

quando nell`ottocento la russia irruppe sulla scena della letteratura, il mutamento fu radicale e irreversibile. qualcosa di analogo, ma ben piu` discreto, avvenne con la musica, nata anch`essa d`improvviso, con glinka, e sviluppatasi poi attraverso una fioritura dove spiccavano maestri sommi quali musorgskij e popolarissimi come cajkovskij. si scopri` in tal modo come a est della germania, che per secoli aveva rappresentato l`oriente della musica, si aprisse un altro territorio, immenso, che avrebbe aggiunto una speziatura sino ad allora ignota al mondo dei suoni e scompaginato la nostra stessa abitudine di pensare la musica.



"un mestiere antico come il mondo, che risponde a una necessita` degli esseri umani, a un loro bisogno fondamentale: quello di raccontarsi". cosi` uno dei maggiori scrittori contemporanei si racconta alla vigilia dei settant`anni in una lunga confessione-intervista: la sua difficile fanciullezza tra fascismo e repubblica, la milano degli anni universitari, la nascita delle passioni per l`arte e la letteratura, una drammatica storia matrimoniale, i primi lavori, gli anni dell`ideologia e del gruppo 63, il sessantotto, la scoperta delle storie da narrare. sebastiano vassalli parla anche di tv, religione e politica ("l`italia e` due paesi in uno. c`e` il paese legale, che e` sotto gli occhi di tutti, e c`e` il paese sommerso, illegale, che tutti piu` o meno fanno finta di non vedere"), con un capitolo dedicato al "signor b." ("se non ci fosse stato lui, sarebbe arrivato un altro con un`altra iniziale, o forse addirittura con la stessa iniziale"). alla fine la speranza e` riposta nella letteratura, "vita che rimane impigliata in una trama di parole".









sorgeva l`alba del 5 aprile 1453. tutto il territorio tra il mar di marmara e il corno d`oro era ricoperto da una moltitudine di fanti, cavalieri e marinai, vestiti nelle foggie piu` diverse, che si agitava al ritmo di trombe e tamburi. non vi era nulla di festoso in quello spettacolo. i cristiani piu` avveduti capirono che stava per iniziare la grande scorreria dei turchi in europa e in italia. al secondo canto del gallo del 29 maggio 1453, quell`immenso esercito guidato dal giovane maometto ii si mise in marcia, dando inizio alla guerra tra oriente e occidente. da quel momento tra i villaggi e le popolazioni dei balcani, dell`austria e dei territori orientali e costieri dell`italia risuono` sempre piu` spesso un grido che, se nelle diverse lingue e dialetti assumeva toni ed echi differenti, conservava tra i profughi stiriani, sloveni, ungheresi, carinziani, friulani, pugliesi o calabresi, un comune significato di terrore ed il costante timore per un futuro di dolore e schiavitu`: "mamma li turchi".



