la fisionomia intellettuale e spirituale di papa ratzinger, a dispetto dei semplicismi adulatori e denigratori, e` tutta nota. i capisaldi del suo pensiero emergono nella biblioteca di studi, saggi, conferenze che egli aveva gia` pubblicato prima dell`elezione al soglio pontificio. al contrario, lo stile di governo di benedetto xvi rappresenta una incognita sulla quale i primi mesi del pontificato gettano luci diverse rispetto a quelle dell`e`ra wojtyla. nel conclave del 2005 ci sono alcune chiavi di lettura e forse anche un`agenda capace di spiegare lo stile del nuovo papa. alberto melloni ci offre un profilo del nuovo papa ripercorrendone l`elezione e l`avvio del pontificato.
ai filosofi che hanno fatto una virtu` del parlar con se stessi, ai monologhi che passano per filosofia, ai rituali magici dei tecnicismi logici che caratterizzano "quest`eta` postrazionalistica", popper oppone il concetto di una scienza come cosmologia, e di una filosofia come metodo critico che tenta di comprendere "noi stessi e la conoscenza, in quanto parte del mondo". ma la scienza a cui fa appello popper non e` "un sistema di asserzioni certe o stabilite una volta per tutte", bensi` un insieme di tentativi, "di ipotesi azzardate, di anticipazioni affrettate e premature, di pregiudizi", che l`uomo tenta di cogliere in fallo cercando di farli collidere con la realta`, mediante l`osservazione e l`esperimento. e la scienza si differenzia dalla metafisica che pretende di fornirci un quadro coerente e definitivo del mondo - perche` le sue asserzioni sono in linea di principio falsificabili; perche` tende a falsificarle con tutte le armi del suo arsenale logico, matematico e tecnico.
immigrazione continua a essere sinonimo di svantaggio e marginalita`. le crisi dell`ultimo decennio hanno aggravato la situazione, colpendo gli stranieri in maniera piu` pesante dei cittadini. inseriti nei settori piu` esposti, generalmente meno garantiti, i primi hanno perso il lavoro o subito riduzioni di orario e salario assai piu` spesso dei secondi. cosi` il divario aumenta. siamo una societa` sempre piu` stratificata in base all`origine e al colore della pelle. alla radice, vi e` un drammatico ritardo culturale e politico. i media continuano a ricondurre ossessivamente gli immigrati a due stereotipi contrapposti: intruso minaccioso o povera vittima. la politica e` impantanata da anni in uno sterile gioco delle parti; ogni serio progetto di riforma e` stato abbandonato, emergenzialismo e improvvisazione dominano. intanto, sfiducia e frustrazione montano, tra gli elettori italiani come tra i migranti e i loro discendenti. la metamorfosi che i primi arrivi di massa avevano innescato sul finire del secolo scorso e` rimasta incompiuta. il problema e` che, come paese, questo stallo non ce lo possiamo permettere.
