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il battesimo del mare, il tabu` delle scarpe a bordo, le origini del gran pavese, l`evoluzione della barca, dai tronchi alle petroliere, i proverbi e i modi di dire legati alla vita marinaresca. sulle onde della tradizione e delle consuetudini della gente di mare, giovanni caputo racconta aneddoti, curiosita` e storie che hanno come protagonisti marinai, pescatori e maestri d`ascia che, con la loro esperienza e la loro dedizione, hanno tramandato, per lo piu` oralmente, rituali e comportamenti legati spesso a superstizioni e a credenze animiste. il rapporto uomo-barca-mare e` carico di fascino e mistero e nasconde una vera e propria forma di amore, cosi` forte e speciale che coinvolge tutti i marinai, al di la` del tempo e della modernita`. brillanti motti e avvincenti racconti emergono dai flutti e dalla corrente lungo le rotte solcate prima da robuste navi di legno e poi dalle gigantesche navi dei nostri giorni. nel tempo nulla cambia: l`uomo da sempre cerca di instaurare un forte e autentico legame con il mare e con i suoi segreti.

Saper leggere la natura può salvare la vita. È quello che capita agli escursionisti colti dalle intemperie durante un'ascensione al monte Ventoux. O al capitano Arsen'ev, che ben due volte, nella taiga siberiana, deve ringraziare la guida preziosa del cacciatore Dersu Uzala. Ma questo non è un manuale di allenamento dello sguardo, o non solo. È un libro di avventure, esplorazioni, scoperte, col fango sotto le suole, seguendo le picchiate del falco e le fughe impazzite delle sue prede.

edizione integrale annotata a cura di giuseppe battelli.

un atto di lettura e` all`origine di questo giallo storico. la curiosita` dello scrittore viene attratta da un libro, dimesso e periferico in apparenza. lo scrittore precipita nella lettura, ma inciampa in una nota a pie` di pagina. la brevita` della nota stenta a contenere l`immanita` del fatto. recita la nota: "nella lettera del 16 agosto 1956 l`abadessa sr. enrichetta fanara del monastero benedettino di palma montechiaro cosi` scriveva a peruzzo: `quando v. e. ricevette quella fucilata e stava in fin di vita, questa comunita` offri la vita di dieci monache per salvare la vita del pastore. il signore accetto` l`offerta e il cambio: dieci monache, le piu` giovani, lasciarono la vita per prolungare quella del loro beneamato pastore`". il "pastore" delle giovani "pecore", che si lasciarono morire di fame e sete in una lunga agonia, era il vescovo di agrigento giovanni battista peruzzo: il "vescovo dei contadini" che, in nome della giustizia sociale, e a dispetto del professato anticomunismo, aveva messo il suo carisma e la sua possente eloquenza al servizio dei deboli e degli abbandonati: contro gli agrari; e contro quella "struttura di peccato", che era il latifondo incolto. immancabilmente, due proiettili ferirono a morte il vescovo. era una sera d`estate del 1945. dieci monache offrirono le loro vite a dio. il vescovo sopravvisse al baratto. mentre dieci cadaveri si dissolvevano nel silenzio di una strage dimenticata.

meret bissegger e` una delle cuoche piu` note e apprezzate della svizzera italiana, pioniera della cucina biologica e da tempo attiva nel movimento slow food. la sua passione per le piante selvatiche commestibili, nata circa trent`anni fa, la rende oggi una delle maggiori esperte del campo. il libro propone 130 semplici e squisite ricette con erbe spontanee, che spaziano dall`aperitivo al dolce. delle oltre 60 piante esaminate, ampiamente illustrate dalle belle fotografie di hans-peter siffert, vengono descritti l`habitat e i "segni particolari" che ne permettono il riconoscimento. per ogni erba si danno inoltre indicazioni s modo piu` idoneo di raccoglierla. ricettario insolito, strumento prezioso che va a completare molti manuali di botanica e di erboristeria, il libro di meret bissegger e` rivolto non solo a chi voglia conoscere il mondo delle erbe spontanee, ma anche a chi ritiene che un`alimentazione variegata a base di prodotti naturali, biologici e regionali sia una componente essenziale per uno stile di vita sano e rispettoso della natura.

alla fine, ridotti all`essenziale, non siamo che anima e corpo. il corpo e` diventato la nostra ossessione vitale, sessuale e sanitaria. e l`anima e` il nostro rifugio leggiadro nella vaghezza, testimonial di dediche e canzoni, ombra emotiva, ottimo titolo per cd, libri e terapie. il corpo viene "alla" luce, l`anima viene "dalla" luce. l`anima e` il nostro cielo, il corpo e` la nostra terra. in queste pagine, leggerai una breve storia di ambedue, una sara` universale e impersonale, l`altra sara` intima e puerile. poi entrerai nel cuore dell`anima e delle sue passioni e t`inoltrerai come un visitatore nel tuo corpo, raccontando dal vivo la sua scoperta e i suoi ricordi. quindi cercherai nell`amore la sintesi di anima e corpo e avrai eros come guida. viceversa troverai nella morte la loro separazione, quando verranno a prenderci i nostri cari perduti. la connessione anima la vita, la separazione la spegne. tornando alla vita di ogni giorno, affronterai questa diffusa stanchezza di vivere, questa sfiducia nel mondo, nel futuro, in dio, negli altri e in noi stessi... questa perdita di luce e d`incanto, questo scivolare nella china dell`epoca e questo incenerire continuo di vita, progetti e passioni. se tutto fuori crolla, muta, si spaesa, l`ultima casa che ci resta, la piu` esile e la piu` duratura e` l`anima, rifugio estremo, spalancato sul precipizio dello svanire. queste pagine s`interrogano su quel che resta di cio` che vivi e che fai, e cosa portare in salvo...

l`epoca in cui viviamo si definisce post-ideologica. e il tempo della post-politica e della post-verita`. ovvero (cambiando l`ordine degli addendi, la somma non cambia) politica e verita` da post. parole e slogan virali che fanno il giro della rete propagandando spesso opinioni su fatti mai esistiti. quello a cui ci si riferisce con questa sfilza di post e`, in realta`, un pensiero prepolitico. e la lingua che lo veicola, piu` che una neolingua, e` una veterolingua che invece di mirare al progresso vorrebbe farci regredire, riportandoci agli istinti e alle pulsioni primarie. indietro, o popolo! dal si e` passati al . come la pubblicita`, come la televisione, anche la politica alimenta il narcisismo dei destinatari, i quali - lusingati - preferiscono riflettersi che riflettere. il meccanismo del ricalco espressivo innesca una continua corsa al ribasso. un circolo vizioso che toglie al discorso politico qualunque forza propulsiva, qualunque dinamismo. non una risposta ai bisogni degli italiani, ma pura ecolalia: ripetizione ridondante. cosi` le parole stanno paralizzando la politica.

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