




un enigmatico finanziere, del cui patrimonio non si conosce l`origine, e un regista ebreo da anni inattivo si incontrano in un luogo imprecisato, a meta` tra un hangar e un mattatoio, per discutere di un progetto comune: mettere in scena il mercante di` venezia. in comune hanno un`ossessione: shylock, uno dei grandi personaggi shakespeariani. mentre scorrono le scene delle prove e gli esilaranti paradossi del mercante di venezia, immaginato dal regista con una strana compagnia tragicomica, si delinea una partita sottile e inquietante in cui entrambi i personaggi vogliono cambiare a loro modo il finale di shakespeare. un teatro nel teatro in cui regista e impresario si alternano a interpretare la parte di shylock e ognuno vede messa in discussione la propria identita`. il tutto in un avvincente collage che, sul tema del denaro e dell`arte, intreccia le parole di shakespeare con i testi della cultura ebraica e quelli dell`odierna cultura pop.

e` noto come la maggior parte degli scrittori di racconti di fantasmi non abbia creduto alla loro esistenza; altrimenti quali "grandi mentitori" sarebbero stati? questa antologia punta proprio sul fatto che i fantasmi non esistono. ci si diverte cioe` a burlarsi dei modelli dei racconti gotici e dello stesso concetto di fantasma o spettro. i racconti di questa strana raccolta comprendono alcuni degli scrittori di lingua inglese piu` noti del periodo tra dickens e gli anni trenta di questo secolo.

romanzo dell`intemperanza romantica e della scoperta dell`amore carnale, scritto da un flaubert appena diciannovenne, "novembre" e` una confessione autobiografica celata in un`opera di finzione, il cui giovane protagonista incarna molti aspetti dell`autore: le sue speranze, le aspirazioni, l`umore melanconico, la misantropia. flaubert trasfigura il prorio vissuto nella finzione letteraria. e cosi`, "novembre" non e` solo la scoperta delle pulsioni erotiche, ma anche il groviglio di ricordi di collegio, di esperienze e memorie adolescenziali dell`autore.










(woody guthrie)

il ciclo di processi costituenti latinoamericani e` di grande interesse per quell`antropologia impegnata nell`indagare le specifiche pratiche giuridiche indigene agite all`interno di comunita` e territori. in quest`ottica il contesto boliviano - fondato, tra gli altri, sul paradigma del pluralismo giuridico dopo l`approvazione della nuova costituzione politica nel 2009 - e` paradigmatico delle dinamiche di giuridicizzazione che discendono dall`incorporazione di concetti indigeni all`interno della cornice normativa statale. cosi`, equiparando la justicia indigena originario campesina a quella ordinaria dello stato, il caso boliviano esplicita i modi in cui distinti habitus giuridici, riconducibili ai molteplici gruppi indigeni riconosciuti dallo stato, interagiscono all`interno di un medesimo contesto sociale, non senza frizioni, aggiustamenti e negoziazioni. collocandosi nella cornice epistemologica tracciata dall`interrelazione tra diritti dei popoli indigeni e diritto indigeno, il volume, risultato di una ricerca etnografica di lungo periodo nel chaco boliviano, esamina l`intersezione tra reti normative, pratiche e retoriche del diritto entro cui si definiscono i guarani di charagua - prima autonomia indigena originario campesina di bolivia - analizzandone la pratica giuridica agita all`interno delle loro giurisdizioni territoriali. il libro indaga i modi in cui i guarani interpretano il campo giuridico, esercitano la justicia comunitaria, producono norme e parlano giuridico. un giuridico che affonda le sue radici di senso e significato in norme derivanti dal paradigma indigeno-originario e che e` il prodotto processuale delle interazioni interlegali proprie del contesto plurale della bolivia plurinazionale.
