

una notte d`estate del 1860. in un`elegante casa georgiana del wiltshire tutti dormono. all`una il cane abbaia. il mattino l`orribile scoperta, la culla del piu` piccolo dei sette figli, saville kent, e` vuota. un brivido percorre tutta la casa e inizia una disperata ricerca, si valuta la possibilita` di un sequestro, si interrogano i domestici. nel salone una finestra e` aperta: e` l`unica pista. poche ore dopo, il cadavere del bambino viene trovato sgozzato in giardino. tutti i membri della famiglia kent sono sospettati e l`assassino e` certamente fra loro. l`ispettore di scotland yard jack whicher viene mandato sul posto a indagare. e il primo a usare metodi di indagine che poi diventeranno famosi, anche grazie a scrittori come wilkie collins, charles dickens, o arthur conan doyle che si ispireranno alla sua figura reale per i loro personaggi immaginari. il caso occupa per anni le prime pagine dei quotidiani, tutta l`inghilterra segue il delitto, ne e` affascinata e terrorizzata. nessuno accettera` le conclusioni di mr. whicher, che solo in un secondo tempo si riveleranno esatte. kate summerscale ricostruisce l`intera vicenda servendosi di documenti e fonti giornalistiche dell`epoca, con una forte capacita` di padroneggiare le tecniche del racconto giallo.

gli ebrei, negli anni del fascismo, videro le loro identita` e le loro vite progressivamente limitate, sopraffatte, annientate. alla vigilia del ventennio essi costituivano una minoranza pienamente integrata nella vita nazionale, con proprie caratterizzazioni che venivano riconosciute dal paese. la svolta politica del 1922 segno` una profonda cesura col periodo precedente, portanto al potere un`italia gretta, ultranazionalista, sempre piu` "cattolicista" e aperta agli antiebraismi connessi. questo libro narra la storia della vita e della persecuzione degli ebrei negli anni che vanno dalla "marcia su roma" alla definitiva vittoria degli eserciti alleati e dell`insurrezione partigiana.

"il racconto biblico in questo caso mette in scena il legame di una suocera e una nuora che non solo si amano e si rispettano, ma fanno a gara per aiutarsi e sostenersi, fedeli al loro affetto nonostante siano state private di ogni figura maschile protettiva." [dall`introduzione di dacia maraini]. la consulenza generale e` di paolo de benedetti, l`appendice storico-critica di agnese cini tassinaro.


il "diario" di anna frank viene tradotto negli stati uniti nel 1952, dove e` accompagnato da una prefazione di eleanor roosevelt, vedova del presidente scomparso nel 1947. le entusiastiche accoglienze critiche spingono un uomo di teatro, meyer levin, a proporre a otto frank un adattamento teatrale. il padre di anna finisce per accettare proprio a seguito delle insistenze di eleanor, che lo convince dell`opportunita` di far conoscere il testo anche attraverso il teatro e il cinema. occorreranno tuttavia altri tre anni prima che il "diario" venga affidato alla penna di due drammaturghi, albert hackett e frances goodrich. un adattamento teatrale rappresentato ininterrotamente da quarant`anni sui palcoscenici di tutto il mondo.








gerusalemme non e` un campo di battaglia sul quale nel corso dei millenni avrebbe avuto luogo un presunto scontro di civilta`, la guerra delle identita` religiose o territoriali. prendendo le distanze da tali categorie di dubbio valore, questo libro racconta la lunga storia di una citta` dalla sua nascita ai nostri giorni. mantenendosi rispettoso dello spirito dei luoghi come delle cesure temporali, il volume racconta invece la vicenda di una citta`-mondo aperta ai quattro venti, la culla comune entro la quale hanno preso vita di volta in volta l`ebraismo, il cristianesimo e l`islam, e i cui emblematici luoghi santi riflettono sia gli scambi e le influenze storiche, sia i conflitti e i confronti. per la prima volta, questa sintesi storica propone all`ampio pubblico i risultati delle piu` recenti scoperte archeologiche, i materiali d`archivio finora inaccessibili e i dibattiti piu` aggiornati. una lettura indispensabile per comprendere perche` il mondo intero si e` dato appuntamento a gerusalemme.

