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scriveva cechov all`amico suvorin nel 1888. . il viaggio che, armato solo del passaporto e di una tessera di corrispondente di , intraprendera` due anni piu` tardi per studiare la vita dei deportati nella colonia penale di sachalin e` la drastica risposta a questo interrogativo. sbarcato ai confini del mondo, in un luogo dove puskin e gogol` sono incomprensibili e inutili e , cechov riuscira`-malgrado il boicottaggio delle autorita` e un clima che - a penetrare nell`inferno della katorga e a denunciare, con una precisione e un`obiettivita` dietro le quali fremono pieta` e indignazione, il fallimento di un sistema dominato da ingiustizia e corruzione, e colpevole di infliggere . ma riuscira` anche a fissare nitidissime visioni di sconvolgente bellezza: le contadine che nella valle dell`arkaj, per ripararsi dalla pioggia, si legano intorno al capo gigantesche foglie di bardana e ; le lunghe strisce di sabbia che separano il golfo di nyj dal mare tetro e malvagio; i giljaki, dai larghi sorrisi beati che possono lasciare posto a un`aria ; le donne ainu dalle labbra tinte di blu, chine sui pentoloni come streghe a rimestare la zuppa di pesce.

elena non e` mai stata a troia. non e` lei che i vecchi della citta` hanno contemplato sulle mura. non e` lei che telemaco ha ammirato nel suo palazzo di sparta. la dea era a paride non diede che un fantasma, un`immagine fatta con l`aria del cielo, che pure respirava: copia identica, doppio preciso, di elena. l`elena di carne e d`ossa, invece, la prese ermes e la porto` in egitto, nella casa del casto proteo, perche` il letto di menelao non venisse violato. il primo scontro tra occidente e oriente, la guerra di troia, fu combattuta soltanto per un`illusione. zeus voleva semplicemente alleviare la madre terra dell`eccessiva massa di esseri umani che l`appesantiva e dare fama al piu` forte degli eroi, achille. questo e` il nucleo fantastico dell`"elena" di euripide, al quale si aggiunge tutta una serie di motivi non proprio secondari: perche` nel suo lungo nostos da troia verso sparta, menelao, che con se` conduce il riconquistato, approda in egitto e si trova davanti a un`, una , la elena, che subito lo riconosce e pronuncia parole sublimi: . urge organizzarne la fuga dall`egitto, inventando una scusa per beffare il re teoclimeno - che desidera farla sua sposa - con l`aiuto della sorella di lui teonoe () e il favore degli de`i. ma il coro, in un brano dall`intenso lirismo e dalla notevole profondita` filosofico-teologica, si domanda: . l`"elena" non prospetta alcuna certezza. barbara castiglioni, che nell`introduzione offre una bella ricostruzione dei modelli antichi di elena ed elabora un eccellente commento, riassume cosi`:

un grande musicista deve concentrarsi per scrivere la sua musica, non puo` certo perdere tempo ad ascoltare un piccolo musicista che suona un`armonica per la strada. ma se quel piccolo musicista, con la grazia del suo talento, ricorda al grande musicista perche` lui ami la musica, allora qualcosa puo` ancora succedere. eta` di lettura: da 7 anni.

m3
1996

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