
koinsky, il protagonista de "gli scorpioni del deserto", ci racconta varie storie della seconda guerra mondiale. le storie, disegnate da pratt durante il suo soggiorno londinese nel 1956-57, erano state pubblicate sulla rivista corto maltese tra il 1988 e il 1992. dalle sabbie del deserto libico alle foreste infestate dai giapponesi, dalle lagune di comacchio ai bordelli africani, queste avventure di guerra sono le `piccole` storie di uomini che ogni giorno devono confrontarsi con le piu` varie e inconsuete situazioni che pero` alla fine faranno la differenza fra il continuare a vivere e il morire.



nel 1956 fusco conobbe a venezia il cardinale angelo roncalli; fu un amico giornalista a presentarlo all`allora patriarca della citta` lagunare. insieme si recarono al palazzo patriarcale: fu un incontro come fra vecchi amici, roncalli offri` del buon vino bianco, converso` amabilmente, non si mostro` preoccupato della "laicita`" di fusco, lo ringrazio` addirittura per un articolo malizioso che il cronista aveva dedicato ai frati francescani. a quell`incontro ne seguirono altri, tutti cordiali, come fra vecchi amici, il cardinale raccontava episodi della sua vita, aneddoti su santi, affrontava discussioni sulla chiesa, sempre sorridente e a tratti ironico; incontri che dovettero segnare profondamente fusco se il 4 giugno del 1963 si ritrovo` con migliaia di persone in piazza san pietro nel corteo che accompagnava la salma di giovanni xxiii.

"in qualunque citta` - ha scritto l`autrice di "dimenticati" - vi sono tracce del presente". e` in queste tracce labili di presente che vivono e si insinuano i molti protagonisti di questo romanzo, le cui esistenze sarebbero appunto labili indizi dentro la maesta` della storia, delle atmosfere senza tempo e delle secolari architetture a venezia, che resterebbero eterogenee ed eccentriche se non le attraesse tutte un centro dell`intreccio. c`e` un festival del cinema che chiama attori e registi e l`ordinario bestiario cinematografico, ma soprattutto, intorno a questo, e` un complotto falsario, che per cerchi concentrici sempre piu` stretti spinge sparse vicende a incontrarsi, a trovare il loro senso e proporre la loro giustificazione.


valentino, un giovane di verona, ama silvia, figlia del duca di milano, e ne e` riamato, ma il padre l`ha destinata a turio. proteo, amico di valentino e fidanzato di giulia, si invaghisce pero` di silvia e rivela al duca il progetto di rapimento di valentino. giulia travestita da paggio, viene a milano per riconquistare proteo; valentino e` bandito dalla citta` e diventa capo dei masnadieri; silvia fugge da milano e cade nelle mani dei masnadieri. proteo accorre a salvarla e valentino smaschera il tradimento dell`amico. infine la vicenda si conclude con un lieto fine: il duca acconsente alle nozze tra valentino e silvia e proteo, ravvedutosi, sposa la fedele giulia.


"letti, divani, e giacigli, sono ospitali a viga`ta. e contemplano ingorghi e soprassalti. la prodigalita` e` un ardore di istintiva e disfrenata volutta`. si dipana come una corrente vitale a due fuochi: la passione gagliarda, che non si tiene ai limiti del ritegno; e la missione soccorrevole, da crocerossine che, per la societa` e la patria, e per il proprio piacere, esercitano le opere di bene come un darsi generoso secondo le esigenze ghiotte dell``appetito` da soddisfare, del `boccone` prelibato, del `ristoro`, e finanche del fervoroso `spolpamento`. a viga`ta si acclimatano divinita` pagane, santi, e creature circensi: una venere di lago e un apollo dormiente; uno splendore di ragazza, incline alle estasi, la quale, mentre dintorno preme il mistero del trascendente, corrompe e si corrompe con i propri aromi di purezza e la sua voglia di santita`, compiacendosi dei sogni lascivi, illusoriamente tattili, che tra uno spandersi di afrori di peccato mettono in comunicazione notturna il letto suo e quello del proprio confessore; le quattro svedesi equilibriste, le vichinghe volanti che, avvenenti e fascinose, montano le loro roboanti motociclette come cavallerizze da circo. un`astuta e insolente provvidenza narrativa si prende gioco delle aspettative: imbroglia, sbroglia, imprevedibile alla fine; sbrigliata com`e`, nel dare scacco matto. un cacciatore sbadato non sa di essere cacciato da un cacciatore per diletto. uno sgambetto e` inevitabile..." (salvatore silvano nigro )







con la propensione all`ascolto, originariamente determinata da un difetto visivo, don marzio e` il prototipo di quei frequentatori di caffe` che sanno di questo e di quello, che raccolgono notizie dalla voce degli altri e dalle gazzette per farsene portavoce, senza la cura di controllarle e di verificarne la fondatezza, mescolando verita` e invenzione. nella bottega del caffe` si nasconde una vena scientifico-filosofica caratteristica del diciottesimo secolo e non manca quel doppio livello di lettura, quell`aspetto metateatrale che piu` volte si ritrova nel goldoni.




Questi morbidi libri fold-out, realizzati da Wee Gallery, sono pensati apposta per i neonati: il contrasto bianco e nero e i contorni netti delle immagini stimolano lo sviluppo visivo del bambino, che nei primi mesi non distingue ancora bene i colori. Animaletti monelli e motivi geometrici ricorrenti non mancheranno di incantarlo! Età: da 6 mesi.

un seneca feroce, cinico e irridente, lontano dalla seriosa gravita` del filosofo, inaspettato per chi lo conosce solo dalle lettere a lucilio o dai dialoghi. l`apocolocyntosis, l`unica opera di satira politica a noi giunta dall`antichita`, bizzarra mescolanza di prosa e poesia, parodia di generi alti e punte di accesa volgarita`, racconta il destino ultraterreno del defunto claudio: non apoteosi, come da prassi per gli imperatori morti, ma apocolocyntosis, cioe` "inzuccamento", il processo postumo in cielo e la condanna a giocare a dadi con un bossolo forato. il tutto scritto con una ferocia e un astio che la rendono una delle pagine piu` inquietanti del rapporto spesso tragico tra il potere e gli intellettuali. rossana mugellesi esplora nell`introduzione le particolarita` dell`apocolocyntosis e della satira menippea, genere di cui l`operetta e` l`unico esempio superstite.