

"don giovanni ha tutta una famiglia di parenti spirituali, e, anche se sono molto lontani da lui, icaro o faust gli sono piu` simili che non casanova. la sua fama di seduttore e` un equivoco creato dalle donne. don giovanni e` un intellettuale. cio` che lo rende irresistibile per le signore di siviglia, e` la sua spiritualita`, la sua pretesa di una spiritualita` virile, la quale costituisce un affronto, in quanto persegue scopi completamente diversi da quelli che potrebbero essere costituiti dalla donna, e pone, fin dall`inizio, la donna come un episodio - con il noto risultato, certo, che gli episodi finiscono per divorare tutta la sua vita." (max frisch)



"contro-romanzo", "cronaca di una follia", "il buco nero di un enorme imbuto", "un grido di allerta", "una specie di bomba atomica", "un appello al disordine necessario": con queste e altre espressioni venne salutato al suo apparire, nel 1963, "rayuela", uno dei capolavori del novecento che ha cambiato la storia del romanzo e la vita delle persone che lo hanno letto. in una parigi popolata da affittacamere xenofobe, intellettuali male in arnese, pianiste patetiche, scrittori distratti, facili vittime di incidenti stradali, l`eterno studente argentino horacio oliveira si muove attraverso la citta` e l`esistenza come attraverso le caselle del "gioco del mondo". un percorso dalla terra al cielo, da parigi a una buenos aires grottesca alla ricerca del centro, della vera vita e soprattutto di lucia, "la maga", inconsapevole depositaria di ogni mistero e pienezza, l`unica che non dimentica che, in fondo, "per arrivare al cielo servono solo un sassolino e la punta di una scarpa".
