
i sufi, detti anche "dervisci", rappresentano la parte mistica e piu` illuminata dell`islam e sono attivi in tutti i campi delle arti e delle scienze nel rispetto d`ogni cultura e d`ogni religione, diffondendo ovunque la buona parola della bonta` e della pace. gabriele mandel khan, vicario generale per l`italia della confraternita sufi jerrahi-halveti indica in questo libro la via pratica per giungere alla perfezione del sufi. "le componenti della dottrina sufi sono l`amore totale per dio; la gnosi che, superando la conoscenza intellettuale imperfetta e incompleta, unisce direttamente il sufi al divino, da cui la certezza della sua esistenza e dell`impossibilita` di capirlo con le sole forze umane".

quasi un compendio delle vicende della cultura italiana del novecento la tormentata attivita` artistica e intellettuale di elio vittorini (1908-1966). scrittore innovativo, promotore culturale, organizzatore editoriale, fondatore di riviste (il politecnico nel 1945 e il menabo` con italo calvino nel 1959), promotore di dibattiti, elio vittorini percorre l`intera parabola ideologica e politica del nostro secolo.





dietro l`amore che lega diego, giovane cronista, a teresa, si nasconde una lacerante visione della guerra civile spagnola. diego vede se stesso e la vita con gli occhi di "un uomo senza qualita`" che non sa dare il suo contributo alla storia. ma quando si comincia a mormorare di una cospirazione in marocco e mentre i fragori della guerra iniziano a dilagare, diego scrivera` i suoi reportage da madrid e per teresa si aprira` la via dell`esilio. il romanzo rappresenta l`esordio narrativo del regista della "trilogia flamenca".














"fare scene" e` la storia di un bambino innamorato del cinema, che crescendo vede le mirabolanti fantasie che lo tenevano incollato allo schermo infrangersi contro le impellenze della realta`. ed e` anche la storia di un paese che credeva di poter cambiare e che invece nel corso degli anni ha smarrito persino la voglia di pensarsi diverso. nel primo tempo di questo libro c`e` un bambino nella napoli del secondo dopoguerra. c`e` l`odore di polvere delle macerie e c`e` l`entusiasmo per il futuro che verra`. c`e` la voglia di grandezza che rischia di diventare una malattia. ma soprattutto c`e` il cinema: in sala scende il buio e si puo` diventare un cowboy, un indiano, un pilota di aerei, si puo` diventare tutto cio` che si vuole. a un certo punto pero`, come nei film, arriva l`intervallo, si riaccendono le luci, le persone chiacchierano, si rompe l`illusione. e nel secondo tempo il bambino e` diventato un adulto, che i film ha smesso di vederli con occhi incantati ed e` finito a scriverli. pensa agli anticipi da incassare e a sfornare copioni. finche` non gli capita per le mani un progetto in cui crede e che gli riaccende la passione per il cinema. ma si dovra` rendere conto che lo stupore dell`infanzia davanti allo schermo e` definitivamente passato e che lui stesso e` diventato la rotella di un ingranaggio prevedibile, minacciato come tutto dalla parola fine.

diciottenne appena uscito dal liceo, karl ove knausg?rd va a vivere in un piccolo villaggio di pescatori nell`estremo nord della norvegia, sul circolo polare artico. lo attende il suo primo lavoro da insegnante, anche se karl ove non mostra grande interesse per la professione. il suo obiettivo e mettere da parte i soldi per viaggiare e trovare spazio e tempo per dare avvio alla sua carriera di scrittore. all`inizio tutto sembra andare bene: nascono i primi racconti, la bizzarra gente del posto e` interessante e riceve lusinghiere attenzioni da diverse ragazze. ma quando le lunghe notti polari cominciano a oscurare il meraviglioso paesaggio, la vita di karl ove prende un`altra piega. le storie che scrive tendono a ripetersi, beve sempre di piu` e i suoi tentativi di perdere la verginita` finiscono in umiliazione e vergogna, fino all`attrazione proibita per una giovanissima allieva. e lungo la strada riemergono gli anni del liceo e le radici dei suoi problemi. tutto, sempre, all`ombra del padre.

la svolta istituzionale e politica del 1946 rinnovo` profondamente l`italia, nel costume, nella cultura e nel linguaggio. le citta` erano piene di cumuli di macerie, ma nella pace ritrovata le speranze prevalevano. in quel bisogno di esprimersi, la lingua comune fu chiamata a rispondere a una pluralita` di impieghi e registri prima sconosciuta, e cosi` accadde anche ai dialetti. parte da questa volonta` di nuovo la storia linguistica dell`italia repubblicana, che si propone di continuare fino all`oggi la storia linguistica dell`italia unita dedicata agli anni dal 1861 al secondo dopoguerra. il libro racconta il quadro delle condizioni linguistiche e culturali del paese a meta` novecento: un paese contadino segnato da bassa scolarita`, analfabetismo, predominio dei dialetti. individua poi i mutamenti di natura economica, sociale, politica e le luci e le ombre di quel che e` avvenuto nel linguaggio: largo uso dell`italiano nel parlare, ma continua disaffezione alla lettura, nuovo ruolo dei dialetti, scarsa consuetudine con le scienze, mediocri livelli di competenza della popolazione adulta, difficolta` della scuola. l`ultimo capitolo, infine, mostra come tutto cio` incida sui modi di adoperare la nostra lingua: sul vocabolario e la grammatica che usiamo, parlando in privato o in pubblico, o scrivendo testi giornalistici, amministrativi e burocratici, letterari o scientifici.
corredata di schizzi e cimeli, questa panoramica in edizione compatta dell`impatto dirompente di salvador dali sulla storia dell`arte passa in rassegna tutti i dipinti del maestro del surrealismo. pur essendo meno note, molte di queste opere incarnano alla perfezione le rappresentazioni daliniane del misterioso funzionamento della mente subconscia.