o no realmente accaduti - cio` che conta e` che ogni volta il lettore ha la sensazione di scoprire un romanzo in miniatura dalla firma inconfondibile.
se temple grandin non ha potuto accedere alla facolta di veterinaria e a causa delle gravi carenze in matematica: il suo modo di pensare per immagini - correlato al disturbo dello spettro autistico - le rende infatti difficile maneggiare concetti astratti quali i numeri. la sua particolare forma mentis, riconosciuta e sviluppata grazie ai corsi pratici un tempo offerti dalle scuole, le ha tuttavia permesso di diventare una stimata progettista di macchinari zootecnici, nonche un?autorevole esperta di comportamento animale - materia che, paradossalmente, oggi insegna proprio agli aspiranti veterinari. l?attrito fra il funzionamento del suo cervello e il mondo circostante, avvertito sin dalla piu tenera eta, l?ha convinta che noi umani abbiamo "modi diversi di pensare": al pensiero verbale - sequenziale e fondato sul linguaggio - si oppone infatti, in un continuum di gradazioni intermedie, un pensiero visivo che procede per immagini, e che il sistema educativo e il mondo del lavoro sempre piu spesso stentano a valorizzare. intrecciando illuminanti aneddoti storici - fra i pensatori visivi si annoverano molti degli uomini piu geniali d?ogni epoca, da michelangelo a einstein fino a steve jobs -, esperienze personali ed evidenze tratte dai piu recenti studi neuroscientifici, grandin ci offre un?affascinante analisi di queste divergenti forme di pensiero, e insieme lancia alla societa un severo monito, affinche impari a scorgere in menti differenti "non una disabilita ma una risorsa" e non si lasci sfuggire un?irrinunciabile opportunita di arricchimento.