Wishlist

i prodotti che vorresti acquistare

uto drodemberg e` un diciannovenne introverso, folle, geniale e con una dote innata: quando siede davanti al piano, suona con tale forza e tale violenza da far piangere chi lo ascolta. giovane inquieto e insolente, viene mandato contro i suoi desideri in america dalla madre, ospite di una coppia di eccentrici amici che si dedicano alla meditazione trascendentale sotto la guida di un guru. distaccato, opportunista, privo di ideali, impassibile e indifferente al nuovo ambiente che lo accoglie, uto, con i suoi sbalzi d`umore, trasformera` gli equilibri della tranquilla e pacifica famiglia.

l`oblio e` il luogo delle sfumature, del divenire, di cio` che non resta ma cambia, di cio` che muore per rinascere, di un vuoto che sara` riempito. e l`indagine su questo vuoto parte da lontano, dalla mitologia classica, culla del concetto di oblio e delle sue figurazioni: non solo il lete ma anche le grazie, di cui una ando` in sposa al sonno, ministre di afrodite, figure della bellezza fugace. poi la ricerca si sposta su altri temi e altri oggetti: le citta` abbandonate, invase dal silenzio, architetture umane destinate a trasformarsi in architetture naturali (e il simbolo di tutte le citta` dell`oblio e` venezia).

. romanzo a incastro, "la camera di baltus" intreccia in un perfetto moltiplicarsi di specchi tre storie che si assomigliano pericolosamente, legate da un misterioso filo che attraversa i secoli: quella di maestro enrico, pittore della fine del quattrocento, autore degli affreschi della camera che da` il titolo al romanzo, sulla torre del castello di bastia del garbo; quella di baltus, ufficiale napoleonico dal fascino stendhaliano, che vive le sue ultime ore proprio nella camera della torre che da lui prende il nome; quella, infine, di arsenio ventura, il critico contemporaneo chiamato a dare un giudizio sugli affreschi ormai corrosi, ma bellissimi ed enigmatici, che alla luce di una lampada si rianimano e si trasformano in un racconto di amore e guerra, donne e uomini, liberta` e solitudine. e cosi` che prende vita un viaggio iniziatico nel tempo e nello spazio, dove passato e presente si contrappongono in un gioco combinatorio di grande ricchezza metaforica e varieta` stilistica.

. nel candore dello sguardo di elba il manicomio diventa un luogo buffo e terribile, come la vita, che viola ardone sa narrare nella sua ferocia e bellezza. dopo "il treno dei bambini" e "oliva denaro", "grande meraviglia" completa un`ideale trilogia del novecento. in questo romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l`uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall`altro, per sentire di esistere. elba ha il nome di un fiume del nord: e` stata sua madre a sceglierlo. prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realta` e` un manicomio. poi la madre e` scomparsa e a lei non e` rimasto che crescere, compilando il suo "diario dei malanni di mente", e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici colavolpe e lampadina, dell`infermiera gillette e di nana la cana. del suo universo, insomma, il solo che conosce. almeno finche` un giovane psichiatra, fausto meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, e` quel che prevede la legge basaglia, approvata pochi anni prima. il dottor meraviglia porta elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l`unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai e` stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternita`. con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, viola ardone racconta che l`amore degli altri non dipende mai solo da noi. e questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.

Questo sito utilizza solo cookies tecnici e cookies analitics propri e di terzi. Per ulteriori informazioni vedi la nostra informativa. Chiudi