


in questo libro viene esaminato il linguaggio fotografico al di fuori delle consuete riflessioni di carattere concettuale, partendo piuttosto dallo "specifico" del mezzo tecnico; quest`ultimo viene analizzato nella sua evoluzione dalla dagherrotipia al bianco e nero, dal colore alla olografia. al tempo stesso, della materia si e` voluto offrire un panorama storico-critico attraverso una serie di "schede" sintetiche ma esaurienti a proposito dei protagonisti piu` significativi, degli stili e delle ideologie che si sono sviluppati nel corso di un secolo e mezzo: presenze e avvenimenti la cui conoscenza puo` servire - anche mediante l`articolata bibliografia di base che correda le singole schede - a orientare efficacemente il lettore verso la conoscenza e l`approfondimento di un mezzo espressivo che, come pochi altri, connota la cultura del nostro tempo.

guidando il lettore in un viaggio che a partire dall`arte preistorica ripercorre le grandi civilta` egizia, fenicia, greca, indiana e araba, bruno g. bara ricostruisce e documenta l`invenzione della scrittura attraverso un`ampia scelta iconografica. l`idea di fondo della comunicazione come costruzione comune di significato permette all`autore di sviluppare una teoria della scrittura come comunicazione "situata" e "permanente", cioe` trasmissibile con l`ausilio di elementi esterni offerti dall`ambiente: dalle pietre agli odierni supporti elettronici.

dopo aver interpretato psicologicamente le fiabe e i testi degli alchimisti, marie-louise von franz affronta qui il compito di svelare la struttura inconscia, accanto a quella formale e cosciente, del celebre libro di apuleio che da` il titolo anche a questo saggio. l`autrice, ripercorrendo la trama del romanzo, ci fa sentire il respiro universale e, al tempo stesso, l`attualita` di questo capolavoro, che e` una grande avventura umana di riscatto e conquista interiore, svoltosi in un`epoca per tanti versi a noi cosi` affine come fu la tarda antichita`. alla rilettura della von franz si attaglia perfettamente il noto giudizio di flaubert, secondo cui gli argomenti



l`immagine di israele che la nirenstein disegna nel volume e` quella di una societa` ancora in formazione, ma che tuttavia e` entrata in una fase irreversibile post-sionista. per lungo tempo l`esercito e la guerra sono stati il ventre unificatore di polacchi, russi, americani, etiopi e marocchini immigrati. il lutto e la vittoria, la lotta per la sopravvivenza e i riti collettivi hanno forgiato i comportamenti dell`intera nazione, le pratiche familiari, l`uso del tempo libero, l`etica dei costumi. poi, a partire dal `73 con la guerra del kippur, la guerra del libano e l`intifada, l`invincibile esercito popolare di israele si e` trasformato in un popolo che ambisce alla normalita`, per cui la pace e` diventata un bene necessario.


"il borgomastro di furnes e` un romanzo mirabile, che riassume la visione di simenon. il mondo e` furnes: questa misurazione, questa ripetizione, questo odio, questa apparente trasparenza, questa foltissima nebbia. nessuna fuga e` possibile. il borgomastro intravede un barlume di liberta` e di leggerezza: per un momento e` abbacinato: vorrebbe fuggire; ma alla fine comprende che non potra` mai violare la sua fedelta` verso i vivi e i morti, e lentamente rientra tra le invalicabili mura, dove, come tutti noi, abita prigioniero da sempre." (pietro citati)

Alcuni design artistici di libri dalla National Art Library, Victoria & Albert Museum e altro.