la marihuana (o marijuana) e` una droga da copertina di settimanali, o da film come "l`erba di grace", un successo decretato da vaste platee di signori, signore e famiglie, piuttosto che da giovani "alternativi". ma ne conosciamo davvero la diffusione tra gli adolescenti? e quanto e` esteso e trasversale il "partito abolizionista"? in questo "manualetto" si trovano tutte le informazioni sulla "maria". la storia: dall`antica cina al novecento. la tradizione nei diversi paesi: chi sono i quattro milioni di consumatori italiani? leggi, consumi, costumi: dall`europa all`america all`australia. scenari, commercio legale, movimenti pro e contro. e ancora, cannabis medica e problemi farmaco-tossicologici e socio-epidemiologici.

"tre anelli" e` il racconto di tre vite geniali e randagie, quelle di tre uomini che hanno scelto o subito l`esilio in momenti diversi della storia. ed e` allo stesso tempo il racconto di una tecnica letteraria, la narrazione ad anello che, almeno dall` odissea, e` il ritmo con cui l`occidente plasma le storie. ma "tre anelli" e` anche il racconto di un modo di vedere il mondo, il racconto della vita di tutti, perche` le vite di tutti sono fatte di luce e oscurita`, di curve e deviazioni, di incontri e abbandoni, di anelli che ci fanno scoprire noi stessi. . < tre anelli e` stupendo. mendelsohn fa qualcosa che di solito associamo ai migliori scrittori di finzione - penso a sterne, proust, eco o calvino>. helen dewitt . chi e` lo straniero errante, l`esule, il viaggiatore sperso? oggi potrebbero essere i tanti popoli che lasciano le loro terre e attraversano il mediterraneo, nel novecento sono stati gli ebrei - i piu` fortunati almeno - che hanno lasciato la germania e l`europa. in passato i tanti che hanno abbandonato la loro terra a causa di una guerra, di un rovescio, di un accidente. questa frase torna ciclicamente in "tre anelli" di daniel mendelsohn, via via che l`autore la vita di tre esuli, diversi ma in qualche modo uniti: erich auerbach, il piu` grande critico del novecento, ebreo che fuggi` dalla germania di hitler e scrisse il suo grande classico sulla letteratura occidentale, mimesis, in esilio a istanbul; francois fe`nelon, l`arcivescovo francese del diciassettesimo secolo il cui

