

sophie scholl fu ghigliottinata all`eta` di 21 anni dal tribunale del popolo di monaco di baviera, il 22 febbraio 1943, per tradimento contro lo stato e il fuhrer. insieme a lei vennero decapitati il fratello hans, christoph probst e, due mesi dopo, alexander schmorell, willi graf e il loro professore di filosofia, kurt huber. si concluse cosi` l`avventura della "rosa bianca", il gruppo di cinque giovani universitari tedeschi che nel corso del 1942 e nelle prime settimane del 1943 sfidarono il regime nazista stampando e diffondendo clandestinamente in germania e austria sei opuscoli contro hitler. quei fogli raccontavano gli orrori che si stavano consumando ai danni degli ebrei, informavano delle sconfitte militari naziste - una su tutte: stalingrado -, facevano appello ai grandi ideali della cultura e alle lezioni della storia, esortavano i tedeschi alla ribellione, al sabotaggio, alla diserzione. la rosa bianca non fu un`organizzazione diffusa, strutturata, con collegamenti internazionali, sul modello della resistenza italiana. fu qualcosa di diverso e forse di unico nella storia della lotta ai totalitarismi del `900. quei giovani, infatti, non erano animati da un`ideologia ne` erano particolarmente interessati alla politica. il loro sacrificio - ispirato ai principi cristiani di fratellanza e giustizia - e` un inno alla sacralita` della vita di fronte alla barbarie e al disprezzo per l`uomo.


un concept album particolare, forse unico, che si sviluppa come un film attraverso 9 canzoni da ascoltare in sequenza. un film per musica e parole, insomma, ambientato sulle colline piemontesi delle langhe, a cavallo degli anni cinquanta e sessanta del novecento. mauro carrero riprende le pagine della sceneggiatura (incompiuta) che beppe fenoglio stava scrivendo, pochi mesi prima della sua morte, per il film d`esordio del regista gianfranco bettetini. la trasforma in qualcosa di altro, autonomo e concluso: un`opera nuova, ma che custodisce al contempo la struttura materiale e il significato morale e sentimentale del progetto originario. un modo per "riprendere" la` dove fenoglio ha purtroppo dovuto lasciare, ben sapendo che il film vero, come ha sempre ribadito bettetini, non si potrebbe fare piu`.

