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nessuno ci ha creduto con maggiore partecipazione e audae con maggiore amore. e proprio per questo s`e` schiantato contro lo scoglio della vita, che non perdona gli entusiasmi. uscito un quarto di secolo fa, questo romanzo a fumetti fu uno dei primi graphic novel al mondo. con il mutare dei tempi, la sua forza e originalita` risultano addirittura accresciute e lo impongono ora come un classico d`avanguardia. un omaggio d`autore alla piu` attuale voce della rivoluzione. eta` di lettura: da 13 anni.

trentatre` racconti che, a partire dagli anni trenta alla morte, buzzati dedico` al natale: c`e` il ricordo del suo primo natale adolescenziale senza il padre, una riflessione sulla tecnica dei regali, una fiaba illustrata dallo stesso scrittore bellunese. e ancora, il racconto scritto a bordo dell`incrociatore su cui buzzati prestava servizio come inviato di guerra, una poesia su gesu` bambino. ne risulta un lungo viaggio nel mondo di un grande scrittore attraverso la lente di un argomento che lo ha sempre stimolato, offrendogli lo spunto per considerazioni piu` ampie. una raccolta di pagine toccanti che disegnano il ritratto di un uomo e della sua vita, svelata attraverso abitudini, contraddizioni e meraviglie del natale.

le numerose edizioni settecentesche che s`intersecano l`una con l`altra, la mancanza degli autografi e la vastita` dell`impresa di fronte alle cento e piu` commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell`edizione critica delle opere di carlo goldoni. la cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all`ombra della grande, meritoria fatica di giuseppe ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. alla base di questa edizione nazionale vi e` stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall`autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l`evoluzione della singola opera fino al momento in cui l`autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell`interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna. "son fitto al tavolino di giorno e di notte". cosi`, in uno sfogo sincero, scriveva goldoni nell`ottobre del 1751 con riferimento alla sua febbrile attivita`. introduzione di marco bizzarini.

"di tutto resta un poco" e` il libro a cui antonio tabucchi ha lavorato, fino all`ultimo, in prima persona, malgrado la malattia e da dentro la malattia, condividendo ogni dettaglio con la curatrice e la casa editrice. e una raccolta di scritti meditata, appassionante, che prende le mosse da un memorabile "elogio della letteratura", di una letteratura capace di "ficcare il naso dove cominciano gli omissis". e inevitabile che, a partire da li`, dalla responsabilita` delle parole per arrivare alla consolazione della bellezza, antonio tabucchi tocchi i temi piu` cari e insieme ai temi le opere e gli uomini (spesso amici) che lo hanno accompagnato. ci sono gli autori frequentati con l`assiduita` dello studioso (pessoa e drummond de andrade, kipling e borges, cortazar e primo levi), quelli sondati dalla veemenza della consuetudine (daniele del giudice, norman manea, enrique vila-matas, mario vargas llosa e tadahiko wada), quelli piu` giovani, illuminati da una lungimiranza severa e affettuosa. e poi ci sono meravigliose pagine sul cinema, che tengono insieme il lirico omaggio alle ali di farfalla di marilyn monroe e la penetrante analisi della gag sovversiva di almodovar. "di tutto resta un poco" e` un libro che accende l`intelligenza, la curiosita`, gli entusiasmi, come ci trovassimo di fronte alla mappa di un territorio che finalmente possiamo visitare, con la complicita` e la guida dello scrittore che lo ha abitato, che lo ha costruito, che lo ha custodito per noi.

l`ultima avventura del commissario montalbano. anno 2005: camilleri ha appena pubblicato la luna di carta. sta lavorando alla successiva avventura della serie, ma in estate consegna a elvira sellerio un altro romanzo con protagonista il commissario montalbano. si intitola riccardino. l`accordo e` che verra` pubblicato poi, un domani indefinito, si sa solo che sara` l`ultimo romanzo della saga montalbano. anno 2016. sono passati 11 anni durante i quali sono usciti 15 libri di montalbano. andrea camilleri sente l`urgenza di riprendere quel romanzo, che e` venuta l`ora di . nulla cambia nella trama ma solo nella lingua che nel frattempo si e` evoluta. ne` muta il titolo che allora considerava provvisorio ma al quale ormai si e` affezionato e che nel 2016 decide essere definitivo. un titolo cosi` diverso da quelli essenziali ed evocativi e pieni di significato ai quali siamo abituati, in cui risuonano echi letterari: la forma dell`acqua, il giro di boa, il ladro di merendine, l`altro capo del filo. ma riccardino segna quasi una cesura, una fine, ed e` giusto marcare la differenza sin dal titolo. ma come e` nata l`idea, e soprattutto perche`? racconta andrea camilleri in una vecchia intervista che a un certo punto si era posto il problema della dei suoi romanzi, dilemma comune a molti scrittori di noir, che aveva risolto decidendo di fare invecchiare il suo commissario insieme al calendario, con tutti i mutamenti che cio` avrebbe comportato, del personaggio e dei tempi che man mano avrebbe vissuto. ma poi, aggiunge, . i suoi due amici scrittori di gialli, izzo e manuel vazquez montalban, che volevano liberarsi dei loro personaggi, alla fine erano morti prima di loro. allora . ecco: la soluzione la scopriranno i suoi tantissimi affezionati lettori di questo riccardino che pubblichiamo ricordando andrea camilleri con gratitudine

