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che cos`e` la cultura della pace? tutte le pratiche non violente sono uguali, o esistono una vera e una falsa non violenza? la non violenza e` una mera tattica politica o ha una dimensione spirituale? qual e` l`ambito di esercizio della disubbidienza civile? molte risposte a queste domande, urgenti e drammatiche, si possono trovare qui, nei testi gandhiani raccolti da thomas merton di fronte alla minaccia della guerra nucleare nei primi anni sessanta. la non violenza, secondo gandhi, e` la legge fondamentale della natura umana, per il suo innato desiderio di pace, ordine, giustizia, liberta` e dignita` personali. l`esercizio della non violenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, e si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede. la non violenza va esercitata sempre, non e` solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza. la non violenza esige un comportamento puro e disinteressato, non puo` essere piegata a fini pragmatici, pena il suo fallimento. la scelta di testi gandhiani del religioso merton e` ora arricchita da una nuova lettura di gandhi quale leader politico piu` influente del xx secolo del giornalista americano mark kurlansky.

un`intricata storia d`amore che ricorda gli intrecci e le atmosfere de "le relazioni pericolose". una donna non piu` giovane, camille (ispirata alla figura di george sand), cerca di tenere legato a se` il giovane calyste, nobile bretone sposato, facendogli conoscere la misteriosa parigina be`atrix che, dopo averlo fatto innamorare, sparisce. la vicenda si concludera` a parigi tra intrighi e feroci colpi bassi.

arrigo petacco indaga su don vito cascio ferro, l`uomo che trapianto` nel nuovo mondo la struttura della mafia siciliana, e ricostruisce la storia di joe petrosino, che avverti` per primo l`incombente minaccia e cerco` di fermarne sul nascere la diffusione. poliziotto italoamericano di umilissime origini, petrosino fu l`acerrimo nemico di don vito: lo combatte` per anni, ma non riusci` a impedire che il seme da lui portato in terra americana germogliasse. ne` pote` sottrarsi alla feroce vendetta della "mano nera" di new york.

pubblicato postumo nel 1995 sulla base di un dattiloscritto ritrovato tra le carte di testori dopo la sua morte, ma scritto all`inizio degli anni sessanta, "nebbia al gianibellino" rappresenta l`ideale chiusura di quella "commedia umana lombarda" che e` il ciclo di racconti, romanzi e opere teatrali dei segreti di milano. il paesaggio, avvolto da una nebbia fitta, accoglie i turbamenti delle coscienze inquiete, e dentro il buio si consuma la tragedia che ha per protagonista una vedova, gina restelli, venuta a milano dalla provincia con la figlia. per mantenersi va a servizio presso famiglie "perbene". qui inizia il suo dramma: pur di sottrarsi alle avances di rinaldo cattaneo, giovane rampante della borghesia meneghina, sceglie la morte.

oggi c`e` un rinnovato interesse per la bibbia come libro, al di la` delle interpretazioni religiose. de luca, che per anni ha studiato l`ebraico, da se`, cosi` spiega la sua traduzione e il suo commento: "ho tradotto quel libro pieno delle piu` grandi avventure sacre dell`umanita`, come se non fosse stato mai fatto prima. piu` che attenuto, mi sono appiattito, schiacciato sulla parola ebraica per riprodurla a calco in italiano: compreso per esempio l`ordine della frase o la rinuncia di quella lingua al verbo avere... l`intento e` quello di procurare nostalgia dell`originale".

in una ferrara ricca, affascinante ma oppressa dal fascismo, un giovane studente ebreo, voce narrante del romanzo, incrocia il suo destino con quello di athos fadigati, un maturo medico di chiara fama. l`amicizia che nasce fra i due fara` scoprire al narratore che dietro tutta la cultura e la raffinatezza del dottor fadigati si cela un abisso di solitudine dovuto alla sua presunta omosessualita`. un peccato che l`italia di allora non contemplava fra quelli che potevano essere redenti... e gli occhiali d`oro dello stimato professionista diventano il simbolo di una diversita` sempre meno tollerata, cosi` come l`appartenenza all`ebraismo del narratore, una diversita` che non potra` che andare incontro a una catarsi tragica.

scritto nel 1979, "shakespeare non l`ha mai fatto" e` il resoconto del viaggio che lo scrittore e la sua compagna linda lee intraprendono in europa. rivediamo parigi e nizza con gli occhi di bukowski, gonfi per il poco sonno e frequentemente di malumore per le continue sbronze, ma soprattutto la provincia tedesca che gli aveva dato i natali. non certo nelle loro caratteristiche geografiche bensi` in quelle umane: gli amici artisti, i parenti di linda, il vecchio zio tedesco e l`accoglienza di un pubblico che ama i suoi scritti nonostante l`autore continui a eccedere in comportamenti fuori dalla norma, persino scorbutici. un diario di viaggio, dunque, ma soprattutto una serie di aneddoti, di storie di vita, in cui il grande scrittore continua a sorprenderci con le sue genuine quanto maledette rivelazioni sul senso dell`esistenza, la morte e l`amicizia. il viaggio si srotola tra reading, presentazioni televisive e cene nel corso delle quali bukowski non fa proprio nulla per conquistare il suo pubblico. ma in questo sta la sua forza e originalita`: presentarsi al mondo semplicemente per quello che e`, senza nascondere le proprie umane debolezze, scrivendo alla fine un inedito viaggio sentimentale, composto di poesie e appunti di vita vera.

