l`erba buona? non muore mai, ma non solo: e` destinata ad avere lunga vita. parola di stefano zanchetta, coltivatore in grande stile di marijuana sulle pendici del monte grappa nonche` singolare protagonista-narratore di questo libro. quando lo incontra per la prima volta, alessandro zaltron capisce subito di aver scoperto un personaggio, uno di quegli avventurieri che sembrano usciti dalla penna di un wilbur smith o forse di un daniel defoe, rotti a qualunque esperienza purche` estrema e capaci di raccontarla con un`impudenza e una vivacita` di linguaggio istintive. orchestrando con sagacia l`affabulazione di zanchetta, zaltron ce ne presenta le molteplici e contrastanti identita`: ex chierichetto, para della folgore, guardiano di una miniera di rubini in tanzania, turista non per caso in centroamerica, testimone di alcun grandi segreti di stato. e inoltre: mistico a pantelleria, filosofo naturale, raffinato sommelier, ristoratore e, al momento, tenutario di una fattoria modello, ovviamente ecologica. una vita spericolata, quella di zanchetta, costantemente appesa a un filo - meglio se di canapa. perche` "viva maria!" e` soprattutto la storia di un`ossessione quasi amorosa per la pianta di canapa e i suoi utilizzi leciti e illeciti, e insieme un tentativo di padroneggiare quest`ossessione, di considerarla da un punto di vista narrativo. ne e` venuto fuori un libro di avventura e di riflessione dominato dalla figura sconcertante di un bucaniere della profonda provincia veneta.
guerra, intrighi e sangue sconvolgono il burundi da decenni. dal colpo di stato militare del 31 ottobre 1993 il paese africano non conosce pace e i ripetuti massacri su base etnica hanno provocato almeno 50.000 morti e la fuga di centinaia di migliaia di persone. tra costoro, l`ex ministro jean-marie ngendahayo, politico discendente dalla famiglia reale burundese che intreccia una profonda relazione affettiva con l`autrice del libro e combatte per la democrazia. sullo sfondo, missionari coraggiosi, violenze contro i piu` deboli, trame e incomprensioni che portano fino a oggi, con le fiamme tornate a bruciare il burundi.