un secolo fa, tutti erano convinti che le persone fossero predestinate dalla loro razza, sesso e nazionalita` a essere piu` o meno intelligenti, educate o aggressive. ma il professor franz boas della columbia university, esaminati i dati raccolti, decise che non era per niente cosi`. le categorie razziali erano finzioni biologiche. le culture non venivano fornite in ordinate confezioni etichettate come o . una famiglia, un buon pasto o persino il buon senso erano un prodotto della storia e delle circostanze, non della natura. in questo libro, una magistrale narrazione di idee radicali e vite appassionate, charles king mostra come le intuizioni di boas e delle sue allieve abbiano dato il via a un fondamentale ripensamento della diversita` umana. le allieve in questione erano delle esuberanti e sconosciute visionarie: margaret mead, l`autrice di "l`adolescenza in samoa", uno dei libri di scienze sociali piu` letti di tutti i tempi; ruth benedict, il grande amore della mead, la cui ricerca contribui` a definire il giappone dopo la seconda guerra mondiale; ella deloria, l`attivista sioux che preservo` le tradizioni degli indiani delle pianure; e zora neale hurston, i cui studi con boas sono entrati direttamente nel suo romanzo, divenuto un classico, "i loro occhi guardavano dio". tutti insieme mapparono civilta`, dal sudamerica al pacifico meridionale e dalle isole dei caraibi alle strade di manhattan. le loro scoperte rivoluzionarie avrebbero ispirato le fluide concezioni di identita` che conosciamo oggi.

uno scrittore, appassionato musicofilo, incontra a vienna jeno varga, un violinista ambulante in grado di suonare con meravigliosa naturalezza la complicatissima ciaccona di bach. in seguito a quali disavventure un artista eccelso si e` ridotto a trascinare per bettole e osterie un talento che avrebbe potuto aprirgli i palcoscenici dei teatri piu` celebri del mondo? qual e` la forza terribile che e` entrata nella sua vita? paolo maurensig costruisce un`avventura in cui le sorprese, i trasalimenti, i colpi di scena non sono puri espedienti narrativi, ma simboli drammatici dello scontro tra le inquietudini, la delicatezza delle anime individuali e la ferocia della storia del novecento.

. un aforisma scelto da quello che, pur contenendone tematiche e pensiero, e` forse il romanzo meno aberrante del celebre marchese. per certi versi, lo si potrebbe considerare perfino (mostruosamente) spiritoso dato che, con una risata da vero orco, sade consiglia a ogni madre di prescriverne la lettura alla propria figlia... : si apre cosi` questo stupefacente trattato erotico-filosofico-politico del marchese di sade, e si direbbe quasi un omaggio a rabelais (), altro irregolare incarcerato e messo all`indice. per quanto riguarda l`erotismo, anche se quello che fanno i suoi personaggi in pochissime ore - e fanno anche piu` di quanto sia possibile - risulta piuttosto inverosimile, nondimeno non puo` non insegnare al lettore una percezione del proprio corpo nuova, gioiosa e liberatoria: e` l`habeas corpus della sessualita`. per quanto riguarda la filosofia e la politica, geniali intuizioni di abbagliante verita` e attualita` erompono dalle teorie di un uomo inchiodato al suo tempo, non solo dal disprezzo aristocratico, e ineluttabilmente crocefisso alle sue ossessioni. le parole di madame de saint-ange a dolmance`: , piu` che il ritratto del protagonista, sembrano il piu` completo e perfetto autoritratto di sade. prefazione di michele mari.

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