"che credibilita` si puo` avere nel motivare gli altri se non si e` capaci di motivare se stessi? nell`indirizzare gli altri se non si e` capaci di indirizzare se stessi? nel far crescere gli altri se non si e` capaci di far crescere se stessi?" il piu` grande successo di un individuo consiste nel realizzare se stesso. cio` presuppone innanzitutto accettarsi, guardarsi con lo sguardo curioso e benevolo di chi vuole esplorare un territorio sconosciuto per coglierne i frutti. non si realizza se stessi adottando un "modello vincente" che magari ci costringe a vivere la vita di un altro, si realizza se stessi nel regalare al mondo la propria piu` autentica essenza. guidati dalle riflessioni illuminanti dell`autore, potremo riscoprire nuovi e piu` profondi significati, spesso controcorrente, in concetti come verita`, coerenza, responsabilita`, rispetto, perdono e perfezione. e sapremo trovare la nostra personale via per metterli in atto nella nostra vita. riscoprire il talento dell`autenticita` e` il primo passo: per essere realmente felici; per creare legami solidi in ogni contesto di vita; per riconoscere e coltivare le potenzialita` proprie e altrui; per mettere fuori gioco i limiti di ciascuno.

"il turno" anticipa le prove piu` mature di pirandello romanziere. e un perfetto congegno narrativo in cui il caso, nel ruolo di protagonista, vanifica puntualmente le iniziative dei personaggi ridotti ad automi della "sciocca fantocciata che chiamiamo vita".

il 24 maggio 1915 l`italia entro` nella prima guerra mondiale, dopo mesi di dibattiti, scontri, emozioni. quel giorno chi la guerra l`aveva decisa si senti` sollevato. i vecchi alleati, ora nemici, accusarono l`italia di tradimento; i nuovi alleati sperarono di sfruttare l`apertura di un altro fronte. chi il conflitto l`aveva sognato festeggiava e correva ad arruolarsi; chi l`aveva osteggiato osservava in silenzio. le truppe passarono maldestramente il confine e iniziarono a combattere. ma quel 24 maggio c`era chi gia` combatteva un`altra guerra, in territori oltremare o sotto un`altra bandiera; chi veniva internato in quanto suddito nemico o sospetta spia e chi vedeva la propria citta` sottoposta al potere militare. c`era chi organizzava comitati civici, chi scioperava, o semplicemente si occupava dei fiori. fu un conflitto nuovo, moderno, totale.

andato in scena per la prima volta il 24 febbraio 1922, l`enrico iv ebbe un successo immediato e segno` la definitiva affermazione di pirandello come grande autore drammatico. nella vicenda del gentiluomo che, in seguito a una caduta da cavallo durante una rievocazione in costume, crede di essere il grande imperatore di germania enrico iv e, una volta rinsavito, continua a simulare la follia per ridere di chi ancora lo ritiene pazzo, confluiscono molte delle ossessioni pirandelliane con una tensione e una solennita` che non sono ancora maniera: il motivo della maschera ovvero l`immagine costruita con cui ogni individuo si presenta al mondo e a cui si attiene fino alla totale identificazione; il gusto della finzione e della messinscena; il contrasto tra l`essere e l`apparire che sconfinano l`uno nell`altro. diana e la tuda (1927), l`altra opera del drammaturgo raccolta in questo volume, affronta il tema dell`artista che non si fa scrupolo di sacrificare colei che e` la sua musa e modella alle proprie velleita` creative. tuda incarna il rapporto tra vita e forma che il finale tragico della pie`ce ricondurra` a quello tra vita e morte. introduzione di nino borsellino. prefazione e note di raffaele morabito.

una citta` tutta da scoprire in questo album con 6 dettagliate carte pieghevoli. di quartiere in quartiere, per tutti i gusti e tutte le tasche: una scelta di 60 luoghi da non perdere, una selezione di 150 indirizzi di ristoranti, caffe`, sale da te` e da concerto, bar, teatri, negozi, mercati, alberghi. tutti gli indirizzi posizionati in pianta con tantissimi suggerimenti pratici, buone idee e consigli per vivere al meglio la citta`.

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