"personaggi, bozzetti, relazioni, fatti e misfatti, miserie e splendori del vivere, costituiranno per forza di cose le mercanzie piu` abbondanti in questa variopinta vetrina d`antiquariato (sarei tentato di dire: in questa bancarella dell`usato) non fosse per il fatto che, come animale teatrante, posso iscrivermi a doppio titolo: innanzitutto in quanto umanoide, come chiunque altro, poi in quanto professionista che allo spettacolo, in particolare al teatro, ha dedicato la maggior parte del proprio tempo-vita (...) quel che vorrei ne venisse fuori e` un libro di scorrevole lettura, piacevole ma non inutile, per coloro che amano le buone sorprese della vita e che non si arrendono di fronte a quelle cattive. un libro che possa anche fornire qualche utile spunto a coloro che si ostinano a credere che gli uomini, al di la` delle loro stravaganze, abbiano ancora delle cose in cui credere e altre cose da dirsi".
il volume presenta i testi postumi di schopenhauer del periodo successivo alla pubblicazione del "mondo come volonta` e rappresentazione". si tratta di riflessioni, aforismi, appunti e abbozzi riuniti in cinque "libri" che testimoniano come la vena filosofica e letteraria del giovane filosofo non si fosse esaurita dopo la pubblicazione della sua opera piu` conosciuta.
tra realta` e leggenda, con parole appassionate rey descrive i luoghi e gli abitanti, gli artisti e gli studiosi che da tutta l`europa furono attratti dal mitico monte, racconta i sacrifici e le sofferenze morali e fisiche che accompagnarono i numerosi, caparbi tentativi di conquista della vetta da parte dei protagonisti piu` diversi, dalle guide della valtournanche all`abate gorret, fino alla vittoria finale dell`inglese whymper nel 1865. non meno coinvolgenti sono le intense pagine autobiografiche in cui l`autore racconta i suoi rapporti con il cervino, che segnarono profondamente la sua esistenza. pagina dopo pagina le parole si fondono con i disegni di edoardo rubino e con le riprese di vittorio sella e dello stesso rey.
figlio di teseo e della sua prima moglie, ippolito e` un adolescente casto e devoto ad artemide: passa il tempo a cacciare, disdegnando afrodite. per vendicarsi, la dea dell`amore escogitera` un piano crudele, facendo innamorare di lui la matrigna fedra, figlia di minosse e seconda moglie di teseo. da questo spunto nasce la tragedia di euripide presentata in questo volume, con la cura e la traduzione di davide susanetti.
l`enigma del tempo che ci plasma, di un presente , della memoria custodita dalla , dei nostri gesti ligi alle regole di un gioco oscuro diretto da un dio indecifrabile sono motivi familiari a chi ama borges. mai come in storia della notte, tuttavia, hanno trovato un`espressione piu` vivida, diretta e, soprattutto, intima, tanto che l`infinita, imperscrutabile catena delle cause e degli effetti puo` ora tendere verso un luminoso punto di fuga, incarnato dalla donna amata: . ma c`e` di piu`: oltre che l`oscurita` della morte e della cecita`, la del titolo evoca la capacita` dell`uomo di forgiare parole e miti (), sicche` questa raccolta poetica del 1977, inframmezzata da brevi prose, andra` letta anche come un emozionante (e autobiografico) riepilogo dell`ininterrotto sforzo di - di dare senso alla vita attraverso le parole.
abbiamo scelto noi le specie vegetali che coltiviamo e lasciamo proliferare nel mondo o in realta` e` accaduto il contrario? siamo intervenuti sulla natura o siamo stati in qualche modo "addomesticati"? seguendo la storia naturale, politica, sociale ed economica del nostro pianeta, michael pollan indaga la strategia evolutiva messa in atto da quattro specie vegetali che da millenni dominano sul nostro pianeta: il melo, il tulipano, la cannabis e la patata. piante che si sono adattate alle esigenze dell`uomo per guadagnarsi la sopravvivenza e la diffusione dei geni. osservato per la prima volta come soggetto agente, scopriamo come l`ambiente naturale abbia trascorso gli ultimi diecimila anni a escogitare il modo migliore per nutrirci, guarirci e vestirci, inebriarci o deliziarci.