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siebert ha scritto un libro di storia che utilizza sentenze e provvedimenti, tratti dalla quotidiana amministrazione della giustizia civile tedesca nel periodo nazista, come tracce disvelatrici della discriminazione razziale attuata tutti i giorni. l`autore scopre per caso una sentenza del 1938, emessa dalla corte d`appello di berlino, dove si nega ad un padre - un pastore evangelico - il diritto di chiamare la propria figlia esther, un nome ebraico. inizia da questi indizi una ricerca che portera` seibert a rintracciare la famiglia luncke e a ricostruirne la storia e l`inutile battaglia giudiziaria intrapresa.

il volume si propone come un piccolo manuale formativo per educatori infantili in quanto espone l`"immagine d`infanzia" come si e` sviluppata nella cultura del novecento. cio` e` avvenuto attraverso molti contributi (psicologici, psicanalitici, sociologici, pedagogici, letterari e - perfino -filosofici, oltre che storici, antropologici...) di cui oggi dobbiamo essere consapevoli. infatti attraverso di essi si e` costruita quella visione complessa del bambino che viene a valorizzarlo nella sua specificita` e nei suoi diritti e che ci permette di conoscerlo in tutta la sua natura polimorfa e dialettica. di tale complessita` e varieta`, oggi, ogni educatore deve farsi ben cosciente e proprio attraverso la rilettura, sia pure antologica, delle posizioni-chiave via via emerse nella cultura del xx secolo.

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