

giunto alla soglia dei novant`anni, il regista che invento` vittorio gassman comico e sordi attore drammatico racconta il suo cinema. in una lunga conversazione con sebastiano mondadori, ricostruisce i suoi quasi sessanta film; una storia personale che inevitabilmente si intreccia a quella del nostro paese, di cui monicelli e` stato censore o testimone partecipe, mettendo in scena fatti e misfatti, vizi e piccolezze di italiani mediocri, con la spietatezza della comicita` e il sarcasmo del provocatore. la storia di decenni di lavoro, trovate geniali ed errori, amicizie e collaborazioni importanti, ma anche un discorso sul fare cinema e sulla consapevolezza di avere creato un nuovo genere "che ha contribuito a una nuova antropologia dell`italiano".
un`indispensabile guida introduttiva agli studi archeologici attraverso una trattazione sistematica (winckelmann - l`archeologia filologica - le fonti letterarie - le scoperte e le grandi imprese di scavo - ricerche teoriche e storicismo agli albori del novecento - problemi di metodo), e insieme l`appassionata polemica di uno degli ultimi "grandi intellettuali" italiani contro le tendenze piu` recenti della disciplina in cui era maestro. bianchi bandinelli (1900-1975) ha insegnato archeologia e storia dell`arte antica a cagliari, pisa, groningen, firenze e roma fino al 1965. dal `45 al `48 e` stato direttore generale delle antichita` e belle arti.

quali elementi caratterizzano il cinema italiano degli anni novanta? si puo` parlare di "nuovo cinema" e quale rapporto esiste tra la nuova generazione e quella dei maestri? quali sono le dinamiche produttive, gli autori e i cineasti di rilievo, i luoghi d`incontro, i momenti di discussione e di elaborazione teorica? questo libro offre un panorama a tutto campo del nostro cinema nel decennio che va dalla fine degli anni ottanta sino a oggi, con uno sguardo e un`attenzione particolari a quella che l`autore chiama, con una citazione telefila e cinefila, la next generation, o il new-new italian film. l`opera e` la nuova edizione aggiornata al 2001.




"la memoria dell`esule". cosi luciana stegagno picchio definiva i cinque volumi dei "cadernos de lanzarote" in un suo saggio sullo scrittore portoghese. nel 1993, infatti, il futuro premio nobel per la letteratura, in seguito alle polemiche suscitate in patria dal suo "vangelo secondo gesu` cristo", si era trasferito alle canarie, nell`isola di lanzarote. e per cinque anni, 1993-1997, scrive una sorta di diario "pubblico" in cui racconta di se`, del suo amore per la moglie pilar, di libri degli altri, di persone che incontra, di viaggi - l`italia, la cina, la spagna, naturalmente il portogallo -, dei suoi adorati cani, di scrittura e di scrittori, di politica, filosofia, religione, di illuminazioni, di sensazioni... un diario sincero che e` anche un viaggio tra i suoi libri - scritti e da scrivere - e delle casualita` che li hanno ispirati. come pure un viaggio dentro se stesso, perche` "tutto e` autobiografia", perche` la vita che raccontiamo sta "in tutto cio` che facciamo", e non solo nelle parole, ma anche nei gesti.






prima erano inseparabili: pietro figlio dei servi, paolo dei padroni, un`adolescenza trascorsa in comunione con la natura, nel cuore vivo di una sardegna selvaggia. i giochi, le parole pronunciate per conoscersi o per ferire, poi lucia,
la storia dei vampiri "veri", uomini e donne risorti, prima del mito letterario. quando la resurrezione era una sciagura. c`e` stato un tempo in cui i vampiri popolavano l`europa centrorientale ed erano pronti a invadere il resto del continente. cosi`, almeno, dichiaravano i giornali, per i quali nel natale del 1731 i morti sarebbero risorti e avrebbero deciso di muovere guerra ai vivi. come un fulmine, la paura si diffuse in ogni dove, moltiplicando le testimonianze di aggressioni perpetrate da cadaveri animati, che venivano poi scoperti indecomposti nelle tombe. unica soluzione era allora trafiggerne il cuore, tagliarne la testa e affidarne i resti a roghi purificatori, i quali avrebbero rischiarato le angosciose notti invernali d`europa per ancora un ventennio. fino alla primavera del 1755, quando, piuttosto che con la forza, quei personaggi infernali sarebbero stati sconfitti con l`astuzia. il vampiro sarebbe, cosi`, entrato nel mito letterario, che dopo quasi un secolo e mezzo di incubazione, avrebbe dato forma alla figura di dracula. risalendo il corso del tempo, questo libro indaga le origini europee della credenza nei vampiri, della quale gli eventi del xviii secolo furono solo una tardiva manifestazione. da tal punto di vista, se essi e le successive rielaborazioni letterarie corrispondono alla preistoria del vampirismo `a` la dracula`, il volume rivela la preistoria della preistoria di dracula. un passato remoto, ma, per alcuni versi, tremendamente prossimo.