quelli come i gevori li chiamano : hanno due volte niente. per loro partire, piu` che una scelta, e` un tuffo in un niente diverso, ancora sconosciuto. anche se dai boschi del veneto alle foreste del brasile il viaggio e` cosi` lungo. soprattutto in nave, soprattutto alla fine dell`ottocento. attraverso gli occhi di piero, che ha quindici anni e tante cose in testa, paolo malaguti racconta l`epopea e la perdita dell`innocenza degli italiani nelle americhe: il gesto rapinoso di costruire il mondo tra animali mai visti e piante lussureggianti, dove la lotta con la natura e` un corpo a corpo quotidiano. e il futuro una scommessa. piero dei gevori ha quindici anni e vive ai margini del bosco del montello, l`antica riserva di legna della serenissima. in famiglia sono tantissimi e poverissimi, hanno una casa che sta in piedi per miracolo, mangiano poco e non possiedono nulla. come se non bastasse, la cattiva sorte si accanisce su di loro. da qualche tempo, giu` al paese, si dice che alla merica regalino la terra a chi ha voglia di lavorare. dopo l`ennesima ingiustizia, per i gevori mettersi in viaggio in cerca di fortuna non e` piu` una scelta, ma l`unica salvezza. eppure, quando arrivano in brasile insieme alla marea di italiani in fuga dalla miseria, non trovano il paradiso promesso. li` in mezzo al nulla bisogna farsi spazio, abbattere gli alberi per costruire tutto da zero: dovranno strappare la terra al "mato", tra le minacce sconosciute della foresta vergine, lontani da tutto e da tutti, senza alcuna possibilita` di tornare alla vita che si sono lasciati alle spalle. piero aiuta il padre e la sorella a mandare avanti il fondo, tira su case, semina granturco e fagioli: arriva alla sera con le ossa rotte, ma nel frattempo cresce. e crescendo impara due cose: che per morire basta il morso di un serpente, e che il primo amore e` piu` pericoloso di tutte le bestie feroci messe insieme. nel groviglio del "mato", oltretutto, sara` lui a scoprire quello che ness
dodici potenti storie che illuminano, senza sentimentalismi ma con matura compassione, le intime e crude verita` di due mondi ben noti all`autrice, la nigeria e gli stati uniti. in questi racconti chimamanda ngozi adichie delinea lucidamente e senza reticenze patriottiche gli aspetti piu` problematici della societa` nigeriana, attraversata da scontri religiosi, omicidi politici, corruzione, brutalita` nelle carceri e maschilismo. tra senso di smarrimento e piu` concreti problemi di soldi e di documenti, risulta pero` altrettanto chiaro che neppure l`emigrazione assicura una vita felice, nello specifico in quell`america che, seppure tanto vagheggiata, vista da vicino e` ben diversa dal paradiso di ordinate villette unifamiliari dipinto in certi film. gli affetti, i sapori e le usanze di casa continuano infatti a tormentare le protagoniste dei racconti di adichie, che siano arrivate negli stati uniti quasi per caso, sposando un uomo ricco che poi le ha parcheggiate nell`agio di una terra straniera con figli e domestica, oppure dopo aver atteso per anni il ricongiungimento con il compagno.

ci sono cose che non si raccontano perche` le parole sono scogli nel mare. ci sono cose che non si raccontano per vergogna, rabbia, troppo dolore, e perche` se non le racconti, in fondo puoi sempre credere che non siano successe. antonella e andrea vogliono un figlio: adesso lo vogliono proprio, lo vogliono assolutamente. ma e` come se non ci fosse niente di semplice, nel desiderio piu` naturale del mondo: tutto cio` che puo` andare storto andra` storto, anche l`inimmaginabile. antonella lattanzi ha trovato parole esatte per questa storia, che e` sua e di tutte le donne - ambiziose, indecise, testarde, libere di scegliere. un libro emozionante, che non si riesce a smettere di leggere, straordinariamente contemporaneo. (nicola lagioia). non e` mai il momento giusto per fare un figlio. prima vogliamo vivere, viaggiare, lavorare. antonella vuole diventare una scrittrice: la sua e` un`ambizione assoluta, senza scampo. per questo a vent`anni, per due volte, interrompe volontariamente la gravidanza. quando anni dopo si sente invece pronta, con un compagno a fianco, e` il suo fisico a non esserlo. e cosi` inizia l`iter brutale dell`ostinazione, dell`ossessione, della medicalizzazione. certi supplizi, le aspirazioni inconfessate, la felicita` effimera e spavalda, la sofferenza e la collera. si direbbe una storia gia` scritta, ma qui non c`e` nulla di consueto: e` come raccontare da dentro una valanga, con la capacita` incredibile, rotolando, di guardarsi e non crederci, e sfidarsi, condannarsi, sorridersi per farsi coraggio. in un crescendo di indicibile potenza narrativa, antonella lattanzi descrive (sulla sua pelle) la forza inesorabile di un desiderio che non si ferma davanti a niente, ma anche i sensi di colpa, l`insensibilita` di alcuni medici, l`amicizia che sa sostenere i silenzi e le confidenze p