
nato in provenza nel 1812 joseph arnaud lascia la francia nel 1833 per l`egitto, dove, conoscendo un po` di medicina, di chimica e di storia naturale trova un`occupazione come aiuto farmacista nell`esercito egiziano. nel 1843 arnaud riesce a raggiungere marib, l`antica capitale del regno di saba nel sud della penisola arabica. la relazione del viaggio in yemen di joseph arnaud si snoda come un romanzo d`avventure e l`autore non risparmia particolari su incontri nel deserto, imprevisti, descrizioni di rovine e di antiche iscrizioni.


una fiaba-reportage, un sogno ricostruito con la macchina fotografica. l`autore torna a kabul, riemersa alla vita civile dopo l`era dei talebani. ritrova una vecchia macchina fotografica appartenuta a suo nonno e decide di fotografare i luoghi della sua memoria con quell`oggetto anacronistico e un po` magico. ne viene fuori qualcosa di davvero strano: da un lato e` il reportage di un viaggio di oggi attraverso immagini che sembrano dell`altroieri. dall`altro, rahimi segue il filo del sogno in cui la madre gli diceva di cercare un albero vicino al cimitero: lo ritrova, incontra persone che fanno discorsi incomprensibili, gli svelano un itinerario di saggezza. cosi` il reportage sulla kabul di oggi si intreccia con una favola sapienziale.

gilgul, nella qabbalah ebraica, e` il frenetico movimento delle anime vagabonde che ruotano intorno a noi quando la separazione dal corpo e` dovuta a circostanze ingiuste o dolorose. tanto violenti possono essere i conflitti che attendono gli spiriti rimasti sulla terra, che la tradizione parla addirittura di "scintille d`anime" prodotte dalla loro frantumazione. gad lerner si addentra nel suo gilgul familiare, nelle "scintille d`anime" della sua storia personale. suo padre moshe` reca il trauma della galizia yiddish spazzata via dalla furia della guerra. dietro di lui si staglia enigmatica la figura di nonna teta, incompresa e dileggiata perche` estranea alla raffinatezza levantina della beirut in cui e` cresciuta tali, la moglie di moshe`. ma anche la beirut degli anni quaranta si rivela un recinto di beatitudine illusoria. vano e` il tentativo di rimuovere lo sterminio degli ebrei d`europa e la guerra d`indipendenza nella nativa palestina: anche se taciuti, questi eventi si ripercuotono nella vicenda familiare generando malessere e inconsapevolezza. un`indagine sulla memoria e sui conflitti familiari si rivela occasione per un viaggio nel mondo contemporaneo minato dalla crisi dei nazionalismi. una storia sospesa tra biografia e reportage.



"vorrei richiamare l`attenzione su alcuni aspetti di quella sostanza normativa della democrazia che dobbiamo oggi difendere dalle tendenze che vorrebbero trasformarla in una semplice maschera costituzionale dei meccanismi di mercato. si tratta infatti di capire che cosa noi vogliamo salvare e recuperare nella costellazione posnazionale di una societa` mondiale in via di formazione." (dalla prefazione di jurgen habermas). una delle opere principali del grande filosofo tedesco, una grande sintesi sul rapporto tra etica, morale e diritto.