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non esiste potere privo di una propria politica dell`informazione. la considerazione e` tanto piu` vera da quando l`invenzione della stampa ha trasformato i sistemi di comunicazione in europa. tra xvi e xvii secolo, la diffusione del libro, la crescita della lettura e della scrittura in tutti gli strati sociali e l`affermazione delle lingue nazionali posero le basi per un diverso rapporto tra poteri e societa`. i tempi divennero maturi perche` anche i sovrani entrassero in gioco con decisione, provando a far valere i propri punti di vista, talvolta in netto contrasto con quelli della chiesa che in tale campo rivendicava il diritto alla supremazia. questo volume parte dalle vicende individuali degli uomini che ebbero a che fare con il mondo della stampa e del suo controllo: i governanti, i loro funzionari, le gerarchie ecclesiastiche da un lato e gli scrittori, gli editori, i librai dall`altro. le motivazioni alla base delle ansie di controllo degli uni e le aspirazioni alla liberta` di espressione degli altri sono tutte legate a doppio filo all`evoluzione delle tecnologie della comunicazione. il fulcro e` sulla venezia tra `500 e `600, quando la citta` costituiva uno dei centri europei della produzione del libro, alimentando una fama di isola di liberta` di espressione soprattutto nei confronti dell`autorita` ecclesiastica.