





"ricevi dunque in un solo libro quattro specie di cose: composizioni allusive, poetiche, allegoriche; emblemi nel venereo rame incisi e di venerata grazia adorni; verita chimiche secretissime che l?intelligenza tua sondera; infine musiche delle piu rare: fa buon uso di cio che t?e qui dato". cosi michael maier, uno dei piu significativi "operatori" ermetici dell?epoca rosicruciana, medico, filosofo e musicista presenta la sua "atalanta fugiens". e l?accorto lettore si rendera conto, col solo sfogliarlo, di come l?atalanta si configuri quale testo di "traduzione" alchemica tutto teso a formulare, nella sua ampiezza, e per il suo invito ad una prima decifrazione estetica, un?opera di estremo equilibrio barocco. questo perche in maier il gusto ed il brivido spirituale della conoscenza ermetica si sposano felicemente ad una volonta ermeneutica che compara, giustapponendo, varie formule espressive. e saranno l?epigramma, l?incisione, la fuga musicale, i vari possibili gradini d?intendimento della "crisopeia". gli epigrammi, ma soprattutto i discorsi che chiosandoli li accompagnano, sono tutti "ambientati", secondo la tendenza propria dell?epoca, a collegare il mito all?alchimia e, con essa, spiegarlo svelandolo, maier disincantato lettore di miti, ne intravede il possibile, per lui certo, velame alchemico e ne propone, aprendo la strada ai futuri pernety, l?ampia qualita e disponibilita analogica; facendo della mitologia greca una "metafora in divenire" che permetta una decifrazione reciproca alle tappe dell?"opera alchemica". le incisioni, gli emblemi, opera di merian, forse il massimo, il piu noto senz?altro tra gli incisori alchemici, portano spessore immaginativo, ottico, al "sogno" della comprensione ermetica, operando con un modello iconologico d?indole, piu che di data, barocca. si tratta d?incisioni che, com?e d?uso nell?epoca, offrono una solida fedelta al dettato dell?epigramma, traducendo obbedientemente in immagini, fotografando per cosi dire, la velata lette



Bulzoni Editore, 1981, IT. Raccolta di scritti apparsi nelle varie annate della rivista Filmcritica tra il 1965 e il 1980 per delineare un primo abbozzo di lettura del film cercando di cogliere il nesso tra l'esperienza teorica e l'esperienza pratica.

da "i quattrocento colpi" del `59 a "finalmente domenica" dell`83: il percorso di un regista che amava le donne e il cinema con la stessa intensita`. fu proprio il cinema a salvarlo da un`adolescenza travagliata. grande ammiratore dei film americani, nelle sue opere ha saputo dare forma come nessun altro a quella ironica e disincantata malinconia tipicamente francese.